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“Cara Santa Lucia…” tra musica barocca e letture

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La tredicesima edizione di Cara Santa Lucia…, iniziativa di beneficenza ideata da Alessandro Bottelli nel 2012 e che nel corso degli anni ha coinvolto 160 scrittori e poeti italiani di fama e oltre una trentina di compositori, tra i quali il celebre Ennio Morricone, nella creazione di testi inediti e composizioni originali ispirati alla santa della luce, dei doni e della vista, si terrà domenica 15 dicembre alle ore 16 nella Chiesa dell’Adorazione all’interno dell’Istituto delle Suore Sacramentine di Bergamo, in via Sant’Antonino 14.

Per la prima volta, la lettura dei testi sarà affidata alle stesse suore Sacramentine, mentre la parte musicale avrà per protagonista l’Ensemble Estro Cromatico, formato da Marco Scorticati (flauto dolce), Elisa Imbalzano (violino), Marco Angilella (violoncello), Davide Pozzi (clavicembalo). Nato alla fine degli anni novanta del secolo scorso, l’ensemble si è specializzato nell’interpretazione storicamente informata. Si è distinto in alcuni concorsi internazionali presieduti da musicisti di fama mondiale come Gustav Leonhardt o Reinhard Goebel e ha tenuto concerti in stagioni prestigiose in Italia e all’estero come Tage Alte Musik Regensburg, Konzerthaus di Berlino, Konzerthaus di Vienna, Musica e Poesia a San Maurizio di Milano. I suoi componenti hanno dedicato la loro formazione e la loro vita professionale alla musica antica, specializzandosi nelle più importanti scuole europee e divenendo tra i musicisti più richiesti.

Il programma comprende brani perfettamente adatti all’organico del gruppo con sonate in trio e concerti che vedono protagonisti il flauto dolce e il violino barocco con il basso continuo sostenuto dal clavicembalo e dal violoncello.

Nel Concerto in Fa maggiore RV 100 di Antonio Vivaldi anche lo strumento basso, il violoncello, ha una parte obbligata, cioè solistica e la forma è quella classica con che prevede un adagio o largo tra due movimenti brillanti.

La Triosonata BWV 525 di Bach è un adattamento da una sonata per organo. Johann Sebastian scrisse le sei sonate in trio per l’istruzione del figlio maggiore Wilhelm Friedmann. Questi capolavori restano ancora la massima espressione didattica nella letteratura organistica per lo studio dell’indipendenza tra il pedale e le due mani, che suonano su due diverse tastiere. Come sempre, Bach ci consegna anche perle musicali inarrivabili che si adattano ad essere suonate con qualsivoglia strumento. Come suggerito infatti dalla pratica del tempo sarà eseguita una delle sonate, la prima, trasposta in sol maggiore per adattarsi all’estensione degli strumenti e con l’aggiunta della realizzazione del basso continuo.

La Triosonata op. 2 n. 4 di Georg Friedrich Händel ha una forma differente che ricorda da vicino quella della Sonata da Chiesa. Lo stile del celeberrimo compositore di Halle è una fusione perfetta tra l’espressività tipica delle composizioni italiane realizzata con armonie semplici ma accostate in modo straordinario e il contrappunto. Ne è particolare esempio il secondo allegro in stile fugato.

Telemann fu un compositore amatissimo e di gran successo in vita, tanto da essere considerato superiore allo stesso Bach. Il Consiglio della città di Lipsia, ad esempio, avrebbe preferito Telemann per il posto di Thomaskantor. Il compositore di Magdeburgo non accettò solo perché allettato da un congruo aumento stipendiale ad Amburgo. La brillante Sonata in Do maggiore per flauto e cembalo soli testimonia la straordinaria capacità di Georg Philipp di scrivere in maniera perfettamente adatta ai singoli strumenti dei quali conosceva possibilità tecniche ed espressive meglio di chiunque altro.

Anche l’ultima scoppiettante Triosonata in Re minore è stata per anni attribuita a Telemann. Più recenti studi ne conferiscono la paternità a Pierre Prowo, compositore ed organista tedesco attivo ad Altona. Di lui sopravvivono pochissimi brani per strumenti a fiato e qualche composizione corale.

L’iniziativa si avvale del sostegno delle ditte Montello, Fra.Mar, Agnelli Metalli, Co.me.c., Ambrosini, di Eliorobica come sponsor tecnico e ha la media partner di Avvenire, Prima Bergamo, BergamoNews, araberara e Seilatv.

Le offerte raccolte saranno destinate alle missioni delle suore Sacramentine.

Ingresso con offerta libera

Prenotazione obbligatoria (posti limitati) al: 388 58 63 106

Alzano, vandalizzato un furgone della Croce Rossa. Il sindaco: “Gesto vigliacco”

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Nella giornata di ieri la Croce Rossa di Alzano si è ritrovata a fare i conti una brutta sorpresa. “Uno dei nostri mezzi per il trasporto disabili posteggiato ad Alzano Lombardo è stato oggetto di un grave atto vandalico che lo ha reso inutilizzabile – hanno spiegato -. Riteniamo superfluo sottolineare che un atto di questo tipo, escludendo il fattore prettamente economico, danneggia enormemente la popolazione e i più vulnerabili”.

Queste le parole del sindaco Camillo Bertocchi: “Sdegno totale per questo gesto vile e vigliacco e piena solidarietà alla Croce Rossa e ai suoi fantastici volontari.
La denuncia alle forze dell’ordine è stata fatta e saranno vagliate le immagini. Se qualcuno avesse visto qualcosa è pregato di riferire ai Carabinieri o alla Polizia Locale. Chi volesse riferire a me di persona, con garanzia di anonimato, mi può contattare su messanger o a sindaco@comune.alzano.bg.it”.
Infine un appello: “La CRI ha iniziato la raccolta fondi per un nuovo pulmino. Costa 50.000€. Chi volesse aiutare la CRI, questi sono gli estremi per il versamento:
CROCE ROSSA ITALIANA COMITATO DI BERGAMO HINTERLAND U.T. ALZANO LOMBARDO
IBAN: IT92 J 056 9611 1000 0001 1455 X35″.

TAVERNOLA – Annamaria e Luigi: 65 anni insieme: “Mai una parolaccia, mai un litigio”

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Ci sono storie che partono da punti lontani per intrecciarsi nel tempo, quasi occasionalmente. Quella di Luigi Colosio (94 anni) e Annamaria Mascherona (90 anni) è partita da pochi metri di distanza, a Cambianica di Tavernola ma per più di vent’anni era come fossero degli sconosciuti. E così le due storie fino al 1951 sono state separate.

Cominciamo da quella di Luigi che mi è venuto incontro nel cortile appoggiandosi al bastone, ma con gli occhi vivi e indagatori sul visitatore, peraltro annunciato, ma sconosciuto. Nella cucina c’è la stufa accesa, i freddi dell’autunno, e la moglie vivace, ospitale, che ha voglia di raccontare.

Fuori nel portico c’è un mucchio di legna “minuta”, e Luigi capisce che il “forestiero” si chiede tacitamente qualcosa: “Sì, manca la legna grossa, la farò arrivare”. Ma la stufa fa il suo lavoro.

“Sono nato qui 94 anni fa, in una casa vicino alla chiesa di S. Michele, mio padre si chiamava Alberto e la mamma Orsola Foresti. Ho fatto le scuole a Tavernola. Mio padre lavorava quel pezzetto di campagna che aveva il nonno. Poi alla cementifera. Il nonno ha detto a mio padre, se resti e vuoi lavorare lo tengo, se no vendo il terreno. Avevano qualche mucca. E anch’io ho lavorato lì fino a quando mi hanno chiamato a fare il militare. Siccome avevo chiesto di entrare in Marina, mi hanno chiamato prima che facessi i 19 anni, sono stato a Modena tre mesi e poi a Villa Vicentina, facevamo esercitazioni di sbarco, ci portavano in mare con le zattere e poi facevamo prove di assalto. In Marina sono stato un anno…”.

Ma eravate già “morosi”? “No, abitavamo a pochi passi ma non ci conoscevamo. Quando sono tornato mio papà doveva andare a Bergamo, in corriera, mica in macchina, per curarsi e anche mia mamma era stata operata alla gola. Insomma, eravamo in difficoltà, soldi non ce n’erano e allora ho dovuto far domanda di andare in Svizzera, dove ci sono stato due anni, lavoravo in galleria, poi ho lavorato un anno anche a Como. Sono tornato quando hanno iniziato i lavori alla Cementeria, mettevano i forni nuovi, sono stato assunto alla Milesi e lì dal 1954, ho lavorato 30 anni”. “Lo ‘zio’ Battista ha continuato a fare il contadino, tenendo la latteria e l’osteria”, aggiunge la figlia Marida, presente alla nostra chiacchierata.

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LE BOTTEGHE DI ALBINO – I commercianti scaldano i motori in vista del Natale. Stavolta sarà illuminata anche Albino Alta: “Finalmente…”

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Sabato 2 dicembre alle ore 16 nella centralissima Via Mazzini iniziano, con l’accensione delle luminarie, le iniziative promosse dall’associazione dei commercianti ‘Le Botteghe di Albino’ in occasione delle festività natalizie. La cosa positiva è che quest’anno le luminarie, dopo diversi anni, sono state messe anche ad Albino Alta nelle vie Matteotti e Mons. Camillo Carrara, unendo cosi tutti i commercianti di Albino.

Uno degli obiettivi del nostro direttivoSerena Vezzoli, vicepresidente dell’associazione – è sempre stato quello di riuscire a coinvolgere nelle nostre iniziative tutti i commercianti di Albino. Siamo contenti che quest’anno alcuni commercianti di Albino Alta abbiano preso la tessera dell’associazione e collaboreranno alle nostre iniziative in occasione delle festività. Per quel che riguarda le luminarie di Albino Alta, una parte della spesa la pagano i commercianti e una parte la nostra associazione; quelle del centro storico sono a carico del Comune, mentre i commercianti di Via Sant’Anna si organizzeranno da soli per abbellire la loro strada. Il nostro direttivo è in carica da novembre 2023 e dobbiamo dire che quest’anno di lavoro è andato molto bene; ci troviamo una volta al mese in presenza, oppure online, e abbiamo tanto entusiasmo e voglia di fare, anche se a volte manca un po’ di collaborazione tra i commercianti…

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IL LIBRO / 1 – Un tuffo nei ricordi di Miro Radici. E non è soltanto… Atalanta

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L’Atalanta in questo lungo racconto è il filo conduttore, la passione ma anche il contesto, il pretesto per raccontarci una vita, un’epoca, un’impresa. È Miro Radici la voce narrante, raccolta e “tradotta” in narrazione dal giornalista sportivo storico de L’Eco, ma adesso al Corriere, Pietro Serina, una specie di “memorie di un ottuagenario” che, per età ed esperienza, può dire quello che vuole e magari cose che non ha mai raccontato prima, quando bisognava tener conto di certi equilibri che potevano far precipitare amicizie, relazioni e consensi.

Il libro ha un titolo piuttosto composito (“Miro Radici, con Pietro Serina: la mia vita con l’Atalanta” e in basso un sommario: “Storie di un calcio romantico”. In controcopertina si precisa già il molto che si troverà nel libro, aldilà del calcio (“La storia dell’Atalanta” ma anche “…e la storia di una dinastia”.

Bisogna cominciare da quel ragazzino di 9 anni, ultimo della nidiata del fondatore dell’impero, Pietro Radici, che viene portato a vedere una partita di calcio allo stadio di Bergamo, dopo aver fatto una sciata a Foppolo ed è incuriosito più dal contesto che dalla partita. È lo stesso ragazzino che siede (immaginiamo silenzioso) al grande tavolo della grande famiglia Radici che ha archiviato l’esperienza dei “coértì de Lef” e ha messo su varie aziende, è già arrivata fin nella lontana Sicilia ma apre aziende in varie parti d’Italia. È il fratello Gianni, di 17 anni più grande di Miro, che succedendo al padre tiene le redini di tutto.

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RIVA DI SOLTO – Quel Palazzo che sta per diventare un albergo di lusso: la storia di Palazzo Martinoni, edificato tra il 1903 e il 1906 e…

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L’iter va avanti. E i riflettori restano puntati in questo tranquillo fine autunno sul mega progetto che trasformerà Palazzo Martinoni in un albergo di lusso. E allora facciamo un passo indietro per capire dove arriva questo palazzo. Edificato in stile classico tra il 1903 e il 1906 su progetto dell’architetto  svizzero  Americo Marazzi e portato a termine nei particolari interni dall’Arch. bresciano Antonio Tagliaferri. Il Palazzo,  si articola in più corpi di fabbrica la cui porzione più nobile si affaccia direttamente su  via Porto e delimita una corte aperta porticata, di forma pressappoco quadrata. Ha un’altezza di circa 13 m e si sviluppa su 3 piani, con l’ultimo a doppia altezza, in quanto il quarto piano (sottotetto) non fu mai completato. Tra gli edifici residenziali di Riva di Solto questo detiene ancora il primato volumetrico e d’estensione.  Gli altri corpi di fabbrica costituenti il Palazzo, con funzioni accessorie, si affacciano sul retrostante parco  storico, costituito da aree verdi e ben piantumate con alberi ad alto fusto.  Le restanti parti aperte sono pavimentate con ciottolato oppure con cubetti in pietra o ancora rifinite da uno strato in ghiaietto. E anche negli spazi cosiddetti aperti sono previsti interventi di manutenzione, tranne nelle arre scoperte nate dalla demolizione di un corpo di fabbrica che si trova a nord dell’edificio, li sarà posata una nuova pavimentazione lapidea. Il Castellino, infine, occupa le aree poste più a sud dell’ambito, a poca distanza dal Palazzo e rimane arretrato  rispetto a via Porto.

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Alla fine la banana da sei milioni di dollari è finita nella pancia del miliardario cinese, se l’è mangiata come promesso

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Alla fine se l’è mangiata. Come promesso. Il miliardario cinese Justin Sun che ha acquistato per più di 6 milioni di dollari la banana di Maurizio Cattelan  durante una conferenza stampa in un hotel di lusso a Hong Kong, si è mangiato la banana originale appesa a un muro con lo scotch da Cattelan, per cui i 6 milioni e 200 mila dollari che ha speso per portarsela a casa sono finiti direttamente in pancia. E intanto il miliardario ha pensato di fare un bel gesto nei confronti del fruttivendolo di Manhattan da cui l’artista concettuale italiano l’aveva comprata per 25 centesimi: Justin Sun, re delle criptovalute, si è offerto di acquistare dal medesimo chiosco 100 mila esemplari dello stesso frutto, da distribuire gratuitamente a chiunque ne faccia richiesta e pagando dunque 25 mila dollari per la sua apparentemente generosa beneficenza. Ma non è così semplice. Shah Alam, 74 anni, il fruttivendolo originario del Bangladesh che ha venduto la banana a Cattelan da un chiosco di frutta e verdura all’angolo tra la 72esima strada e York Avenue, ha raccontato al New York Times che fare arrivare 100 mila banane da un magazzino all’ingrosso del Bronx fino alla sua bancarella costerebbe migliaia di dollari. Non sarebbe affatto semplice trasportarle, ha aggiunto, considerato che vengono spostate in cassette da 100 banane l’una. E in ogni caso, ha concluso, il chiosco non è suo, per cui i soldi non andrebbero a lui, che lavora in turni di 12 ore, pagato 12 dollari l’ora. Interpellato telefonicamente dal quotidiano newyorchese, il proprietario del chiosco, Mohammad Islam, 53 anni, ha detto che sarebbe disposto a suddividere il guadagno netto fra sé e i sei dipendenti dei due chioschi che ha in città, per una somma di 850 dollari a testa (pari a 804 euro). Ma ha aggiunto che finora non ha ricevuto nessuna offerta concreta di acquisto dal miliardario cinese. Insomma, l’unica cosa certa è che la banana da più di sei milioni di dollari è stata mangiata.

Lovere… Dono di luce: via al progetto “Lovere, il Borgo della Luce”

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L’Amministrazione comunale è lieta di presentare la sedicesima edizione “Lovere, il Borgo della luce”, un’iniziativa che da anni contraddistingue il paese annoverato nel club “I Borghi più belli d’Italia”. Da quest’anno sarà arricchita da numerosi eventi che ne valorizzeranno ancora di più la bellezza, riuscendo a coinvolgere sia turisti che residenti.
L’illuminazione artistica del borgo seguirà un percorso graduale e coinvolgente, ispirato al calendario dell’Avvento: a partire da sabato 30 novembre e per i tre sabati successivi si illuminerà una porzione delle facciate degli edifici, fino ad avere sabato 21 dicembre la completa accensione dell’illuminazione artistica.
“Le novità di quest’anno – spiega il Sindaco Claudia Taccolini – sono molteplici: per prima cosa il coinvolgimento di Antonella Adamo, Clara Grassi e Martina Paletti, artisti locali che ringraziamo per aver creduto al nostro progetto. Ci racconteranno la loro idea di Natale attraverso personaggi e scritte che illumineranno Palazzo Tadini, Piazza Garibaldi e Piazza Tredici Martiri fino al 6 gennaio 2025”.
Il calendario dettagliato delle illuminazioni sarà il seguente:
• 30 novembre ore 18.30: facciata principale di Palazzo Tadini con proiezioni firmate da Martina Paletti;
• 7 dicembre ore 17.30: edifici di Piazza Garibaldi con proiezioni firmate da Martina Paletti;
• 14 dicembre ore 17.30: Piazza Tredici Martiri (edifici a sinistra di via Cavallotti) con proiezioni firmate da Clara Grassi;
• 21 dicembre ore 17.30: Piazza Tredici Martiri (edifici a destra di via Cavallotti) con proiezioni firmate da Clara Grassi.
Tutte le opere saranno impreziosite dai particolati calligrafici a cura di Antonella Adamo.
In Piazza Vittorio Emanuele II, proprio nel cuore del borgo antico, torneranno i principali simboli natalizi. L’albero di Natale con decorazioni realizzate dai bambini delle scuole primarie usando materiali di riciclo, la capanna realizzata dal gruppo Scout e con le statue della Natività create dai giovani dell’Oratorio.
Le luminarie tradizionali saranno ampliate e arricchite con nuove installazioni, tra cui la suggestiva illuminazione del Viale dei Tigli, pensata per creare una passeggiata romantica e quasi fiabesca. Inoltre, in Piazza XIII Martiri e in altri punti strategici del paese, gnomi giganti in 3D cattureranno l’attenzione dei più piccoli e offriranno un’occasione perfetta per scattare ricordi indimenticabili!
“Grazie alla proficua collaborazione con la Nuova ProLoco Lovere – evidenzia Francesca Taboni, Consigliere con delega agli Eventi – è stato possibile integrare la nostra proposta di Natale con una serie di eventi per grandi e piccini, grazie al finanziamento ottenuto dall’Associazione nell’ambito del
bando regionale “OgniGiorno inLombardia” – seconda edizione”. Le iniziative, concomitanti
all’accensione delle illuminazioni artistiche, si svolgeranno secondo il seguente calendario:
• sabato 30 novembre: accensione albero di Natale
In piazza Vittorio Emanuele II, dalle ore 17.00 esibizione del coro “Sonoris Notae” diretto dal
M° Mauro Torri con canzoni natalizie e, a seguire, alle ore 17.30 accensione dell’albero di
Natale addobbato dagli alunni delle scuole primarie di Lovere.
• sabato 7 dicembre: concerto “Note tra le Candele” – coro “Mi Bemolle”
Nell’antica Chiesa Santa Chiara, alle ore 20.45, il coro “Mi Bemolle” narrerà e canterà una
favola natalizia in un’atmosfera magica grazie alla luce soffusa delle candele che offrirà
un’esperienza intima e suggestiva per celebrare il Natale.
Nel pomeriggio, dalle ore 15.00 alle ore 18.00, gonfiabili in piazza XIII Martiri per la gioia dei più piccoli; alle 16.30, inoltre, presso la Libreria Mondadori letture animate di Natale per
bambini.
• sabato 14 dicembre: “Serata di osservazione astronomica” San Giovanni in monte Cala, dalle ore 20.30, sarà il palcoscenico di una serata di osservazione astronomica con esperti che guideranno l’osservazione di luna, pianeti e altri corpi celesti attraverso il telescopio, accompagnati dalla compagnia teatrale “Olive a pArte”.
Nel pomeriggio, dalle ore 15.00 alle ore 18.00, gonfiabili in piazza XIII Martiri per divertire i
più piccoli; alle 16.30, inoltre, presso la Libreria Mondadori organizzerà letture animate di
Natale per bambini.
• domenica 15 dicembre: Concerto Gospel – coro “Hope Singers”
Nella Chiesa San Giorgio, alle ore 20.45, il coro “Hope Singers” ci accompagnerà con canti
Gospel in un’atmosfera unica, presentando canti sacri e canti etnici.
• sabato 21 dicembre: Dj set – Utōpia
Dalle ore 18.30, Piazza XIII Martiri sarà luogo di una grande festa dedicata ai più giovani, ma non solo a cura del gruppo Utopia che movimenterà la serata con un dj set che spazierà dalla musica house all’indie dance, dalla techno all’elettronica.
Tutti i weekend, infine, in Piazza XIII Martiri, a rotazione, sarà presente con un proprio stand un’associazione del territorio che sarà lieta di farsi conoscere.
“L’Amministrazione comunale – conclude l’Assessore alla Cultura Marco Bonomelli – esprime un sentito ringraziamento a tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione di questa importante iniziativa. Il progetto prende vita grazie a una progettualità condivisa con la Nuova ProLoco, la Parrocchia, le scuole, i commercianti e le associazioni locali con l’obiettivo di celebrare e valorizzare le tradizioni natalizie. Un ringraziamento particolare va a Regione Lombardia e alla Camera di Commercio di Bergamo per il contributo concesso e all’Accademia Tadini per la preziosa collaborazione”.

CLUSONE – Marco e la sua ‘Presolana in fiore’. “Mi sono licenziato dalla banca e ho cambiato vita. Dopo la morte di mio fratello (Claudio, scomparso in Presolana lo scorso anno ndr) non volevo essere considerato un numero…”

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Luca Mariani

Un materasso di rose bianche, rosa, gialle e rosse, impreziosite dalle candide spighe dei miscanthus incornicia la scritta “Presolana in fiore”. Mazzi di girasoli, ortensie e tulipani recisi affiancano il lungo bancone in legno. Orchidee ordinate dal bianco alle sfumature più intense del fucsia, vasi in ceramica di tutte le forme e colori, dal blu al marrone, dal quadrato al cilindro si affacciano sui due lati della vetrina.

È il pomeriggio di sabato 9 novembre. Marco Ongaro in giacca blu e gilet scozzese è raggiante: «È stato proprio bello! Inaugurazione super! C’era una marea di gente.» Tanti amici e molti curiosi. La mamma Antonietta, il fratello don Diego, la cognata Chiara e il nipote Simone «il primo sindaco del Consiglio comunale dei ragazzi di Clusone eletto in seconda media» non è l’unica istituzione. C’è anche Massimo Morstabilini il primo cittadino baradello, Luciano Bassanelli, il collega fiorinese e Michele Schiavi, consigliere regionale lombardo di maggioranza. «Ci tenevo a fare una bella inaugurazione perché è proprio un passaggio e un cambio di vita. Le vetrine si sono viste solo alle 16, prima non ho rivelato nulla. È un modo per segnare il mio cambio: “Presolana in fiore” è uno stile di vita. È il mio nuovo modo di vedere le cose e di vivere.»

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ENDINE – SAN FELICE – Mamma Barbara racconta Andrea, travolto sul marciapiede nel 2023: “Ho perso il mio unico figlio a 17 anni. Nemmeno l’ergastolo me lo riporta indietro, ma voglio giustizia”

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E’ una serata di metà novembre, fuori è buio, proprio come quella notte d’estate tra il 24 e il 25 agosto del 2023 che si è inghiottita Andrea nel fiore dei suoi 17 anni. Andrea Dellanoce stava camminando sul marciapiede, le cuffiette per ascoltare la musica nelle orecchie come faceva sempre nelle sere d’estate prima di rientrare a casa da mamma Barbara e andare a dormire. Quella notte Andrea a casa non ci è tornato, è stato investito da un furgone a San Felice, frazione di Endine, in via Cavenaghi, a una manciata di metri da casa.

Erano più o meno le 23:20 quando è passato da casa – spiega mamma Barbara -, ha deciso di accompagnare una mia amica, che lui chiamava zia, che abita dopo la strettoia per andare a Monasterolo. L’ha salutata, le ha detto ‘ci vediamo domani’ poi ha proseguito il suo giro sul lago fino al vecchio campo sportivo e da lì è tornato indietro, invece di fare il lungolago è andato sul marciapiede”.

Quel domani con cui ha salutato l’amica di famiglia per Andrea non è più arrivato, lì, sul quel marciapiede si sono spenti per sempre i suoi sogni: “Non sapevo nulla, ho sentito le sirene dell’ambulanza e l’ho chiamato subito. Il telefono squillava, non mi ha risposto, ma di solito mi richiamava lui visto che ascoltava sempre la musica… la chiamata però non è mai arrivata e mi si è gelato il sangue. Nel frattempo mi sono affacciata alla finestra e ho visto un amico che stava venendo a chiamarmi; mi ha detto di correre perché avevano investito Andrea e lo stavano rianimando. Sono scesa subito in strada, quando l’ho visto, anche se sembrava che non si fosse fatto nemmeno un graffio se non per una frattura alla gamba destra, ho capito subito che non c’era più niente da fare. Mi sono sentita morire”.

Un colpo dritto al cuore: “In quel momento ho perso l’unico figlio ed è stato come se una parte di me fosse andata via con lui… era la mia metà. Quante persone mi dicono che siamo due gocce d’acqua e che in me vedono Andrea, da una parte questo mi solleva e mi fa stare bene perché tiene vivo il suo ricordo, dall’altra è difficile sopportare che lui non sia più qui con me”.

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