giovedì, 16 Gennaio 2025, 3:14
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Traffico internazionale di sigarette: sequestrate fabbriche clandestine a Bergamo e tonnellate di tabacco per 13 milioni

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Sono in corso – in tutta Europa – arresti, perquisizioni e sequestri volti a smantellare un
gruppo criminale composto da soggetti originari dell’Est Europa (ucraini, moldavi e rumeni),
ritenuti responsabili di reati di produzione e traffico di sigarette di contrabbando.
Le indagini sono state svolte da una Squadra Investigativa Comune costituita – con il
coordinamento di Eurojust – dalle autorità giudiziarie francesi, italiane e polacche; a questa
si è affiancata una ‘Operational Task Force’, ovvero un team di forze di polizia istituito presso Europol, che ha visto coinvolte le forze di polizia anche di altri paesi europei.
In totale sono 11 le Forze di polizia impegnate (in Italia, Francia, Polonia, Belgio, Bulgaria,
Germania, Grecia, Lettonia, Lituania e Paesi Bassi) che stanno operando in costante
sinergia per smantellare un’organizzazione criminale che, nel tempo, è riuscita a ramificarsi
in diversi Paesi, per accrescere i propri interessi illeciti.
In Italia, le indagini sono state condotte dalla Guardia di Finanza e dall’Arma dei Carabinieri
di Bergamo, coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale orobico.
In più di un anno di indagini, attraverso diverse riunioni operative tenutesi a L’Aja (in sede
Eurojust ed Europol), è stato possibile riscostruire le relazioni economiche e i canali di
distribuzione del tabacco che, una volta giunto in Europa – e quindi anche in Italia – veniva
successivamente trasferito, attraverso autoarticolati, nelle fabbriche clandestine collocate
dall’organizzazione in tutto il continente. Nei confronti dei principali indagati, in continuo
spostamento fra i vari Paesi, le Autorità Giudiziarie francese e polacca hanno emesso
specifici mandati d’arresto europeo.
Si evidenzia che il procedimento penale verte ancora nella fase delle indagini preliminari e
che le responsabilità degli indagati saranno definitivamente accertate solo ove intervenga
sentenza irrevocabile di condanna.
Ulteriori dettagli saranno comunicati al termine delle operazioni in corso in diverse provincie.

ROGNO – Incendio distrugge centro estetico aperto da poche settimane. Il sindaco: “Abito lì vicino, alle 3 di notte ho sentito un rumore e ho visto il fumo”. Evacuati di notte 12 appartamenti

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Un incendio ha distrutto un centro estetico aperto da poche settimane a Rogno.

Ho sentito rumori strani intorno alle tre di notte e così ho guardato dalla finestra, ho visto il fumo salire e sono corso a vedere cosa stava succedendo”, il sindaco di Rogno Valerio Felice Franzoni abita vicino a via Nazionale, in una via parallela al luogo dove c’è stato l’incendio. Era la notte tra domenica e lunedì e un rogo ha distrutto un centro estetico aperto da poche settimane, nei presso della scuola primaria. Sul posto i Vigili del Fuoco che hanno domato l’incendio ma le fiamme hanno danneggiato anche qualche appartamento sopra il centro, i carabinieri e un’ambulanza di Camunia Soccorso. I carabinieri non escludono l’ipotesi del dolo. Non ci sono stati feriti, ma le fiamme hanno raggiunto gli appartamenti dei piani superiori con quattro famiglie che sono state fatte evacuare; tre di loro hanno potuto fare rientro in mattinata, mentre una è rimasta fuori. Per consentire le operazioni di messa in sicurezza, inoltre, poco prima dell’alba via Nazionale è stata chiusa al transito e riaperta in poco più di un’ora, senza quindi creare alcun disagio al traffico mattutino. A chiarire le dinamiche dell’incendio ci penserà il sopralluogo dei Vigili del Fuoco, consentendo anche di verificare i danni causati all’edificio. “Sopra il centro estetico – continua il sindaco – ci sono 12 appartamenti, tutti sono scesi subito in strada, sono rientrati oggi, per ora non è agibile un appartamento, il tecnico farà un sopralluogo per capire se gli occupanti possono rientrare”. Mentre per il centro estetico niente da fare. E’ distrutto.

In Lombardia le incisioni rupestri più alte d’Europa. Fontana e Sertori: “Straordinaria scoperta”

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La Lombardia si conferma come un vero e proprio libro di storia e di biodiversità a cielo aperto e si arricchisce di una nuova eccezionale scoperta: i petroglifi del Pizzo Tresero nel Comune di Valfurva (Sondrio) nel Parco Nazionale dello Stelvio.

Una scoperta che nasce dalla segnalazione, nell’estate 2017, da parte dell’escursionista comasco Tommaso Malinverno alla Soprintendenza, della presenza di alcuni segni incisi su una roccia ai piedi del ghiacciaio del Pizzo Tresero, a 3.000 metri di altitudine. Si tratta di incisioni rupestri databili alla Media età del Bronzo, tra 3.600 e 3.200 anni fa. A questa scoperta si ‘associa’ la notizia, diffusa il 13 novembre, di un ritrovamento paleontologico nel Parco delle Orobie Valtellinesi, un ecosistema fossilizzato 280 milioni di anni fa e risalente all’ultimo periodo dell’era paleozoica.

La scoperta e gli studi sono stati presentati, a Palazzo Lombardia, dal presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana; dall’assessore regionale a Enti locali e Montagna, Massimo Sertori; dal direttore del Parco dello Stelvio, Franco Claretti; dalla prorettrice dell’Università di Bergamo, Elisabetta Bani; da Sara Masseroli della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle province di Como, Lecco, Monza e Brianza, Pavia, Sondrio e Varese; da Stefano Rossi, archeologo della Soprintendenza e da Stefano Morosini, dell’Università di Bergamo e consulente del Parco nazionale dello Stelvio.

I petroglifi del Tresero sono una testimonianza della presenza di lunghissimo periodo dell’uomo nelle terre di montagna. Le incisioni sono collocate sopra il Passo di Gavia e sono in stretto collegamento con i siti rupestri in Valtellina e in Valle Camonica, primo sito italiano a ottenere, nel 1979, il riconoscimento Unesco quale Patrimonio dell’Umanità.

PRESIDENTE FONTANA: UOMO OLTRE 3.000 METRI GIÀ NELL’ETÀ DEL BRONZO – “Siamo di fronte a una scoperta di importanza molto rilevantissima – ha detto il presidente Fontana – perché si tratta dei graffiti rinvenuti, in Europa, alla quota più alta, a oltre  3.000 metri.  Una notizia eccezionale che assume un valore scientifico e storico particolarmente rilevante e che rendono queste montagne lombarde ancora di più al centro dell’interesse non solo degli appassionati della materia, ma più in generale a tutti coloro che si recheranno in Valtellina per visitarle”.

ASSESSORE SERTORI: PARCO LIBRO RICCO DI STORIA E BIODIVERSITÀ – “Il Parco Nazionale dello Stelvio – ha detto l’assessore Massimo Sertori – è veramente un libro cielo aperto perché ogni giorno ci regala delle sorprese. In questo caso parliamo di ritrovamenti molto importanti. Questo è un ritrovamento eccezionale che testimonia la presenza dell’uomo ad altitudini così elevate anche in tempi in tempi molto lontani”. “Regione Lombardia continuerà a seguire questa scoperta con grande attenzione, un ritrovamento che interessa l’area del Parco nazionale dello Stelvio e che coinvolge tante università esaltando la ricerca scientifica anche sulle specie animali, sulla biodiversità  e sulla natura del paesaggio”.

ASSESSORE CARUSO: BENE IDEA DEL MUSEO ARCHEOLOGICO – L’assessore regionale alla Cultura, Francesca Caruso, ha voluto evidenziare come “questa scoperta abbia un significato fondamentale proprio in chiave culturale. Una notizia che ci consentirà di conoscere meglio il nostro passato, potenziare l’attrattività culturale delle nostre aree di montagna e di promuoverle per il futuro anche al di là dei già qualificati aspetti turistici”.

FRANCO CLARETTI (DIRETTORE PARCO DELLO STELVIO): AUMENTA IMPORTANZA STORICA DELL’AREA PROTETTA – “Allo già straordinario valore delle sue componenti ambientali e paesaggistiche, si aggiungono – ha rilevato il direttore del Parco Nazionale dello Stelvio, Franco Claretti – le testimonianze, per ora solo sfumate ma di grandissimo interesse e fascino, che ne fanno un territorio vissuto da millenni. Quello dei petroglifi del Tresero è solo un caso dei tanti filoni di indagine storica su cui stiamo lavorando assieme ai molti altri partner istituzionali. Un caso unico per le terre alte. Qui uomo e natura interagiscono e si plasmano l’un l’altro da sempre. L’idea della coesistenza affiora dalla storia profonda”.

ELISABETTA BANI (PRORETTRICE UNIVERSITÀ DI BERGAMO) – “Nell’analisi della scoperta – ha detto Elisabetta Bani, prorettrice dell’Università di Bergamo – c’è un ruolo di riflessione raccordo e rilancio nel caso dell’Università degli Studi di Bergamo è importante aver creato una serie di collaborazioni reticolari e saldamente legate con il territorio noi abbiamo anche un polo territoriale nella provincia di Sondrio e questo consente di allargare e riportare sul territorio le ricerche che vengono fatte”.

STEFANO MOROSINI (UNIVERSITÀ BERGAMO E COORDINATORE SCIENTIFICO PARCO NAZIONALE DELLO STELVIO) – “Il Parco Nazionale dello Stelvio – ha detto Stefano Morosini, docente dell’Università degli studi di Bergamo e coordinatore scientifico del Parco Nazionale dello Stelvio – non persegue solamente le sue importanti funzioni di tutela degli equilibri ecologici e delle peculiarità paesaggistiche, a garanzia e trasmissione alle generazioni future dei suoi straordinari habitat d’alta quota, ma svolge anche una serie importante di attività di tutela e valorizzazione del proprio patrimonio storico, archeologico e architettonico, in un’area montuosa di straordinario valore ambientale posta al centro delle Alpi che da millenni è abitata dall’uomo”.

STEFANO ROSSI (ARCHEOLOGO SOPRINTENDENZA) – “Abbiamo effettuato molti sopralluoghi e molti interventi – ha spiegato il professor Stefano Rossi della Soprintendenza – proprio a conferma dell’autenticità di questo di questo sito così particolare. Gli elementi maggiori oltre alla verifica diciamo fisica del dei manufatti e della loro modalità di incisione è stata realizzata con delle indagini cosmologiche, ovvero la verifica in laboratorio dei tempi di esposizione ai raggi cosmici diciamo più banalmente alla luce solare, e di un sito che è emerso dal ghiacciaio, poi da questi nuovamente sommerso, e poi, da pochi decenni, a fronte della della fusione del ghiacciaio del Tresero nuovamente riemerso”.

LA SCHEDA – I petroglifi si concentrano su alcune rocce lisciate dall’azione dei ghiacci poste in posizione defilata lungo il margine occidentale del bacino del ghiacciaio, ai piedi di Punta Segnale. Le tecniche impiegate nella realizzazione delle incisioni e alcune caratteristiche nella composizione figurativa suggeriscono che i segni siano stati realizzati da mani diverse, forse in periodi successivi.

Le incisioni del Tresero si collocano quindi al confine tra due dei comprensori più ricchi di manifestazioni d’arte rupestre dell’arco alpino: le rocce e i massi incisi camuni, patrimonio Unesco e ormai note a livello mondiale, e le altrettanto significative testimonianze valtellinesi, come la Rupe Magna di Grosio, tra le rocce incise più estese delle Alpi, o le statue-stele rinvenute numerose nell’area di Teglio.

Va evidenziato che tracce dell’azione di erosione e di sfregamento causate dalla nuova avanzata del ghiacciaio, a partire da 3.000 anni fa, sono ancora visibili sulle rocce e riguardano anche le incisioni, che presentano striature e risultano parzialmente cancellate. Ciò potrebbe far supporre che in origine i segni incisi fossero in numero maggiore e che siano stati in parte cancellati dall’avanzata glaciale, che avrebbe risparmiato solo quelli posti in posizione più protetta. Se questa ipotesi fosse corretta, i petroglifi rinvenuti sul Tresero potrebbero essere quanto resta di un complesso figurativo più vasto, una sorta di ‘santuario’ di arte rupestre, una versione a piccola scala di quello riconosciuto fin dall’Ottocento sul Monte Bego, sulle Alpi Marittime, a oltre 2.000 metri di altitudine.

Questa scoperta conferma che il Parco Nazionale dello Stelvio e l’Alta Val di Gavia rappresentano un osservatorio unico e privilegiato per ricostruire l’interazione tra uomo e terre alte. Sulle domande che ruotano attorno al ritrovamento è in corso un articolato progetto di ricerca.

L’obiettivo è quello di ricostruire le modalità di occupazione del territorio e le strategie di sfruttamento delle risorse delle comunità umane in tutta l’area dell’Alta Valle di Gavia, che è nota per aver restituito tracce di frequentazioni molto antiche. L’esito delle indagini archeologiche condotte dal 2022 in diversi siti a breve distanza dal Tresero, alla Malga dell’Alpe, alla Grotta Cameraccia e al Lago Nero, ha infatti confermato che queste aree, oltre diecimila anni fa, furono percorse dai cacciatori mesolitici, che hanno lasciato le tracce di bivacchi e di postazioni per la caccia. E la Lombardia, anche come Regione, vuole conoscere di più e meglio il suo passato umano e quello delle sue montagne, uno dei preziosi tesori regionali.

80° anniversario del Combattimento alla Malga Lunga, il presidente nazionale dell’ANPI: “Il lascito dei partigiani i pilastri su cui costruire il futuro”

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Democrazia, libertà, eguaglianza, solidarietà, lavoro e specialmente pace: queste parole sono l’essenza della Resistenza e sono anche i principi fondamentali della Costituzione. Sono un modo per essere società e Stato, comunità aperta di donne e uomini liberi e uguali, prospettive di vita e di futuro per le giovani generazioni. Questo è anche il dono che ci ha consegnato Giorgio Paglia. Questa è la via che vogliamo e dobbiamo percorrere. E non consentiremo a niente e a nessuno di tornare indietro”: è un messaggio di speranza quello lanciato questa mattina dal presidente nazionale dell’Anpi, Gianfranco Pagliarulo. Alla Malga Lunga, luogo simbolo della Resistenza bergamasca, si sono svolte le commemorazioni ufficiali dell’80esimo anniversario del sacrificio della 53a Brigata Garibaldi13 Martiri di Lovere”.

Il 17 novembre del 1944 i partigiani Giorgio Paglia, Guido Galimberti (“Barbieri”), Andrea Caslini (“Rocco”), Mario Zeduri (“Tormenta”), i russi Semion Kopcenko (“Simone”), Alexander Noghin (“Molotov”), Ilarion Efanov (“Starich”) e “Donez” opposero resistenza contro le forze fasciste della Legione Tagliamento, finendo poi catturati e uccisi. 

Sono passati 80 anni dai combattimento della e siamo ancora a Malga Lunga, luogo simbolo della Resistenza bergamasca, un luogo scelto dai partigiani e dall’ANPI per fare memoria, per incontrare le giovani generazioni e trasmettere i valori della Resistenza”, sottolinea Mauro Magistrati, presidente Anpi Bergamo, nel corso della cerimonia, organizzata dal Comitato Provinciale dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia con il Patrocinio del Comune di Sovere e del Comune di Gandino.

“È fondamentale tornare in questi luoghi – aggiunge – dove affondano le radici della nostra convivenza civile, perché oggi più che mai abbiamo bisogno di recuperare questi valori. L’insegnamento profondo della Resistenza è stato parlare di speranza. Oggi viviamo un momento in cui i governanti spesso alimentano la paura, fomentando divisioni e conflitti, dividendo il Paese. La Resistenza, al contrario, è stata un momento in cui si è cercato di unire, per offrire una prospettiva di futuro e di speranza, un compito ancora oggi da portare a compimento. Tornare in questi luoghi significa riaffermare la necessità di continuare la Resistenza. Come recita la celeberrima poesia di Calamandrei: “Ora e sempre Resistenza”. Anzi, “Ora è sempre Resistenza”.

La mattinata ha avuto inizio 8 a Fonovo di Endine Gaiano con l’inaugurazione, curata dalla Sezione ANPI “Giuseppe Brighenti” di Endine Gaiano, dal CAI Bergamo e dal Comune di Endine Gaiano del Sentiero intitolato a “Mario Zeduri”. Al “Tormenta” sarà dedicata la targa, mostrata oggi in anteprima e che sarà collocata sulla vetta del Pizzo della Presolana.

Nel corso della giornata, si è tenuta anche la presentazione, a cura dalla Sezione ANPI “M.O. Giorgio Paglia” di Alzano e Isrec di Bergamo, del libro “Stasera mi fucileranno. Giorgio Paglia 1922-1944”, (Il Filo di Arianna, 2024)”; il dialogo tra l’autore e presidente dell’Isrec di Bergamo, Angelo Bendotti e Guido Paglia, si è concentrato sulla lettura del diario di Teresa Pesenti, madre Giorgio Paglia.

 

COSTA VOLPINO – LOVERE – Inaugurata via Macallé: “E’ la strada di tutti”

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E’ stata inaugurata questa mattina, sabato 16 novembre, poco dopo le 11, via Macallè, l’arteria che collega Lovere e Costa Volpino rimasta chiusa per 16 lunghi anni. Ora il taglio del nastro in presenza di amministratori, Forze dell’ordine, cittadini, e delle bande musicali che si sono unite per l’occasione. 

Per le comunità di Costa Volpino e di Lovere è un giorno di festa – ha detto Federico Baiguini, primo cittadino di Costa Volpino -, un giorno molto atteso, questa strada è stata chiusa alla fine del 2008 e quindi oggi riapriamo un’importante via di comunicazione grazie ad un lavoro che possiamo definire caparbio. Non nascondo che ci sono stati anche momenti di sconforto, è stata una storia complicata, ricordo quando avevamo iniziato e c’erano 40mila euro per fare quest’opera. Tutto questo è stato possibile grazie al lavoro di squadra tra due amministrazioni e non sarebbe stato possibile senza una convergenza di intenti e la capacità di guardare insieme al di là delle problematiche che sono sorte. Questa è la strada di tutti, non è la strada di Lovere o di Costa Volpino, serve tutto il nostro territorio così come succederà con lo sviluppo della sponda nord del lago, sarà bello per il nostro paese ma sarà bello per tutte le nostre comunità. Dobbiamo imparare a guardare avanti, a superare le differenze e lavorare insieme. Questo siamo stati capaci di fare nel passato e questo dovremo fare nel futuro“. 

Poi la parola è passata alla sindaca di Lovere, Claudia Taccolini: “E’ l’apertura di una via che per Lovere risulta fondamentale però non è un beneficio solo per i loveresi ma anche per tutto il territorio e tutte le persone che quotidianamente vengono a Lovere per studiare o per lavoro. L’augurio è che questa non sia solo un’unione di una via tra i nostri paesi ma anche un segnale di collegamento e di collaborazione tra le nostre amministrazioni“.

Infine l’intervento di Mauro Bonomelli, presente in veste di consigliere provinciale: “Da subito quest’opera è stata interpretata dalla mia prima amministrazione nel 2011 e da tutte quelle che ci siamo confrontati come opera sovracomunale, perchè era uno sbocco per l’ospedale, per le scuole, un’arteria di scarico per la frazione di Corti. E’ un’arteria che è stata chiusa nel 2008 in seguito ad un dissesto idrogeologico, un tema che purtroppo per molti comuni negli anni è diventato importante e impegnativo. Qui c’era una casa che poi è stata demolita dalla proprietà e con grande franchezza possiamo dire che pensavamo di risolvere prima questa situazione, ma in realtà arriviamo oggi perchè l’onerosità di questo intervento è stata importante e significativa. Quando ci siamo insediati nel 2011 abbiamo lavorato da subito con le varie amministrazioni che si sono succedute a Lovere, con la Comunità Montana, la Provincia e la Regione cercando fondi e tra investimenti pubblici e privati sono entrati in quest’opera sono entrati quasi tre milioni di euro ed è la seconda opera come costo più importante degli ultimi anni. Queste opere pubbliche non sono di chi le realizza e di chi le inaugura ma di tutti i cittadini e di tutto il territorio che le utilizza“.

Seguiranno approfondimenti sul numero di Araberara in edicola dal 22 novembre.

 

Clusone tra i 5 borghi di montagna più belli e “cliccati” online

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Clusone è tra i 5 borghi di montagna più belli e cliccati online. A dirlo è lo studio di Moveo, che ha identificato le località preferite dagli utenti online analizzando gli ultimi trend di viaggio.

Negli ultimi anni, l’Italia ha assistito a un vero boom del turismo tra i borghi più belli d’Italia. Per questo, Moveo ha realizzato uno studio approfondito sulle ultime tendenze di ricerca, rendendo possibile identificare quali sono alcuni dei borghi di montagna italiani più popolari tra visitatori e turisti.

I Borghi più belli da vedere

L’avvicinarsi delle festività natalizie richiama sempre più persone nei Borghi più belli d’Italia, affascinate dall’atmosfera tranquilla e accogliente di queste splendide località. Un modo per viaggiare più “slow”, lontani dalle grandi folle causate dall’overtourism nelle grandi città d’arte, ma anche per riscoprire il proprio territorio e le proprie “radici“.

Ecco i 5 borghi di montagna tra i più belli e cercati online.

Vipiteno

Nel cuore delle Alpi del Sud Tirolo, Vipiteno, in provincia di Bolzano, è uno dei borghi più “cliccati” del Trentino-Alto Adige secondo lo studio realizzato da Moveo. Un tempo punto di sosta per i mercanti, oggi questa località offre un perfetto mix di storia e cultura e attività montane, tra passeggiate e sci di fondo.

Da vedere assolutamente sono l’imponente Castel Tasso, tra i castelli più importanti della Regione, e la Zwölferturm (la “Torre delle Dodici”), simbolo di Vipiteno. Qui si tiene anche uno dei mercatini di Natale più belli e sostenibili d’Italia, con luminarie da sogno e le tipiche casette di legno.

Sappada

Tra i borghi più belli delle Dolomiti, Sappada è un angolo nascosto del Friuli-Venezia Giulia, dove antiche tradizioni linguistiche e architettoniche ladine si conservano.

Questo borgo, con le sue abitazioni caratteristiche immerse in paesaggi davvero da cartolina, è una destinazione prediletta per gli amanti della natura. Da qui partono percorsi per trekking ed escursioni, ma è anche una delle migliori località sciistiche della Regione, soprattutto per chi deve imparare a sciare da zero.

Subiaco

Situato nella provincia di Roma, Subiaco, per quanto non sia propriamente un borgo “alpino”, è immerso nella catena dei Monti Simbruini ed è considerato uno dei borghi più belli del Lazio. Il borgo è famoso per i suoi monasteri benedettini, tra cui Santa Scolastica e il Santuario del Sacro Speco, ricco di affreschi e cappelle scavate nella roccia.

Tra le attività, Subiaco offre escursionismo, orienteering, e sport fluviali sul fiume Aniene. Non mancano le delizie gastronomiche locali come il subiachino, un biscotto a forma di rombo ricoperto di glassa bianca.

Clusone

Nella provincia di Bergamo, Lombardia, il borgo di Clusone è celebre per il suo affresco della Danza Macabra nell’Oratorio dei Disciplini e l’intricato Orologio Planetario di Fanzago in Piazza dell’Orologio.

Questo pittoresco borgo montano, immerso nelle Prealpi Orobie, attira appassionati d’arte e amanti della natura con i suoi sentieri escursionistici che offrono panorami mozzafiato della regione.

Usseaux

Nel cuore delle Alpi Cozie, Usseaux, uno dei “Borghi più belli d’Italia” in provincia di Torino, è un incantevole borgo a 1200 metri di altitudine. Circondato dai parchi naturali di Orsiera-Rocciavrè e del Gran Bosco di Salbertrand, offre un panorama eccezionale e un rifugio per gli amanti della natura.

Oltre alla sua bellezza naturale, Usseaux è noto per i murales che adornano il borgo, rendendolo una meta ideale per gli amanti della street art in Italia.

Clusone, arrestato 23enne residente a Piario dopo una rapina al kebab

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Un 23enne residente a Piario è stato arrestato dopo aver rapinato il kebab, nel centro di Clusone, è stato arrestato dai Carabinieri della Compagnia. Il fatto risale alla notte del 12 novembre intorno alle 22:00 quando il ragazzo, che per nascondere il volto indossava uno scaldacollo ed era incappucciato, è entrato nel locale armato di pistola e ha minacciato il titolare facendosi consegnare circa 100 euro, dandosi poi alla fuga.

Il titolare dell’attività, un giovane di origine pakistana, che aveva ceduto alla minaccia, ha chiamava immediatamente  il numero unico 112 riferendo l’accaduto ai Carabinieri. Attraverso una descrizione lucida e completa del sospettato, che era entrato in azione poco prima, senza tralasciare alcun dettaglio, forniva all’operatore della Centrale Operativa della compagnia di Clusone elementi essenziali per attivare le ricerche. Questi venivano immediatamente  riversati ad una pattuglia in circolazione nella zona mentre un’altra pattuglia veniva subito inviata dal richiedente per verificare che non avesse riportato ulteriori conseguenze e raccogliere ulteriori indizi per rintracciare l’autore.

La vittima riusciva ad aggiungere ulteriori particolari circa l’abbigliamento del soggetto ricercato, alcune caratteristiche della possibile arma utilizzata e la somma di denaro asportata e introdotta all’interno di una borsetta in tessuto fornita alla vittima dal rapinatore.  

I Carabinieri delle Stazioni di Ardesio e Clusone, dopo circa 20 minuti d’ininterrotte ricerche, a circa 1 km di distanza dall’esercizio commerciale rapinato, notavano un giovane che stava prelevando un pacchetto di sigarette dal distributore automatico della piazza della Repubblica, luogo da dove partono i pullman che collegano la val Seriana con il centro di Clusone. Le fattezze dell’individuo corrispondevano perfettamente  alla descrizione del soggetto ricercato, lo stesso veniva raggiunto e fermato: dopo essere stato bloccato in sicurezza, all’esito della perquisizione personale e della sua identificazione, i militari trovavano celati sotto l’abbigliamento e all’interno di uno zaino la pistola, risultata essere una “scacciacani”, e lo scaldacollo, fondamentali per ricostruire la dinamica dei fatti, nonchè l’intero contante dentro la borsetta di tessuto decurtato dei soldi usati per l’acquisto del pacchetto di sigarette che il sospettato aveva appena prelevato. 

Il giovane, di origini serbe, nativo di Clusone e residente a Piario, al termine degli accertamenti è stato tratto in arresto ed il P.M. ha richiesto la convalida.

Inoltre i militari, avendo rinvenuto alcuni grammi di sostanza stupefacente all’interno di un contenitore ovale nascosto dall’arrestato, lo hanno segnalato all’autorità competente in violazione dell’art. 75 dpr 309/90 quale assuntore di sostanze stupefacenti, di cui lo stesso annovera gia un precedente.

L’arresto è stato convalidato dal Giudice per le Indagini Preliminari, che ha disposto la misura degli arresti domiciliari. 

‘Ogni giorno in Lombardia’, dalla Regione fondi per Vertova e Lovere

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Grazie allo scorrimento della graduatoria del Bando regionale “Ogni giorno in Lombardia”, arrivano importanti risorse per tre località della provincia di Bergamo: Vertova, Urgnano e Lovere. Il bando, che sostiene eventi e iniziative di carattere attrattivo-turistico, prevede il finanziamento di attività destinate a valorizzare le destinazioni lombarde, promuovendo il territorio sia a livello nazionale che internazionale. Le risorse possono essere destinate a iniziative organizzate da soggetti pubblici o privati.

Michele Schiavi, consigliere regionale di Fratelli d’Italia, ha espresso soddisfazione per il risultato ottenuto, sottolineando l’importanza di queste risorse per il territorio. “Desidero ringraziare gli assessori regionali Marco Alparone (Bilancio) e Barbara Mazzali (Turismo, Marketing territoriale e Moda) – ha dichiarato Schiavi – per aver ascoltato le richieste del nostro territorio, di cui mi sono fatto tramite. Queste risorse rappresentano un riconoscimento concreto per le amministrazioni comunali e per le associazioni locali, permettendo loro di proseguire nel lavoro di promozione e valorizzazione del nostro patrimonio, con l’obiettivo di rendere il nostro territorio sempre più attrattivo e competitivo“.

Nel dettaglio, i fondi assegnati alle realtà bergamasche grazie allo scorrimento della graduatoria sono così distribuiti:

  •      Vertova riceverà 9.999 euro
  •      Urgnano beneficerà di 6.204 euro
  •      La Nuova Proloco Lovere sarà finanziata con 10.000 euro

Questi fondi saranno utilizzati per sostenere iniziative che mirano a rafforzare l’offerta turistica locale, con particolare attenzione alla creazione di eventi che possano attrarre visitatori e aumentare la visibilità delle destinazioni. In questo modo, la Lombardia continua a investire nel proprio potenziale turistico, rafforzando il legame tra la tradizione e le nuove opportunità di sviluppo del settore.

Si tratta di un risultato molto positivo – concluso Schiavi -, che consente ai nostri comuni e alle nostre associazioni di continuare a valorizzare il territorio, con progetti che, oltre a promuovere il turismo, stimolano anche la crescita culturale ed economica delle nostre comunità“. L’assegnazione di questi fondi segna un ulteriore passo verso la costruzione di una Lombardia sempre più dinamica e orientata alla promozione di un turismo sostenibile e innovativo.

Guardia di Finanza: erogate indebitamente pensioni per oltre 11 milioni di euro. Arrestato un bergamasco e un ex funzionario della direzione provinciale Inps di Bergamo

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I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Bergamo, nel corso della mattinata odierna, stanno dando esecuzione a un’ordinanza che dispone misure cautelari personali nei confronti di un soggetto e reali, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Bergamo, su richiesta del Pubblico Ministero della Procura orobica, per truffa aggravata ai danni dello Stato e nei confronti di agricoltori bergamaschi, resa possibile dalla corruzione di un sodale intraneo alla Direzione Provinciale dell’INPS, nella qualità di responsabile delle pensioni dei lavoratori autonomi agricoli.
L’indagine trae spunto da una denuncia depositata nel novembre 2022 dalla locale Direzione Provinciale dell’INPS a seguito di controlli interni e ha permesso di disvelare una ingente truffa ai danni dello Stato posta in essere da tre soggetti. Il meccanismo è apparso agli investigatori tanto semplice quanto efficace: due soggetti si occupavano di individuare lavoratori bergamaschi interessati ad anticipare la propria data di pensionamento o a
incrementarne l’ammontare. A questi veniva garantito che, versando dei contributi volontari all’ente previdenziale, si sarebbero potuti ottenere simili benefici. In realtà, il denaro veniva intascato dagli indagati che, approfittando del citato pubblico ufficiale, procedevano a inserire nei sistemi informatici dell’ente fittizie contribuzioni. In questo modo, sono state erogate, nel tempo, provvidenze non dovute generando un danno nelle
casse dell’INPS di oltre 11 milioni di euro.
A seguito del pensionamento-per raggiungimento dei limiti di età – del funzionario, il sistema di frode è necessariamente mutato. L’impossibilità di effettuare i fittizi inserimenti nel sistema dell’INPS ha fatto sì che la truffa venisse rivolta a nuovi, ignari cittadini bergamaschi, i quali, dietro la promessa di migliorare i propri trattamenti pensionistici, consegnavano cospicue somme di denaro, pari complessivamente a circa 200 mila euro,
senza ottenere quanto promesso.
Sono quindi 130 i cittadini che credevano si trattasse di contributi volontari perfettamente leciti e che invece hanno scoperto di essere stati truffati. Le indagini hanno permesso di ottenere la misura degli arresti domiciliari nei confronti di uno degli indagati, il sequestro preventivo dei 200 mila euro e, all’INPS, di avviare la procedura di revoca dei trattamenti pensionistici oggetto di indagine, al fine delle conseguenti azioni di recupero in ambito
amministrativo.
L’azione di servizio, svolta in stretta sinergia con l’Autorità Giudiziaria del capoluogo orobico, testimonia l’impegno quotidianamente profuso dal Corpo quale presidio della sicurezza economico-finanziaria nel territorio bergamasco, ai fini della concreta tutela delle risorse pubbliche, attraverso l’aggressione dei patrimoni illecitamente accumulati per restituirli alla collettività.
Si evidenzia che il procedimento penale verte ancora nella fase delle indagini preliminari e che le responsabilità degli indagati saranno definitivamente accertate solo ove intervenga sentenza irrevocabile di condanna.
L’Autorità Giudiziaria ha autorizzato la diffusione della notizia, sussistendo l’interesse pubblico alla conoscenza dei fatti e dell’attività investigativa compiuta dalla Polizia Giudiziaria.

Nembro, ragazzo accoltellato nella notte: è grave

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Un giovane è stato accoltellato a Nembro nella notte tra giovedì 14 e venerdì 15 novembre e si troverebbe in gravi condizioni. Sono frammentarie le notizie, pare infatti che la lite sia avvenuta tra due ragazzi di 26 e 31 anni e uno dei due è stato ferito con un’arma da taglio.

L’allarme è scattato poco dopo le 23,30 in via Roma nel quartiere Camozzi. Uno dei due ragazzi è stato trasportato al Papa Giovanni XXIII di Bergamo in codice rosso, mentre l’altro è stato portato in ambulanza all’ospedale di Alzano Lombardo e ricoverato in codice giallo.

Per ricostruire la dinamica dell’accaduto sono al lavoro i carabinieri di Bergamo.