domenica, 12 Gennaio 2025, 16:15
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VERTOVA – Caos alla Fondazione Gusmini. L’assemblea pubblica fa il pieno. La rabbia di Cagnoni: “Un dirigente che passa da 0 euro a 100.000 all’anno con un contratto totale da 900.000 euro…”

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Un pasticciaccio. Di quelli che ha fatto arrivare centinaia di persone all’assemblea pubblica.

Perché qui la Fondazione Gusmini la conoscono tutti e questa bufera ha coinvolto il paese. Dito puntato sull’insediamento del nuovo Cda, nominato dal Consiglio comunale a ottobre, Fondazione che gestisce la Casa di riposo, l’hospice e tre comunità psichiatriche.

A settembre il Cda della Onlus aveva introdotto la figura del direttore generale e individuato nel ruolo Antonio Pezzotta, presidente dimissionario del quinquennio 2019-2024.

I riflettori sono puntati sulla retribuzione annua di 100 mila euro per sei anni. E se il contratto dovesse essere sciolto, al direttore generale spetterebbe un indennizzo di 900 mila euro.

Notizia che è circolata rapidamente in paese provocando uno scossone e un mare di polemiche.

E così il 27 novembre, mercoledì, assemblea pubblica con il nuovo sindaco Riccardo Cagnoni. Nessuno invece della lista Vertova Rinascimento, legata alla precedente amministrazione che aveva nominato nel 2019 il Cda decaduto a ottobre.

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LOVERE – Si climatizza l’ospedale: 3 milioni di euro dalla Regione

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Un programma straordinario di investimenti per la sanità. Cosi è stato definito dalla Regione Lombardia che ha destinato oltre 219 milioni di euro per il potenziamento delle infrastrutture, la sicurezza e l’efficientamento energetico del sistema sanitario regionale. La delibera, proposta dell’assessore al Welfare Guido Bertolaso, prevede interventi strategici per migliorare la qualità dell’assistenza e la sicurezza delle strutture sanitarie. Gli investimenti includono progetti di riqualificazione di vari ospedali. Tra questi, due riguardano da vicino la nostra Provincia, uno il Papa Giovanni XXIII di Bergamo con l’acquisto della PET CT (comprese opere) per un totale di 3.272.670,00 e l’altro di ben 3 milioni di euro per l’adeguamento normativo e funzionale impianti con opere finalizzate al miglioramento climatico dell’ospedale di Lovere, insomma, si climatizza l’ospedale di Lovere dopo anni di attesa.

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CASAZZA – L’asilo “Bettoni” scrive una letterina a Santa Lucia in vista della ristrutturazione nel 2025

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Non sono solamente i bambini a scrivere la letterina a Santa Lucia confidando nella sua generosità. Stavolta a Casazza lo hanno fatto anche gli adulti che compongono il Consiglio di Amministrazione della Fondazione che gestisce il polo dell’infanzia “Giacomo Bettoni”. Entrambi hanno un sogno, anche se diverso: i piccoli chiedono giocattoli, gli adulti un aiuto economico in vista di un progetto importante. Nel 2025 è infatti previsto un intervento di ristrutturazione del vecchio edificio scolastico dedicato all’infanzia, che partirà la prossima primavera e si concluderà verso la fine dell’estate, entro l’inizio del prossimo anno scolastico.

Il costo dell’intervento è intorno a 380 mila euro e verrà in gran parte coperto da un mutuo. È però stata avviata da alcune settimane una campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi, che va dalla classica vendita di torte preparate dai genitori dei bambini che frequentano il polo dell’infanzia di Casazza a un tam tam social destinato a cittadini, attività commerciali e imprenditoriali del paese.

Ecco cosa recita la letterina: “Cara Santa Lucia, la nostra scuola dell’Infanzia ha tantissimi bei progetti. Ci stiamo impegnando quotidianamente per migliorare, migliorarci e rendere più bello il posto che abitiamo. Abbiamo dei sogni e, come i nostri bambini, anche noi quest’anno vogliamo scrivere la nostra letterina.

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PONTE NOSSA – Ilaria che se ne è andata in Australia: “Il bello dell’Australia è che non stai a pensare a che tipo di lavoro stai facendo, qui è tutto schematico. Non voglio darmi tempi precisi…”

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di Luca Mariani

“Mamma mia dammi cento euro che all’estero voglio andar.” No, questo non è il testo modificato di un super classico della musica italiana che tanto fa arrabbiare Manuel Agnelli alle audizioni di X-Factor. Questo verso potrebbe essere la colonna sonora di tutte quelle persone, sempre di più, che decidono di lasciare la provincia di Bergamo ed emigrare.

Secondo i dati Istat, dal 2019 al 2023, 17135 residenti nella bergamasca hanno deciso di andare a vivere in terra straniera. Come se in cinque anni Albino si svuotasse e tutti i suoi cittadini migrassero.

«Secondo me tanti giovani lasciano la valle perché, nonostante sia un bel posto, c’è ancora una mentalità un po’ ristretta: devi andare a scuola, poi a lavorare, devi andare a vivere da sola, poi sposarti e farti una famiglia. A me questo faceva venire l’ansia. Prima di partire mi sono chiesta: “ma tra cinque anni mi ci vedo ancora a fare questo stesso lavoro?” Ogni volta che ci pensavo mi faceva stare male.» Ilaria Nembrini non ha una spiegazione certa che chiarisca le cause di questa migrazione di massa dalla provincia dei Mille, ma sa benissimo perché lei, nel novembre del 2022, ha lasciato Ponte Nossa ed è volata in Australia: «Prima lavoravo nei villaggi turistici, quindi a casa ci stavo ben poco. Poi c’è stato il covid che mi ha costretta a fermarmi per un bel po’. Perciò ho cercato lavoro e l’ho trovato in un supermercato. Però non era il mio restare in valle: era proprio pesante. Quando ero in villaggio ero felice, quando tornavo in valle invece mi saliva la depressione. Sono rimasta ferma circa due anni. Sono stati mesi brutti, sentivo che non stavo bene. Non uscivo nemmeno più. Allora mi sono detta che dovevo provare ad andare da qualche parte, facendo qualcosa di diverso rispetto al villaggio.»

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ZANDOBBIO – Via Fratelli Calvi: “Primo lotto concluso per Natale e la fine dei lavori a febbraio”

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I lavori di via Fratelli Calvi sono finiti al centro dell’attenzione durante l’ultimo consiglio comunale di Zandobbio. Abbiamo quindi chiesto all’assessore alle Opere Pubbliche Michele Gaverini di spiegarci la situazione.

Partiamo dall’inizio, perché questo appalto l’abbiamo ereditato dalla precedente amministrazione – spiega – e quando ci siamo insediati a giugno i lavori erano fermi dopo che erano emerse questioni legate alla presenza di sottoservizi superficiali. Avevamo quindi due priorità principali, quella di far ripartire subito i lavori, ma nel contempo anche garantire la sostenibilità dell’attività, perché gli imprevisti avrebbero comportato costi ulteriori. Inizialmente il progetto non prevedeva i sottoservizi come per esempio gli stacchi fognari, mentre noi abbiamo deciso di prevederne il rifacimento anche perché con il manto in cubetti, in caso ci fossero stati dei disservizi nei prossimi anni avrebbe significato intervenire su una pavimentazione nuova. Tutto questo si è tradotto in alcune revisioni del progetto e in un allungamento dei tempi, ma comunque siamo rimasti nei costi anche aumentando quelli che erano i lavori da fare. Siamo partiti con le attività vere e proprie a settembre e attualmente sono in corso.

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QUI MONTE PORA – Cristina Radici: “Piccolo sì ma dev’essere bello”.“Moltissime le persone che, anche con la neve, non vengono a sciare, ma proprio a… passeggiare”

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È un sabato di fine novembre. Cristina Radici aspetta il figlio undicenne reduce da una partita di calcio (vinta) a Sarnico. Cristina è l’imprenditrice che sta rilanciando la Stazione del Monte Pora, che adesso definire “sciistica” è improprio. “Dal 2020 abbiamo cominciato a pensare come destagionalizzare e avere clientela per ogni periodo, il che consente anche di avere lavoro dipendente a tempo pieno, e non solo stagionale. Noi abbiamo al Pora una montagna alla portata di tutti, anche per famiglie che altrove non si troverebbero a loro agio e amano fare passeggiate”.

E la sorpresa arriva adesso.

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VALCANALE – Jane, scrittrice inglese che ha scelto di vivere a Valcanale in inverno: “Perché non c’è il sole e odio l’estate. L’ho scelto caso guardando la cartina ma ora amo questo posto, c’è energia che trasmette vita”

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di Luca Mariani

«La prima volta che ho scoperto Valcanale mi sembrava di essere arrivata in paradiso» Jane Mackay ha il sorriso largo e l’accento inglese di chi è nata in Nuova Zelanda e ha vissuto vent’anni negli Stati Uniti, ma dall’anno scorso ha deciso di trascorrere i suoi inverni nella frazione di Ardesio. «Valcanale mi piace perché è così piccolo che la comunità è molto unita. All’inizio avevo un po’ paura di sentirmi isolata, ma è l’esatto contrario. Ogni giorno faccio due chiacchiere con qualcuno, lungo la strada o al bar. Poi è un ambiente dove regna il silenzio, la tranquillità e la pace. Non c’è il rumore della strada che mi dà tanto fastidio. E soprattutto qui è proprio montagna: il panorama è aspro e freddo ed è comodissimo per me che amo camminare sui sentieri, in quaranta minuti sono all’Alpe Corte.»

Per questo Jane decide di prendere in affitto un appartamento. Il contratto copre tutto l’anno ma la scrittrice neozelandese preferisce sfruttarlo dall’autunno alla primavera, nei mesi in cui il sole non riesce ad illuminare le vie, gli orti e i tetti della frazione ardesiana: «Io odio l’estate. Non sopporto il caldo.»

Così Valcanale è proprio il luogo dei sogni della cinquantaquattrenne dalla pelle liscia e brillante. Un incontro casuale e fortunato, come in una novella di Boccaccio. Il risultato di decisioni azzardate e di capriole del destino, di tagli con il passato e di trame del futuro che si intrecciano con il caso. «Ho vissuto per vent’anni negli Stati Uniti, in California. Mi sono sposata ma poi non è andata bene, però sono rimasta lì. Avevo ancora il trauma della separazione e dopo due decenni in California mi sono accorta che odiavo vivere lì. Da sempre, da quando ero adolescente volevo vivere in Europa centrale, sulle Alpi.» Perciò Jane inizia a guardare cartine, ispezionare mappe e sfogliare siti internet per capire in quale angolo dell’arco alpino insediarsi per godere finalmente di quell’ambiente fatto di rocce, camini accesi, larici dorati e vette innevate. Vivere su di un pendio è l’unico suo vincolo: «Lavoravo già come professionista indipendente, quindi non avevo bisogno di stare in un posto preciso. Fino ad allora non avevo mai vissuto in montagna ed ero sicura che volevo provare questa esperienza.»

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BOSSICO – Noi, coscritti del 1961 e quella foto scattata 55 anni fa

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Ben cinquantacinque anni separano le due foto…giorno più giorno meno. Foto in bianco e nero che fa capire che siamo decisamente in un’altra epoca. Lontani anni luce dai bambini di oggi che frequentano ancora la stessa scuola elementare di Bossico. In confronto sembriamo dei marziani!

Schierati come soldatini agli ordini di una sola maestra: Annamaria Camanini da Sovere, seconda elementare anno 1968. Coscritti nati nel 1961 che si ritrovano a cena e che il tempo sia passato non mi pare possano esserci dubbi.

Fanno molta tenerezza quei bambini con il grembiule nero, il fiocco perennemente sgualcito e di sghimbescio, le bambine rigorosamente con la gonna: i pantaloni? Ma quando mai, assolutamente vietatissimi. Indossarli equivaleva ad un reato punibile con la perenne dannazione dell’anima.

Gli occhi però emanano una certa spavalda spensieratezza, quella di chi ancora giocava per strada senza timore alcuno, di chi la televisione non sapeva nemmeno cosa fosse e la tecnologia, che avrebbe reso tutti schiavi, era ancora di là da venire.

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CASTIONE – In 500 firmano la lettera del parroco don Stefano contro l’anonimo. E già c’è movimento per le elezioni della primavera 2025: per ora ci sono due schieramenti in campo

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Nella Conca è già Natale, saltando a piè pari l’Avvento. La festa natalizia si è dilatata in barba alle scadenze liturgiche e già la Festa dell’Immacolata dell’8 dicembre si soprappone alla seconda domenica di Avvento, che è attesa, non ancora festa. Ma sono discussioni inutili in un mondo che già ai primi di novembre ti sforna panettoni nei supermercati. Anche le luminarie azzerano l’attesa. Detto così sembrerebbe che a Castione importi poco o nulla che invece di un Sindaco ci sia ad amministrare un Commissario. In realtà il clima resta pesante, si aspetta da un momento all’altro un nuovo affondo che rovina l’atmosfera che è già natalizia, i mercatini di Natale e gli eventi collaterali hanno mobilitato la voglia di uscire dal disagio se non dalla paura che tutto precipiti di nuovo in polemica.

Prima di tutto bisogna prendere atto che l’iniziativa del prevosto don Stefano Pellegrini di invitare a sottoscrivere la lettera diffusa dalla “Comunità Cristiana, i suoi Sacerdoti e l’Equipe pastorale” contro l’anonimo, invitato a “staccare la presa del pc e stracciare buste e fogli che avesse già pronti sulla scrivania”, ha avuto un riscontro, nei due fine settimana in cui era possibile firmare, un successo rilevante. Hanno firmato in poco meno di 500. Firme vere, gente che ci ha messo nome e cognome. Ecco il resoconto che ci ha mandato don Stefano.

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Buonasera a lei, Direttore

sono a scrivere che la nota lettera proposta dalle parrocchie dell’Unità Pastorale della Presolana e pubblicata sull’ultimo numero di Araberara, per stigmatizzare l’anonimo estensore di tante brutte lettere anonime e per invitare la comunità a custodire il tesoro dell’unità, ha raccolto ad ogni livello non solo locale apprezzamento e sostegno: su 2947 cittadini maggiorenni del Comune di Castione d/Presolana, 483 hanno firmato la lettera.

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Tentato omicidio a Villa d’Almè, arrestato il presunto responsabile

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I Carabinieri della Compagnia di Zogno, al termine delle attività investigative coordinate dalla Procura della Repubblica di Bergamo, il 6 dicembre hanno arrestato un giovane cittadino marocchino, irregolare sul territorio nazionale, ritenuto responsabile del tentato omicidio pluriaggravato a danno di un giovane tunisino, irregolare sul territorio nazionale, avvenuto il precedente 1° dicembre in una località boschiva di Villa d’Almè.

Le indagini sono state condotte attraverso un attento esame dei sistemi di videosorveglianza di tutte le aree circostanti, ed un’accurata raccolta di informazioni dalle persone informate sui fatti accaduti, che hanno consentito di risalire all’autovettura utilizzata dall’indagato per giungere sulla scena del crimine e, successivamente, per fuggire dopo l’aggressione.

I Carabinieri sono riusciti dapprima a ricostruire i movimenti dell’autore del delitto, definendo poi una ristretta cerchia di sospetti tra i quali, alla fine, è stato individuato il presunto autore.

La vicenda era scaturita da una cessione di stupefacente effettuata dal giovane marocchino alla vittima. Quest’ultima, unitamente ad un suo complice, aveva pagato la partita con delle banconote false. L’indagato se n’è accorto solo successivamente, realizzando di essere stato ingannato. Così ha acquistato un grosso coltello per poi andare a cercare la vittima nei luoghi dove era solita spacciare, fermamente intenzionato a vendicarsi. Al momento dell’incontro, di fronte alla ritrosia del giovane tunisino a pagare il proprio debito, l’indagato l’ha accoltellato alla schiena, causandogli una ferita profonda ed estesa che aveva causato la perforazione del polmone e la frattura di alcune costole, per poi darsi alla fuga a bordo di un’auto condotta da un suo conoscente italiano, a cui vendeva da tempo dosi di cocaina, inconsapevole fino a quel momento delle intenzioni dell’amico marocchino.

Dopo l’accoltellamento la vittima è riuscita a fatica ad uscire dal bosco, raggiungendo la pista ciclabile fino ad essere notata da un residente che ha segnalato la presenza del giovane tunisino, che stava perdendo molto sangue. L’immediato intervento del personale del 118 ha fortunatamente permesso di condurlo in ospedale appena in tempo per essere operato in via d’urgenza e salvato da morte certa, riportando ferite giudicate guaribili in almeno 60 giorni.

La mattina del 6 dicembre i Carabinieri della Compagnia di Zogno, supportati dal Nucleo Investigativo di Bergamo, ha rintracciato e catturato l’indagato dopo un inseguimento a piedi nelle campagne di Villa d’Almè. Le perquisizioni successivamente condotte hanno consentito di rinvenire presso l’abitazione di Bonate, dove l’indagato viveva in quei giorni, un considerevole quantitativo di cocaina e marijuana ed un bilancino di precisione, oltre a materiale per il confezionamento delle dosi e a del denaro ritenuto provento dell’attività illecita, mentre l’arma del delitto non è stata ancora rinvenuta.

Interrogato dal Pubblico Ministero alla presenza del proprio avvocato, l’indagato si è avvalso della facoltà di non rispondere, ma i gravi indizi di colpevolezza raccolti nei suoi confronti hanno determinato da parte della Procura, in sede di richiesta di convalida del fermo, la richiesta di applicazione della custodia cautelare in carcere persistendo i presupposti del pericolo di fuga, e di reiterazione del reato, nonché le circostanze aggravanti della premeditazione e dei motivi abietti.

All’esito dell’udienza tenutasi nella tarda mattinata del 9 dicembre, il Giudice per le Indagini Preliminari di Bergamo ha convalidato il fermo di indiziato di delitto, applicando la misura cautelare richiesta della custodia in carcere.