lunedì, 2 Dicembre 2024, 18:34
Home Blog Pagina 3

PONTE NOSSA – Quando le botteghe erano ‘famiglia’. La merceria della “Lisetta” aperta da più di 50 anni, quando gli aghi per cucire si vendevano uno alla volta

0

Credo che ormai nell’elenco dei negozi storici potremmo esserci anche noi, perché questo esercizio lo aprì mia suocera, Elisabetta Canini, per tutti ‘la Lisetta’, nell’ormai lontano 1971…Però non ci abbiamo mai pensato, so che bisogna fare un’apposita domanda, ci penserò”.

Così Clarisa Patino, che dal 2011 gestisce la merceria in via Frua e che è subentrata, appunto, alla suocera, dalla quale ha appreso ‘il mestiere’ dandole una mano in negozio fin da prima che la signora Lisetta decidesse di andare in pensione. Il locale non è grande, è arredato con semplicità, l’entrata non ha nessuna insegna particolare, ma la merceria ‘della Lisetta’, come ancora tutti la chiamano, la conoscono tutti ed è strapiena di merce d’ogni tipo…

ARTICOLO COMPLETO SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 22 NOVEMBRE

SOVERE – ENDINE – Walter, l’Africa, i ‘suoi’ bambini, la fatica e la gioia e ora nuovi progetti per salvare chi nessuno sta salvando

0

Di Walter ne avevamo già parlato, ne teniamo parlato, ma mai abbastanza, perché i riflettori devono restare accesi su questo ragazzo, quest’uomo che sta facendo miracoli, senza avere aureole in testa o ali sulle spalle, insomma, gli angeli esistono anche sulla terra. E credetemi, lasciate da parte la retorica, Walter Negrinotti sta riuscendo dove finora pochi hanno osato tentare. 

(…)

Walter, 5 anni in Africa e ora…“Vita che chiede e che spesso travolge, destabilizza, interroga, ma sempre  imminente esige una risposta”

“5 anni di missione: è l’Africa che poi ti convince a restare, per i bambini ed i progetti per loro. Ai piccoli passi e alle cose che crescono. Se volessi raccontare la missione, altro non farei che guardare un grande albero, magari di quelli enormi, fitti di foglie, abbondanti di rami intrecciati. E lo stesso lo farei per parlare della vita, non solo della mia, ma di quella di ognuno di noi. Ed è bellezza, quando si ascolta ciò che l’attraversa.

La missione in Africa è tanto di questo, è tutto lì il senso: lasciarsi trasportare da una vita che chiede e che spesso travolge, destabilizza, interroga, ma sempre  imminente esige una risposta. Non quella esatta, non sempre quella che ci si attende o si vorrebbe dare, ma quella che si fa concreta attraverso la vita stessa, donandola.

ARTICOLO COMPLETO SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 22 NOVEMBRE

CASTELLI CALEPIO – Adriano Pagani: “Ho trovato un organico sguarnito, sono scappati tutti. Benini? Gestione ‘mascellare’. Riaccendiamo il semaforo, dialogo coi cittadini e niente promesse miracolose”

0
ACER

Adriano Pagani è in Comune, come tutte le mattine o quasi da quell’8 giugno di quasi sei mesi fa. Sulla scrivania tante cose da fare per un paese di quasi 10.400 abitanti: “Diventare sindaco è stato un passo importante nella mia vita, compirò 70 anni a marzo, non ho mai amministrato prima d’ora, sono stato segretario locale del PD ma in amministrazione non ero mai stato. Però mi sono buttato a capofitto in quest’avventura, amo Castelli Calepio. Da subito mi sono accorto del totale distacco della gente con la macchina comunale, una disillusione amministrativa che si era creata con questi ultimi anni di gestione comunale. Ho cercato subito di riattivare il dialogo con la gente, con la popolazione. Il Comune è dei cittadini e senza dialogo non si va da nessuna parte. Quando sono arrivato qui mancava il personale, completamente sguarnito, se ne erano andati via tutti, per rimettere in funzione la macchina bisogna avere il personale e ora stiamo ripartendo. La polizia locale per esempio era completamente sguarnita, il comandante dei vigili è rimasto solo per un anno a gestire un Comune di più di 10.000 abitanti. Sulle nostre strade ormai si sentivano quasi tutti liberi di fare quello che volevano”.

ARTICOLO COMPLETO SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 22 NOVEMBRE

VILMINORE – Pietro Orrù: “Comprensorio? Dobbiamo capire se ci sono vantaggi per Vilminore. Municipio: 330 giorni lavorati per finirlo. Spopolamento: teniamo grazie alla zona industriale non per il turismo…”

0

Pietro Orrù è appena rientrato da un cantiere, in val di Scalve oggi fa freddo, vento pungente e i primi indizi di un inverno che non è poi cosi lontano. In questi mesi sono piovuti tanti soldi in Valle, cosi come tanti sono i progetti sul tavolo: “Ora l’obiettivo principale sono i lavori al Municipio, in questi giorni ci sarà la consegna lavori all’impresa aggiudicatrice, la ditta Serioli di Costa Volpino (che si è aggiudicata già molti lavori a Vilminore, dall’asilo, già concluso, al chiosco del Gleno e ora tocca al municipio) e poi si procede spediti, hanno 330 giorni lavorativi per completare il tutto, ci vorrà più di un anno ma poi avremo un Comune praticamente nuovo”. In queste settimane non si parla che di comprensorio sciistico, il mega progetto che riguarda la Val di Scalve e Lizzola, un pacchetto di interventi, che almeno sulla carta, dovrebbe portare al collegamento tra le stazioni di Colere e Lizzola, per arrivare a creare quello che sarebbe il più grande comprensorio sciistico della bergamasca e delle Prealpi orobiche, con oltre 50 km di piste: “Personalmente sono abbastanza favorevole cosi su due piedi a qualsiasi cosa porti sviluppo per il paese e la valle ma fisicamente sinora abbiamo visto solo alcuni rendering, il progetto vero e proprio non lo abbiamo ancora visto quindi meglio aspettare a giudicare…

ARTICOLO COMPLETO SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 22 NOVEMBRE

LOVERE – INTERVENTO DE L’AGO DI LOVERE – L’immobilismo di Lovere Domani: il nostro Ospedale perde la Struttura complessa di Urologia e loro guardano altrove. L’unico traguardo raggiunto in 5 mesi e mezzo da Lovere Domani è quello di aver trasformato “nessun dorma” della Turandot in “qui dormiamo tutti”

0

Qui pubblichiamo l’intervento che ci è stato inviato dal gruppo de L’Ago di Lovere.

***

A Lovere ed in tutto l’Alto Sebino si sta giocando in queste settimane una partita fondamentale per il futuro del nostro Ospedale, ma purtroppo sembra che la nuova amministrazione sia rimasta a guardare dalla panchina. Non basta di certo prevedere una Commissione comunale Ospedale (fra l’altro a più   di un mese e mezzo dalla sua istituzione ancora senza nomine dei suoi componenti), oppure organizzare un incontro pubblico con i responsabili Asst Bergamo Est in cui si è parlato di tutto tranne che del nostro Ospedale, per mettersi la coscienza (amministrativa) a posto o poter dire che si è fatto tutto il possibile. Infatti per L’Ago di Lovere ha poco senso nominare una Commissione comunale a Lovere quando il problema sanitario investe tutto il territorio dell’Alto Sebino e non solo. Sarebbe stato molto meglio coinvolgere da subito tutto il territorio attraverso la Comunità Montana e l’Ambito dei Servizi sociali dell’Alto Sebino, proponendo in tali sedi istituzionali la nomina della Commissione. L’esperienza insegna che quando un problema è territoriale e riguarda Servizi generali di interesse diffuso quali Sanità ed Istruzione, non è mai di secondaria importanza arrivare ad un confronto con Enti superiori solo come singola amministrazione comunale od in ordine sparso, come è invece successo nel recente incontro del 14 ottobre, piuttosto che con il coinvolgimento di tutte le amministrazioni del territorio.

Nei venti anni di esperienza amministrativa de L’Ago di Lovere, includendo anche quelli tra il 2004 ed il 2009 passati all’opposizione, l’attenzione sui temi della Sanità in generale e dell’Ospedale in particolare è sempre stata mantenuta alta e soprattutto costante e sempre propositiva, attraverso un’interlocuzione continuativa e fondata su temi concreti e contingenti con i Direttori Generali che si sono succeduti in questi anni (Dott. Amadeo e Dott. Locati), sia con i loro collaboratori.

ARTICOLO COMPLETO SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 22 NOVEMBRE

LOVERE – Intitolata a Sara Centelleghe l’aula magna dell’istituto Ivan Piana

0
L'aula magna dell'Istituto Ivan Piana è stata intitolata a Sara Centelleghe
Si è svolta oggi, 25 novembre, giornata internazionale contro la violenza sulle donne, la cerimonia di inaugurazione della targa in ricordo di Sara Centelleghe nell’Aula Magna dell’Ivan Piana.
La targa è stata posizionata nel luogo dove, all’interno dell’istituto, si svolgono tutte le riunioni e tutti i momenti formativi collettivi, per ricordare a tutti che la violenza si combatte insieme, tutti i giorni, con la cultura e l’educazione, con la conoscenza e il rispetto della Carta Costituzionale, con il dialogo tra le generazioni e con il rispetto degli altri.
“A Sara Centelleghe, una di noi”, si legge sulla targa. Sara, 18enne di Costa Volpino, era stata uccisa nel suo appartamento con una settantina di forbiciate lo scorso 26 ottobre.

CASTIONE – L’INTERVISTA – Federico e la sua Matilde, un mese dopo la tragedia: “Dovevamo andare a vivere insieme, quell’ultima vacanza a Ibiza, lo sci, la montagna, sono confuso…in ogni cosa che faccio c’è un ricordo di lei”

0

Luca Mariani

Dal telefono esce una voce bassa e baritonale accordata sull’ottava della tristezza. Le parole si succedono faticose, intramezzate da silenzi che gocciano dolore e sospiri riempiti da immagini che purtroppo, ormai, sono intrappolate nel cassetto dei bei ricordi. Nei ventisette anni di vita di Federico Tomasoni c’è un prima fatto di amore, di baci, passeggiate in montagna, carezze, fantasie, sciate e tuffi nel mare con la sua Matilde Lorenzi. E c’è un dopo quel maledetto lunedì 28 ottobre quando la giovane promessa dello sci alpino italiano è caduta durante un allenamento sul ghiacciaio della val Senales in Alto Adige e il giorno dopo è morta. «Sono state settimane molto confuse. Confusione totale e fatica a realizzare quello che è successo.» Confida Federico: «Ovviamente ci sono alti e bassi. Ci sono giorni in cui penso sempre a lei. Alcuni momenti però riesco a trovare la forza per allenarmi e andare avanti.»

Una storia nata in montagna, giustamente. È maggio: sia Matilde che Federico partecipano al corso e vengono arruolati dal gruppo sportivo Esercito. «Abbiamo passato insieme tutta l’estate. Essendo lei di Torno quando veniva qua a Castione della Presolana stava in casa anche con i miei genitori. Adesso tante volte in casa mi sembra di rivederla.»

Un colpo di fulmine e un amore travolgente. Per tanti dei momenti vissuti abbracciati c’è la Regina delle Orobie come sfondo: «Lei è venuta qui tante volte. Ci allenavamo insieme in palestra a Clusone e l’ho portata a spasso un po’ dappertutto nella zona. Per questo ora è dura fare tutto: in ogni cosa che faccio c’è sempre un ricordo di lei. Sia qui, quando faccio dei giri a pedi, sia quando vado in palestra.»

ARTICOLO COMPLETO SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 22 NOVEMBRE

SOVERE – A strapiombo sulla Rupe di San Martino. “Ci sono state frane sia a giugno che a ottobre, siamo preoccupati”

0

Dopo alcuni anni di silenzio, la Rupe di San Martino torna a far parlare di sé. E se ne torna a parlare perché la situazione non sembra affatto stabile. La Rupe (su cui poggia una parte del borgo storico di San Martino, uno dei due centri storici di Sovere) si è mossa e negli ultimi mesi ha perso qualche pezzo. Affacciandosi dal ‘Giardino degli orti’ (lo spazio che è stato ricavato dall’area degradata dell’ex casa Coronini, dove sono stati messi alcuni parcheggi pubblici) e guardando verso il basso, quindi verso il torrente Borlezza, la situazione sembra inquietante. Di recente sono stati tagliati alcuni alberi in questa zona e adesso si può vedere cosa c’è, o meglio, cosa non c’è più sotto la Rupe di San Martino. E il fatto che la situazione non sia delle più tranquille lo dimostra il fatto che il Comune di Sovere ha chiuso il ‘Giardino degli orti’.

Ma la gravità della situazione la si nota molto bene anche dall’altra sponda del Borlezza, dal borgo San Gregorio. È da lì che si vede la parete della Rupe ormai spoglia di vegetazione in seguito alle frane di giugno e di ottobre. Dalle foto che pubblichiamo, si vedono infatti due zone nude, una a destra e una a sinistra del Giardino, mentre fino a pochi mesi fa era tutto coperto da arbusti. E la cosa preoccupante è che non si vede ancora la roccia, ma solo la terra; questo fa temere che quando torneranno le piogge si potrebbe staccare altro materiale.

Come dicevamo, sulla Rupe di San Martino c’è una parte dell’omonimo borgo storico soverese. Ci sono diverse case ormai vuote, ma ce ne sono altre ancora abitate. E chi vive in questa zona del paese, poggiando i suoi piedi sulla Rupe, non sta dormendo sonni tranquilli.

Ci siamo recati in Via Madonna della Torre, la strada che da Piazza Vittorio Emanuele II sale da destra lungo il centro storico di San Martino per poi arrivare al Santuario mariano soverese, il più antico della Diocesi.

ARTICOLO COMPLETO SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 22 NOVEMBRE

INCHIESTA – Commercio in provincia: boom in Valle di Scalve, buio pesto per Ardesio e Villa d’Ogna, annaspa anche Clusone

0

Numeri che vanno interpretati, un po’ come l’oracolo, anzi no, nessun oracolo ma in alcuni casi servirebbe un miracolo per ridare ossigeno ad alcune zone della nostra provincia. Lo studio è di Confommercio ed evidenzia per ogni paese, area, distretto del commercio ed area territoriale della bergamasca tre indici basati sul numero degli abitanti:  l’indice di vivibilità che è il numero totale di esercizi ogni mille abitanti;  l’indice di vivacità che il numero di pubblici esercizi ogni mille abitanti e l’indice di prossimità, inteso come servizio che è il numero di esercizi commerciali di prodotti alimentari ogni mille abitanti.

Una fotografia della forza e della fragilità commerciale della Bergamasca che, in un ambito territoriale all’apparenza unitario, contiene tante realtà differenti. Confcommercio Bergamo presenta il primo lavoro di mappatura della tenuta del commercio.

Tra le zone indagate troviamo la città e il suo hinterland, i centri sopra i 20.000 abitanti e i loro bacini di riferimento, le valli con le aree pedemontane, i fondovalle e le cime, zone turistiche e meno turistiche, le valli principali (Seriana e Brembana), le valli minori (Imagna, Brembilla, Taleggio, Scalve), il Basso e l’Alto Sebino, l’Isola verso Lecco e Milano, la Val Calepio e la Val Cavallina, la pianura centrale, quella orientale verso Cremona e Brescia e quella occidentale ancora verso Milano. In un contesto in cui gli ecosistemi commerciali sono molto più complessi rispetto a qualche decennio fa, tra una maggiore mobilità che ha accentuato gli spostamenti per lo shopping e il commercio elettronico che ormai raggiunge ogni località, anche remota, è importante monitorare la tenuta dei territori e di ogni singolo centro storico, rapportato a chi li vive e vi risiede.

ARTICOLO COMPLETO SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 22 NOVEMBRE

ALZANO LOMBARDO – La nuova scuola dell’infanzia esce dal tunnel, inaugurazione a gennaio

0

L’attesa è ormai quasi finita. La storia della nuova scuola Materna di Alzano Lombardo, realizzata nel parco di Villa Paglia, è stata contorta, disseminata di problemi, chiusure, polemiche. Ma adesso ci siamo, come ha sottolineato il sindaco Camillo Bertocchi, che non vede l’ora di inaugurarla e mettere la parola fine su questo cantiere.

La nuova scuola dell’infanzia di Alzano Lombardo è in fase di conclusione. A gennaio 2025 è prevista l’inaugurazione con apertura alle attività scolastiche. Una scuola altamente performante sotto il profilo della sicurezza, della funzionalità, dell’efficienza energetica, della flessibilità degli spazi e collocata in un ambito altamente accessibile e prossimo a tanti servizi esistenti che gioveranno alle attività didattiche. Un’altra eccellenza del nostro territorio cittadino, in un ambito come quello dell’infanzia che è strategico nel futuro delle comunità”.

ARTICOLO COMPLETO SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 22 NOVEMBRE