sabato, 11 Gennaio 2025, 22:49
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COSTA VOLPINO – INTERVENTO – La minoranza: “Comunità Energetica, un bluff. Via Nazionale è completamente martoriata e la scuola del Piano che non avrà una palestra”

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Gentile redazione,

il 2024 sta per concludersi e abbiamo voluto fare un bilancio di questo anno che condividiamo con voi. Crediamo che per risollevarsi da quello che è stato il momento più buio per la nostra comunità, sia fondamentale ripartire dalle priorità reali dei cittadini: Sicurezza e Legalità; Trasparenza; Servizi efficienti; Qualità della vita; Sostegno alle famiglie e Attenzione alle nuove generazioni.

CAPITOLO 1: La sicurezza non è solo una responsabilità individuale ma un impegno collettivo. Ogni cittadino deve contribuire con le sue azioni a rendere il nostro Comune un luogo in cui vivere serenamente e senza preoccupazioni. L’input per fare ciò deve però essere promosso, in primis dalle Istituzioni, a partire da quelle locali. I fiocchi, le panchine e le scarpette rosse non bastano più, c’è un profondo bisogno di cambiare passo. Certo non sarà facile ma sicuramente la prima cosa da fare dovrà essere quella di convogliare attorno allo stesso tavolo tutti i soggetti qualificati ed intraprendere con essi una più ampia riflessione.

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DALLA REGIONE – Canoni idroelettrici: più di 6 milioni ai Comuni

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Pioggia di risorse da Regione Lombardia per il territorio bergamasco in merito al programma degli interventi sui Comuni interessati dalla presenza delle grandi derivazioni idroelettriche. Si tratta dell’attuazione della legge regionale che prevede la distribuzione dei fondi per l’80% derivanti dal canone introitato nell’anno precedente.

Le province insieme alle Comunità Montane hanno il compito di fare una proposta che poi deve essere approvata da Regione Lombardia.

Tra gli interventi in alta Val Seriana ci sono la messa in sicurezza spondale lungo la Sp 49 ad Ardesio per 410mila euro, la messa in sicurezza del ponte sulla provinciale Sp 49 a Gromo per 100mila euro e la messa in sicurezza dello svincolo tra la Sp 63 e la Sp 56bis tra Onore e Songavazzo per 200 mila euro.

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VAL SEDORNIA – Un pannello posizionato nello Spiaz de Mortisöla spiega l’antichissima funzione religiosa del grande masso erratico, ‘altare’ per i riti sacri dei Celti

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E’ di poche settimane fa la posa di un pannello che, in località Spiaz de Mortisöla, contiene informazioni sul grande blocco di roccia che probabilmente, in tempi antichissimi, costituiva un altare per le cerimonie che vi celebravano i Druidi, i sacerdoti dei Celti. Questo luogo interessante si trova lungo il sentiero numero 309 che dai Tezzi Alti di Gandellino conduce in Valle Sedornia: Il masso erratico emerge dal suolo per circa 130 cm,  ha grossomodo la forma di un parallelepipedo ed è fatto di pietra verrucana, cioè una roccia metamorfica di origine sedimentaria – spiega Luca Frigeri – .

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BORGO DI TERZO – Da Zaverio a Barbara ed Evelina, la sesta generazione del Fornaio Sorelle Agazzi: “Il nonno che dormiva sui sacchi di farina, ora 30 tipi di pane e sette panettoni”. E Alessandro che a 21 anni è il futuro del forno

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Tradizione e passione al civico 38 di via Roma a Borgo di Terzo fanno rima con… Il Fornaio Sorelle Agazzi, il più antico della provincia bergamasca. È un pomeriggio di metà dicembre, il profumo di panettoni e di storia avvolge il laboratorio che si trova dietro le quinte del negozio. Barbara Agazzi, insieme al marito Rudi e al figlio Alessandro mi fanno strada dentro il loro mondo. L’emozione negli occhi di Barbara cancella subito la sveglia delle 4:30 e i sacrifici che si nascondono dietro il sorriso di tutti i giorni. Prima di raccontare il presente, facciamo però un tuffo nel passato. Era il 1810 quando Zaverio Agazzi ha dato vita al suo forno, forse senza immaginare che dopo di lui Carlo, Agostino, Giuseppe, Ettore e oggi Barbara ed Evelina arrivassero a scrivere una storia lunga sei generazioni. E non è finita qui, perché nel forno è arrivato anche Alessandro che con i suoi 21 anni è il futuro di questa attività insieme alla cugina Arianna.

Portare avanti questa tradizione – spiega Barbara – per me è un orgoglio ed è stato naturale, perché qui ci sono nata… e non mi vedrei mai in un altro posto se non qui. Fin da bambina passavo le giornate al forno con i miei genitori, Ettore e Titti, e ricordo ancora nonno Giuseppe, a cui ero molto affezionata… ricordo che lavorava sempre, dormiva un’ora sui sacchi della farina, dalle 19 alle 20, e poi iniziava a lavorare… e non c’erano di certo tutte le attrezzature che ci sono oggi. Ricordo anche il sabato pomeriggio quando il nonno ci portava con il furgone a fare le consegne del pane… un giro che doveva durare mezz’ora e alla fine arrivavamo tre ore dopo”.

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Soli a Natale, è un Natale senza sole – Ruggero, classe 1933: “Non mi sento solo, sono solo. Il mio regalo di Natale? Vorrei solo qualcuno che mi faccia compagnia”

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Il cielo stamattina ha deciso di vestirsi di blu, un blu intenso macchiato di bianco, qualche nube che corre veloce verso chissà dove. Insomma, un cielo shakerato da bere tutto d’un sorso aspettando il Natale. Invece c’è chi il Natale aspetta che passi. e sono tanti. Probabilmente troppi. Ma questa è un’altra storia. Qui invece di storie ne raccontiamo 4, scelte un po’ a caso in questo sprazzo di umanità che è la provincia di Bergamo.

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Ruggero Micheli, classe 1933, vive qui, in quella che tutti chiamano ‘Pralentino’, frazione Piazza, suoniamo il campanello, il suo cagnolone ci corre incontro, lui si affaccia al balcone, sorride e saluta con la mano, 10.30 di domenica mattina. Saliamo, con me Fabiana Turla, vulcanica assessore ai servizi sociali, ha in mano un panettone e una candela realizzata a mano dalla sua…mamma, già, perché qui funziona così, per fare bene l’assessore ai servizi sociali bisogna metterci tempo, passione e buon senso, doti per nulla scontate. Ad aprirci la porta, una donna che ogni mattina, dalle 8 alle 14 va a casa di Ruggero e lo aiuta, sistema la casa, riordina e prepara il pranzo, poi nel pomeriggio arriva un’altra donna e di notte una terza donna sta con Ruggero.

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ALBINO – COMUNDUNO – Ristrutturazione di Villa Regina Pacis, il vicesindaco Terzi: “Lavori per 985 mila euro”

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Villa Regina Pacis, uno degli edifici storici di proprietà del Comune di Albino che si trova nella frazione di Comenduno, verrà in parte ristrutturata. Realizzata verso la metà dell’Ottocento, è conosciuta da tutti per la sua famosa torre e nel corso degli anni è diventata la sede di alcune associazioni albinesi, tra cui il Museo della Torre, nato con l’obiettivo di valorizzare la cultura popolare locale, in particolare della civiltà contadina e che ogni anno organizza alcune mostre nella Villa a cui partecipano anche le scolaresche.

L’intervento è stato previsto nel DUP, Documento Unico di Programmazione 2025-2027, approvato nell’ultima seduta del Consiglio comunale albinese e prevede il risanamento conservativo della facciata della Villa e un intervento al piano terra dell’edificio.

La sistemazione di Villa Regina Pacis – spiega l’ex primo cittadino Fabio Terzi, vicesindaco e assessore all’Urbanistica, Edilizia Privata ed Ecologia – è un’opera molto importante per Albino, ma soprattutto per la frazione di Comenduno e per tutte le associazioni che ospita. Sarà realizzata grazie agli oneri di urbanizzazione ottenuti dalla trasformazione del comparto industriale ex Honegger e costerà 985 mila euro, che comprendono anche le spese di progettazione.

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CASTIONE – Nuova Pro Loco? Rimandata a primavera. Ma a Natale, nasce anche il… Bracador

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Per i lettori che arrivano da lontano in questo periodo bisognare fare un riassunto. Se hanno lasciato la Conca della Presolana a fine agosto, da allora i punti fermi sono che invece di uno Commissario Prefettizio, ce ne sono addirittura due. Spieghiamo: la nomina del Commissario Prefettizio è varata da un provvedimento del Presidente della Repubblica che prende atto dello scioglimento del Consiglio comunale e nomina appunto un Commissario. In questo caso, dal 1° agosto, nella persona di Iole Galasso. La quale, arrivata a Castione, si è trovata una mole di problemi che evidentemente si trascinavano da mesi, alcuni da anni (come quello del depuratore del Monte Pora) e ha chiesto al Prefetto di Bergamo di avere un aiuto, concesso nella persona di Andrea Iannotta. Ma nelle scorse settimane al Commissario incaricato (diventato dal 4 settembre “Commissario straordinario per la provvisoria gestione del Comune di Castione della Presolana”), la dott.ssa Galasso, è arrivata la nomina a viceprefetto vicario di Cremona. Attenzione, quel “vicario” aggiunto al termine di viceprefetto, ne fa una figura operativa. Come possa conciliare la sua attività a Castione con quella richiesta nella città di Cremona, è un problema e quindi si presume che dovrà affidare più incarichi a Iannotta.

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Il Pagellone dei sindaci 2024 abbinati a personaggi storici e politici

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E’ il 21° anno del Pagellone dei Sindaci con i voti e i giudizi della redazione di Araberara. Ogni anno dobbiamo ricordare che ci si riferisce all’anno specifico, non alla totalità del mandato. In questo senso sia i voti che i giudizi possono cambiare di anno in anno, come cambiano i voti che si danno di partita in partita per esempio ai calciatori sui giornali. Non abbiamo la pretesa di essere i ‘giudici’ con sentenze definitive, quelle le danno ogni cinque anni i cittadini del paese. Ci basiamo sulla capacità di comunicazione di quanto fatto o avviato a fare negli ultimi mesi. Quest’anno abbiamo abbinato ai sindaci un personaggio politico, antico o attuale, in questo caso basandoci su vere o presunte affinità che autonomamente ci sembra ci aver colto. E pazienza se ogni anno andiamo a provocare permalosità o perfino risentimenti. Fa parte del… gioco delle parti.

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Soli a Natale, è un Natale senza sole – PARRE – Carmela che ha perso i due ‘grandi amori’ della sua vita: “Senza i propri Cari il Natale non è più Natale”

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Del Friuli, la terra delle sue radici, Carmela Rigo, 78 anni, conserva tanti ricordi legati agli affetti famigliari ma anche la memoria di una vita durissima:  “La mia era una famiglia numerosa, eravamo poveri,  mezzadri, si lavorava la terra  sgobbando come bestie  e bisognava sempre dividere quel già poco profitto a metà col padrone…Si lavorava fin da piccoli, ricordo la mamma che mi insegnava a rincalzare il mais  quand’ero ancora alle elementari, la fatica che facevo anche solo a reggere la zappa. Quando dici ‘Friuli’ tutti pensano a Pasolini, ma lui era un friulano di pianura, in montagna, come al mio paese, era tutto più difficile…”

Un paese con tante piccole frazioni che Carmela deve abbandonare a quindici anni, quando anche lei – come tante altre ragazze tra cui una sorella già ‘andata a servizio’ a Milano – deve partire per a Varese, per servire in casa di un ricco avvocato:

“Mi si aprì un mondo sconosciuto, e tante incombenze di cui nemmeno sospettavo l’esistenza: dare la cera ai pavimenti, per esempio, mentre io la cera per i pavimenti non sapevo nemmeno cosa fosse…E dormire in un lettuccio in uno sgabuzzino, non poter mai riposare né tantomeno avere qualche giorno libero: quando mi permisero di andare a Milano per una giornata a trovare mia sorella e persi il treno del ritorno a Varese accumulando un po’ di ritardo, fui rimproverata e castigata aspramente….”.

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TAVERNOLA – Nel cuore del panificio Zatti, aperto dal 1849: la farina che non si trovava durante la guerra ‘qualità, passione e olio di gomito’, la spongada e quel premio come miglior pane d’Italia

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Il profumo del pane fresco lo si sente nell’aria. Il panificio è lì, nel cuore di Tavernola, da sempre, ufficialmente dal 1849, un’eternità, ma potrebbe essere addirittura anche prima. La famiglia Zatti, che il pane lo fa ancora con la stessa passione di una volta. La gente entra ed esce, sfongade, torte di amarene, pane, biscotti e molto altro. Dietro la bottega c’è il forno, una mattina di metà dicembre, al lavoro, come sempre, Cornelio, classe 1947, cresciuto qui, prima di lui il padre e prima ancora il nonno e prima ancora il bisnonno, e ora la figlia Francesca e il genero Eugenio. Insomma, un passaggio di testimone che prosegue nei…secoli. Cornelio, camice e maglietta con il logo del panificio sta preparando biscotti, con lui il genero Eugenio che è qui dalla notte, come ogni notte del resto: “Io – racconta Cornelio – sono subentrato come titolare da mio padre Sandro nel 1983, ricordo quando ero qui con lui, ogni tanto spariva, correva in Chiesa, lui dirigeva la Corale e la Banda”. Cornelio ci mostra il suo regno, il forno: “E’ cambiato nel corso dei decenni, sono cambiati i mezzi ma non la passione e la qualità. Qui c’era una specie di tornio, con delle lime, l’impastatrice funzionava con la puleggia, c’erano tanti tavoli in legno pieni di una specie di fili dove veniva attaccata la pasta per farla asciugare”. Quando racconta negli occhi di Cornelio si legge la passione e l’amore per un lavoro che qui si tramanda di generazione in generazione, quella passione che lo ha portato nel 1952 a vincere il premio come miglior pane italiano, già, miglior pane italiano, mica bruscolini. E qual è il segreto per fare il miglior pane italiano? Cornelio non ci pensa molto e risponde subito: “Materia prima, olio di gomito, passione e onestà”. Ma questo è solo uno dei tanti riconoscimenti che il panificio ha ottenuto: “Ma il miglior riconoscimento è vedere la gente soddisfatta dei nostri prodotti”.

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