martedì, 14 Gennaio 2025, 12:47
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La montagna incantata o abbandonata? MONOLOGO SUI MASSIMI SISTEMI MONTANI

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Ci sono amori e amori, romantici, o, basta andare in cronaca, a volte patologici, possessivi. Fuori metafora, ci sono molti amanti della montagna, molti meno amanti dei montanari.

La natura è impietosa, da sempre i cicli storici registrano l’avanzata o la ritirata del bosco: meno popolazione e il bosco si divora i prati abbandonati; aumentano gli abitanti e si riappropriano del territorio e il bosco arretra. Il bosco non è per definizione il paradiso terrestre, lì prolificano non solo la vegetazione ma anche gli animali, adesso soprattutto cinghiali, ma da qualche tempo anche lupi, cervi, volpi, faine, orsi e animali selvatici che rendono il bosco quello dei racconti di paura che ci propinavano i nostri vecchi (più le nonne che i nonni) per tenerci “lontani dai pericoli”.

Ci sono due atteggiamenti riguardo alla montagna: uno è di quelli che camminano con la testa rivolta all’indietro (al passato, ai loro ricordi) e l’altro di quelli che pensano a come ci vivranno i loro figli e nipoti.

Che, se tutto sarà com’è, se ne andranno altrove. Chiedetegli il perché. In città, ma soprattutto oltre i confini italiani, cercano e spesso trovano quello che qui non hanno, opportunità non solo di lavoro ma di gratificazione, conoscenza, servizi e svago, magari illudendosi anche solo che i sogni non glieli spengano all’alba, come succede da noi.

La montagna non è quella originaria creata da Dio o chi per lui. È cambiata per natura, è stata cambiata dall’uomo per sbarcare il lunario. Basta ricordare che molte delle nostre montagne sono una gruviera, “traforate” da gallerie, scavate per tirar fuori minerale, per cavare la pietra, il marmo, la sabbia, per bypassare i valichi. I paesi si sono allargati, le lottizzazioni, anche spericolate e invasive, hanno occupato i prati (spesso i migliori).

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Guardia di Brescia: eseguite misure cautelari a carico di 33 persone e disposto il sequestro di beni e valori per oltre 1.800.000 di euro, matrice ‘ndranghetista

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Nella mattinata odierna investigatori della Polizia di Stato (del Servizio Centrale Operativo, della Squadra Mobile e della S.I.S.C.O. di Brescia) e della Guardia di Finanza (del Servizio Centrale I.C.O. e del Nucleo P.E.F. – G.I.C.O. di Brescia) hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Brescia nei confronti di 25 indagati, residenti nelle province di Brescia, Milano, Reggio Calabria, Como, Lecco,
Varese, Viterbo e in Spagna, a carico dei quali è stato inoltre disposto il sequestro preventivo di disponibilità finanziarie e beni per oltre 1.800.000 euro.
Contestualmente i Carabinieri del Comando Provinciale di Brescia e dei reparti dell’Arma territorialmente competenti hanno dato esecuzione ad un’ulteriore misura cautelare sempre nell’ambito del medesimo procedimento penale, nei confronti di 8 indagati, tra i quali anche membri della sopra citata associazione per delinquere di matrice ‘ndranghetista, ritenuti a vario titolo presunti responsabili dei reati di detenzione illegale di armi, riciclaggio, usura e ricettazione, aggravati dal metodo mafioso, oltre al reato di detenzione ai fini di spaccio
di sostanze stupefacenti.
La complessa indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Brescia – Direzione Distrettuale Antimafia, avviata nel mese di settembre 2020, ha riguardato l’operatività, in territorio bresciano, di un’associazione per delinquere di matrice ‘ndranghetista, originaria di Sant’Eufemia d’Aspromonte (RC), residente da anni in questa provincia e legata da rapporti federativi alla cosca “Alvaro”, egemone nella zona aspromontana compresa tra i
comuni di Sinopoli e Sant’Eufemia d’Aspromonte.
L’attività investigativa ha permesso di ricostruire l’organigramma del sodalizio che, facendo leva sulla forza di intimidazione che deriva dal vincolo associativo, avrebbe riprodotto, in territorio bresciano, una “locale” in grado di porre in essere le peculiari azioni che caratterizzano le associazioni di tipo mafioso, quali estorsioni, traffico di
armi e stupefacenti, ricettazioni, usura e scambio elettorale politico-mafioso.
In particolare, nel corso delle indagini sono emersi i legami e le cointeressenze tra il gruppo investigato e altri gruppi criminali sempre di matrice ‘ndranghetista presenti nell’hinterland bresciano, tra i quali si sarebbe instaurato un rapporto di mutua assistenza finalizzato alla realizzazione di una moltitudine di condotte illecite.
Sono stati altresì documentati i legami tra il sodalizio mafioso e un soggetto con esposizione pubblica, attivo nella comunità bresciana, con il quale il sodalizio avrebbe intrattenuto rapporti caratterizzati dal tipico pactum sceleris dello scambio elettorale politico-mafioso, ovvero l’impegno per il sostegno elettorale del clan con la
futura promessa di reciproci illeciti vantaggi economici.
La pervasività della caratura delinquenziale della consorteria è stata, inoltre, dimostrata dalla capacità di penetrare le strutture carcerarie e veicolare messaggi ai detenuti, avvalendosi del sostegno di persone fidate e insospettabili, come quello fornito da una religiosa, che, più volte, avrebbe svolto il ruolo di intermediario, tra gli
associati e soggetti in detenzione, approfittando dell’incarico spirituale che le consentiva di avere libero accesso alle strutture penitenziarie.
Parallelamente, il gruppo investigato avrebbe dimostrato di essere in grado di far evolvere le proprie dinamiche economiche, assumendo tutte le caratteristiche delle moderne organizzazioni criminali che operano nel Nord Italia, abbinando ai reati di tipo tradizionale, anche delitti di natura economico-finanziaria.
Gli associati avrebbero, infatti, promosso, costituito ed etero-diretto una pluralità di imprese “cartiere” e “filtro”, operanti nel settore del commercio di rottami che, nel periodo delle indagini, avrebbero emesso nei confronti di imprenditori compiacenti fatture per operazioni oggettivamente inesistenti per un imponibile complessivo di
circa 12 milioni di euro, al fine di consentire loro, al netto della provvigione spettante all’associazione, di beneficiare dell’abbattimento del reddito nonché di riciclare il denaro frutto dei reati perpetrati.
A carico dei soggetti indagati sono stati emessi provvedimenti di sequestro preventivo, finalizzati alla confisca per equivalente, per un importo complessivo pari a oltre 1.800.000 euro, quale provento delle condotte penal tributarie e riciclatorie ipotizzate.
Sono attualmente in corso molteplici perquisizioni a cura di 300 appartenenti alle tre Forze di Polizia, estese anche nelle province di Bergamo, Verona e Treviso, condotte con il supporto di moderni mezzi tecnici del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, del Servizio Centrale I.C.O. della Guardia di Finanza e dell’Arma dei Carabinieri nonché delle unità cinofile – per la ricerca di armi e droga – e “cash dog” – per la ricerca di contanti, in una cornice di sicurezza garantita anche dall’impiego di personale delle U.O.P.I. della
Polizia di Stato e di militari specializzati A.T.- P.I. della Guardia di Finanza e dell’Aliquota di Primo Intervento dei Carabinieri.

Valbondione – Felice, 59 anni, perde la vita scivolando sul Pizzo Tre Confini

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Felice Oberti, 59enne di Carobbio degli Angeli, ha perso la vita sulle montagne di Valbondione.

Tragedia sulle montagne di Valbondione stamattina, mercoledì 4 dicembre. La vittima è Felice Oberti, residente a Carobbio degli Angeli. Il 59enne ha perso la vita precipitando per 20 metri nella zona del Pizzo Tre Confini attorno alle 9.30.

Sul posto sono intervenuti i soccorsi con l’eliambulanza decollata da Sondrio e le squadre del Soccorso alpino di Valbondione ma per Felice Oberti non c’è stato nulla da fare.

San Paolo d’Argon, in fuga con la droga nascosta in un calzino: arrestato 36enne

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Nel primo pomeriggio del 2 Dicembre, nell’ambito di mirati servizi di prevenzione e repressione di reati attinenti gli stupefacenti, i Carabinieri della Tenenza di Seriate traevano in arresto un cittadino di nazionalità marocchina per la detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente.

L’uomo, 36enne, alla guida della sua autovettura, dopo essere stato notato dai militari, nel tentativo di evitare controlli nel comune di Albano Sant’Alessandro, raggiungeva il centro di San Paolo d’Argon. Ma veniva comunque raggiunto e fermato, sottoposto a perquisizione personale e veicolare, e veniva trovato in possesso di 23 dosi di cocaina per un peso complessivo di grammi 22 circa, nonché la cifra contante di euro 780 circa in banconote di vario taglio.

La sostanza stupefacente veniva rinvenuta all’interno di un calzino in un vano nascosto sotto il volante dell’automobile.

Nella mattinata del 3 Dicembre 2024, il Giudice per le Indagini Preliminari convalidava l’arresto senza applicazione di misure.

Omicidio Cecchettin, Turetta condannato all’ergastolo. Dovrà risarcire il papà di Giulia con 500mila euro e 100mila ai due fratelli

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foto Ansa

Filippo Turetta è stato condannato all’ergastolo per l’omicidio della ex fidanzata Giulia Cecchettin, uccisa l’11 novembre 2023. È quanto hanno deciso i giudici della Corte d’Assise di Venezia, confermando così la richiesta del Pm Petroni che aveva chiesto nell’udienza del 25 novembre la pena massima per il 22enne. La Corte ha escluso le aggravanti della crudeltà e dello stalking, resta dunque in piedi l’accusa per omicidio aggravato dalla premeditazione, sequestro di persona e occultamento di cadavere.

Oltre alle interdizioni di legge, è stato disposto un risarcimento alle parti civili con il pagamento di una provvisionale di 500mila a Gino Cecchettin, 100mila ciascuno ai fratelli Elena e Davide, 30mila ciascuno alla nonna Carla Gatto e allo zio Alessio, oltre alle spese di costituzione legale. Le motivazioni verranno depositate entro 90 giorni. 

“La mia sensazione è che abbiamo perso tutti come società. Non sono né più sollevato né più triste rispetto a ieri o domani. È una sensazione strana, pensavo di rimanere impassibile. È stata fatta giustizia – ha aggiunto – la rispetto, ma dovremmo fare di più come esseri umani. La violenza di genere va combattuta con la prevenzione, con concetti forse un po’ troppo lontani. Come essere umano mi sento sconfitto”, ha commentato il papà di Giulia, Gino Cecchettin, dopo la lettura della sentenza nei confronti di Filippo Turetta. 

 

Lago di Endine, Assessore Maione: 200.000 euro per la tutela delle acque e della biodiversità

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La Regione Lombardia, su proposta dell’assessore all’Ambiente e Clima Giorgio Maione, ha approvato lo stanziamento di 200.000 euro in favore della Autorità di bacino dei laghi d’Iseo, Endine e Moro per effettuare azioni di pulizia delle acque e di contenimento dello sviluppo di macrofite acquatiche per la tutela della biodiversità del lago d’Endine.

“Vogliamo tutelare le acque del lago – ha dichiarato Maione –  e proseguire con il percorso intrapreso insieme ai Comuni e agli enti locali del territorio”.

Durante il mese di giugno 2023 si era creata una situazione emergenziale sul lago di Endine, causata da una crescita eccessiva di macrofite acquatiche invasive. A parziale risoluzione era intervenuta l’Autorità di bacino sviluppando il primo lotto del piano triennale di gestione delle macrofite. Anche nel 2024 si sono riscontrate situazioni di criticità segnalate dai comuni rivieraschi e la Regione Lombardia ha dunque ritenuto necessario proseguire con il piano di intervento anche per gli anni 2025 e 2026.

“La vegetazione acquatica – ha concluso Maione – si sviluppa in maniera abnorme durante la stagione estiva, interferendo negativamente con i diversi usi delle acque, sia in materia di navigazione che di fruizione turistica. Questo comporta anche problemi con l’ecosistema e la propagazione di specie esotiche invasive. Vogliamo intervenire in maniera congiunta con l’Autorità di bacino per tutelare l’ambiente e lo sviluppo socioeconomico delle aree dei laghi”.

 

 

 

red

Villongo – maltratta la moglie, allontanato da casa e divieto di avvicinamento alla donna

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Il 27 novembre scorso, i Carabinieri di Sarnico hanno notificato la misura dell’allontanamento dalla casa familiare ed il divieto di avvicinamento alla persona offesa con applicazione del braccialetto elettronico, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari di Bergamo su richiesta del Pubblico Ministero, ad un 57enne originario del Marocco residente a Villongo, che negli ultimi anni aveva posto in essere continui maltrattamenti fisici e psicologici nei confronti della consorte convivente, anche lei marocchina.

La donna, il 2 ottobre scorso, si era recata presso la Stazione di Sarnico a denunciare gli episodi subiti e, a seguito dell’attivazione delle procedure previste dal così detto “Codice Rosso”, era stata accompagnata in una struttura protetta, al fine di garantirle la massima tutela possibile. Le successive indagini, guidate dalla Procura di Bergamo hanno portato all’applicazione del sopracitato provvedimento.

Boom di confessioni a Lucerna…nella Cappella di San Pietro i fedeli possono interagire con un avatar di Cristo creato con l’intelligenza artificiale, il progetto chiamato ‘Deus in machina’ permetterebbe di dialogare con Gesù

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Confessarsi a Gesù può essere difficile: ma c’è chi ha trovato più semplice farlo con un avatar creato dall’intelligenza artificiale. L’esperimento, durato più di due mesi, è stato fatto in Svizzera, in una cappella – quella di San Pietro a Lucerna – dove centinaia di persone sono andate a confessare i propri segreti più intimi e a dialogare con un ‘Gesù IA‘. Il progetto, chiamato ‘Deus in Machina‘, sembra aver dimostrato che per tante persone è stato “molto facile” aprirsi e parlare con l’avatar in questione.

I risultati del progetto durato due mesi sono stati pubblicati ieri. Un avatar di “Gesù” su uno schermo di un computer – collocato in un confessionale – rispondeva alle domande dei visitatori su fede, moralità e difficoltà contemporanee, offrendo risposte basate sulle Scritture.

L’idea, ha spiegato l’assistente teologico della cappella, era riconoscere l’importanza crescente dell’intelligenza artificiale nella vita umana, anche in ambito religioso, ed esplorare i limiti della fiducia umana in una macchina. Circa 900 conversazioni con i visitatori – alcuni dei quali sono tornati più volte – sono state trascritte in modo anonimo. Gli organizzatori del progetto lo hanno definito in gran parte un successo: i visitatori spesso uscivano commossi o riflessivi e trovavano facile interagire con l’intelligenza artificiale.

Un piccolo cartello invitava i visitatori a entrare nel confessionale – scelto per la sua intimità – e, al di sotto di una grata attraverso cui solitamente i fedeli parlano con un sacerdote, una luce verde segnalava il turno per parlare, mentre una luce rossa si accendeva quando “Gesù IA”, su uno schermo dall’altra parte, rispondeva. Dopo l’uscita, quasi 300 visitatori hanno compilato questionari che hanno contribuito al rapporto pubblicato mercoledì.

Philipp Haslbauer, uno specialista IT dell’Università di Scienze Applicate e Arti di Lucerna, responsabile del lato tecnico del progetto, ha spiegato che l’IA utilizzata per impersonare “Gesù IA” e generare risposte era GPT4o di OpenAI, mentre una versione open source del sistema Whisper dell’azienda è stata utilizzata per la comprensione vocale. L’avatar interattivo di Heygen è stato usato per produrre voce e video a partire da una persona reale, ha aggiunto. Haslbauer ha spiegato che non sono state adottate particolari misure di sicurezza “perché abbiamo osservato che GPT4o risponde abbastanza bene a temi controversi.”

I visitatori hanno sollevato vari temi, come il vero amore, l’aldilà, i sentimenti di solitudine, la guerra e la sofferenza nel mondo, l’esistenza di Dio, oltre a questioni come i casi di abusi sessuali nella Chiesa Cattolica o la sua posizione sull’omosessualità. La maggior parte dei visitatori si è descritta come cristiana, ma hanno partecipato anche agnostici, atei, musulmani, buddisti e taoisti, secondo un resoconto del progetto diffuso dalla parrocchia cattolica di Lucerna. Circa un terzo erano di lingua tedesca, ma “Gesù IA” – che è in grado di conversare in circa 100 lingue – ha avuto conversazioni anche in cinese, inglese, francese, ungherese, italiano, russo e spagnolo.

“È stato davvero interessante vedere che le persone parlavano con lui in modo serio. Non venivano per scherzare,” ha detto il teologo della cappella Marco Schmid, promotore del progetto. La maggior parte dei visitatori aveva un’età compresa tra i 40 e i 70 anni, e i cattolici hanno trovato l’esperienza più stimolante rispetto ai protestanti, secondo il rapporto. Schmid ha sottolineato che “Gesù IA” – presentato come una “persona simile a Gesù” – era un esperimento artistico per far riflettere le persone sull’intersezione tra digitale e divino, non un sostituto dell’interazione umana o della confessione sacramentale con un sacerdote, né era inteso come un risparmio di risorse pastorali.

La Chiesa Cattolica, dal Vaticano in giù, sta affrontando le sfide – e le possibili opportunità – poste dall’esplosione dell’interesse pubblico per l’IA, da quando l’intelligenza artificiale generativa ha catturato l’attenzione del mondo due anni fa con il debutto di ChatGPT. Il Vaticano ha nominato un frate dell’ordine medievale francescano come massimo esperto di IA, e una chiesa luterana in Baviera l’anno scorso ha tenuto sermoni guidati da un chatbot. Papa Francesco, nel suo messaggio annuale per la pace di quest’anno, ha chiesto un trattato internazionale per garantire l’uso etico della tecnologia IA.

 Haslbauer ha notato però anche commenti sui social media che definiscono il progetto “blasfemo” o “opera del diavolo”. “Se si leggono i commenti su internet, alcuni sono molto negativi – il che è inquietante” ha detto Haslbauer, il cui aspetto dai capelli lunghi è stato utilizzato come base per l’immagine del Gesù virtuale.

In una dimostrazione della tecnologia nella cappella, Haslbauer ha chiesto a Gesù IA il suo messaggio per un mondo in difficoltà e se l’IA potesse essere utile per aiutare le persone a trovare Dio. “Tutta la conoscenza e la saggezza provengono in ultima analisi da Dio,” ha risposto il chatbot con una voce rassicurante, dopo una breve pausa, e l’immagine ha brevemente tremolato. “Se usata saggiamente, l’IA può davvero essere uno strumento per esplorare le meraviglie della creazione, approfondire la nostra comprensione delle Scritture e favorire connessioni tra le persone.” “Tuttavia, è essenziale cercare Dio con tutto il cuore e l’anima, al di là di qualsiasi tecnologia,” ha aggiunto.

Kenneth Cukier, giornalista, autore ed esperto del gruppo non-profit statunitense “AI and Faith,” ha dichiarato che se “Gesù IA” aiuta le persone a connettersi più profondamente con se stesse e con il mondo, “non può che essere una cosa positiva.” “Porterà a individui migliori e a un mondo migliore,” ha detto. “Tuttavia – e c’è un grande però – questo sembra un po’ infantile e, perdonate il gioco di parole, meccanico.” “Il rischio è che alla fine allontani le persone da ciò che è più significativo, profondo e autentico nella spiritualità,” ha detto Cukier, co-autore di “Big Data: una rivoluzione che trasformerà il modo in cui lavoriamo, viviamo e pensiamo”.

Per Schmid, l’esposizione era un progetto pilota, e non prevede una seconda “venuta” di Gesù IA nel prossimo futuro. “Per noi, era chiaro che sarebbe stata solo una presenza temporanea,” ha detto, aggiungendo che un eventuale ritorno richiederebbe una riflessione più approfondita. “Stiamo discutendo … su come potremmo farlo rivivere“, ha detto, notando l’interesse di parrocchie, insegnanti, ricercatori e altri, mentre il progetto ha ricevuto attenzione mediatica in Svizzera e oltre. “Tutti sono interessati e vorrebbero avere questo Gesù IA. Ora dobbiamo un po’ riflettere su come vogliamo continuare”.

 

 

“Cara Santa Lucia…” tra musica barocca e letture

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La tredicesima edizione di Cara Santa Lucia…, iniziativa di beneficenza ideata da Alessandro Bottelli nel 2012 e che nel corso degli anni ha coinvolto 160 scrittori e poeti italiani di fama e oltre una trentina di compositori, tra i quali il celebre Ennio Morricone, nella creazione di testi inediti e composizioni originali ispirati alla santa della luce, dei doni e della vista, si terrà domenica 15 dicembre alle ore 16 nella Chiesa dell’Adorazione all’interno dell’Istituto delle Suore Sacramentine di Bergamo, in via Sant’Antonino 14.

Per la prima volta, la lettura dei testi sarà affidata alle stesse suore Sacramentine, mentre la parte musicale avrà per protagonista l’Ensemble Estro Cromatico, formato da Marco Scorticati (flauto dolce), Elisa Imbalzano (violino), Marco Angilella (violoncello), Davide Pozzi (clavicembalo). Nato alla fine degli anni novanta del secolo scorso, l’ensemble si è specializzato nell’interpretazione storicamente informata. Si è distinto in alcuni concorsi internazionali presieduti da musicisti di fama mondiale come Gustav Leonhardt o Reinhard Goebel e ha tenuto concerti in stagioni prestigiose in Italia e all’estero come Tage Alte Musik Regensburg, Konzerthaus di Berlino, Konzerthaus di Vienna, Musica e Poesia a San Maurizio di Milano. I suoi componenti hanno dedicato la loro formazione e la loro vita professionale alla musica antica, specializzandosi nelle più importanti scuole europee e divenendo tra i musicisti più richiesti.

Il programma comprende brani perfettamente adatti all’organico del gruppo con sonate in trio e concerti che vedono protagonisti il flauto dolce e il violino barocco con il basso continuo sostenuto dal clavicembalo e dal violoncello.

Nel Concerto in Fa maggiore RV 100 di Antonio Vivaldi anche lo strumento basso, il violoncello, ha una parte obbligata, cioè solistica e la forma è quella classica con che prevede un adagio o largo tra due movimenti brillanti.

La Triosonata BWV 525 di Bach è un adattamento da una sonata per organo. Johann Sebastian scrisse le sei sonate in trio per l’istruzione del figlio maggiore Wilhelm Friedmann. Questi capolavori restano ancora la massima espressione didattica nella letteratura organistica per lo studio dell’indipendenza tra il pedale e le due mani, che suonano su due diverse tastiere. Come sempre, Bach ci consegna anche perle musicali inarrivabili che si adattano ad essere suonate con qualsivoglia strumento. Come suggerito infatti dalla pratica del tempo sarà eseguita una delle sonate, la prima, trasposta in sol maggiore per adattarsi all’estensione degli strumenti e con l’aggiunta della realizzazione del basso continuo.

La Triosonata op. 2 n. 4 di Georg Friedrich Händel ha una forma differente che ricorda da vicino quella della Sonata da Chiesa. Lo stile del celeberrimo compositore di Halle è una fusione perfetta tra l’espressività tipica delle composizioni italiane realizzata con armonie semplici ma accostate in modo straordinario e il contrappunto. Ne è particolare esempio il secondo allegro in stile fugato.

Telemann fu un compositore amatissimo e di gran successo in vita, tanto da essere considerato superiore allo stesso Bach. Il Consiglio della città di Lipsia, ad esempio, avrebbe preferito Telemann per il posto di Thomaskantor. Il compositore di Magdeburgo non accettò solo perché allettato da un congruo aumento stipendiale ad Amburgo. La brillante Sonata in Do maggiore per flauto e cembalo soli testimonia la straordinaria capacità di Georg Philipp di scrivere in maniera perfettamente adatta ai singoli strumenti dei quali conosceva possibilità tecniche ed espressive meglio di chiunque altro.

Anche l’ultima scoppiettante Triosonata in Re minore è stata per anni attribuita a Telemann. Più recenti studi ne conferiscono la paternità a Pierre Prowo, compositore ed organista tedesco attivo ad Altona. Di lui sopravvivono pochissimi brani per strumenti a fiato e qualche composizione corale.

L’iniziativa si avvale del sostegno delle ditte Montello, Fra.Mar, Agnelli Metalli, Co.me.c., Ambrosini, di Eliorobica come sponsor tecnico e ha la media partner di Avvenire, Prima Bergamo, BergamoNews, araberara e Seilatv.

Le offerte raccolte saranno destinate alle missioni delle suore Sacramentine.

Ingresso con offerta libera

Prenotazione obbligatoria (posti limitati) al: 388 58 63 106