sabato, 2 Novembre 2024, 7:16
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LOVERE – 110 posti auto, 80 interrati, due milioni di euro, ‘casa gialla’ abbattuta: in estate via ai lavori

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Lo avevamo scritto tempo fa. Ora si fa sul serio. A breve in piazzale Bonomelli a Lovere sorgerà un maxi-parcheggio con 110 posti auto. Lavori in estate. Importo che sfiora i 2 milioni di euro. SI chiude così una storia che dura da decenni, più volte annunciati, sperati, auspicati, ora sembra la volta buona. E i numeri sono importanti, 110 posti auto, 80 interrati, sopra un restyling completo, con un parco giochi per bambini. Si scava sotto per 4 metri e sotto quella soglia gli esperti dicono che si troverà terreno solido sopra cui realizzare i box interrati, si potranno così gettare le fondamenta per realizzare poi l’area sosta in superficie. Lavori che saranno anche l’occasione per rifare totalmente la rete dei sottoservizi, i vecchi tubi dell’acqua e dell’energia elettrica che verranno sostituiti. Verrà abbattuta quella che è conosciuta come la ‘casa gialla’ e che è tutt’ora inagibile. Nella zona di piazzale Bonomelli quindi nella seconda parte dell’anno saranno funzionali due cantieri: quello per realizzare la casa della comunità dove c’è ora l’Ats e i nuovi parcheggi attesi da tempo che serviranno per chi si reca in ospedale ma anche in centro storico. Una storia, quella del cosiddetto piazzale Bonomelli che parte da molto lontano, nei primi anni Cinquanta l’Amministrazione comunale di allora, alla ricerca di nuovi spazi urbani diede inizio allo scavo ed allo sgombero delle decine e decine di migliaia di metri cubi di terra e di gesso che ancora insistevano sull’area su cui verrà realizzato negli anni successivi Piazzale Bonomelli. Fu un’operazione che richiese alcuni anni di lavoro con i limitati mezzi meccanici di allora e che generò ingenti mobilizzazioni di detriti: la parte in gesso venne lavorata nello stabilimento delle Reme mentre gli scarti non utilizzabili e la terra vennero impiegati per riempire lo stagno della Bif in Trello e scaricati nel lago per creare la ripiena su cui insistono oggi Giardini Fanti d’Italia e Piazzale Aldo Moro. Al termine degli scavi venne a costituirsi una vasta zona pianeggiante a forma di quadrilatero su cui si iniziò ad edificare una serie di palazzi sui tre lati interni e con il quarto lato di accesso alla prospicente via Martinoli. Altri quattro palazzi di tre-quattro piani vennero costruiti parallelamente agli altri sul lato ovest, separati dall’attuale via Milano.

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BOSSICO – Quando Enrico Scalzi (padre di Don Gino), direttore dell’Accademia Tadini, nascose le opere nella canonica di Bossico

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Dopo l’8 settembre 1943, con la firma dell’Armistizio dell’Italia con gli alleati anglo/americani, iniziò l’occupazione del nostro Paese da parte dell’esercito tedesco. Anche la nostra provincia e la nostra zona vide la presenza dei soldati tedeschi, che fecero la sede del loro comando nell’accademia Tadini di Lovere. Pochi ricordano, se non gli addetti alla pinacoteca, che in previsione di tale evento e per evitare un saccheggio i responsabili del Tadini si attivarono per porre in salvo le opere più importanti. Un piccolo fatto di storia locale, nonché di coraggio e eroismo, che merita di essere ricordato. Ai tempi era parroco di Bossico Don Ettore Capitanio (Lovere 25/03/1912-Brescia 19/10/2004) che appunto per le sue origini loveresi ben conosceva il Prof Enrico Scalzi, padre di Don Gino, ai tempi direttore dell’accademia e probabilmente da entrambi nacque l’idea di nascondere le casse contenenti le opere più importanti nella canonica di Bossico. Anni fa, lo stesso don Ettore mi raccontò tale fatto. Le opere vennero trasportate a Bossico nottetempo, fasciando gli zoccoli dei cavalli per attutire i rumori. Come nascondiglio venne scelto un ripostiglio della canonica che, sempre durante la notte venne completamente murato. Don Ettore, con la sua aria sorniona raccontava divertito come la mamma e la sorella che vivevano con lui, fossero alquanto disorientate nel vedere al mattino che non esisteva più una stanza della canonica.

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CLUSONE – ALPINI – Uno spettacolo su Nikolajewka tratto da un’opera di Rigoni Stern

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Le vicende drammatiche e la memoria della tragica ritirata di Russia del 1943 testimoniate dallo scrittore di Asiago Mario Rigoni Stern nel suo libro più famoso riprenderanno vita  con la voce dell’attore Roberto Squinzi  nello spettacolo teatrale organizzato dai  Gruppi alpini Zona 17 Alta Valle Seriana Est e dal Gruppo Alpini Clusone per sabato 21  alle ore 21 presso il teatro Mons. Tomasini.

Con il sottofondo della musica e dei canti di Sara Solari, Mauro Ghilardini e Francesco Maffeis, si rappresenterà la vicenda  di un soldato, un sergente dell’esercito italiano in Russia, che si trova coinvolto, suo malgrado, in una delle ritirate più epiche e dure della storia: trovatosi solo al comando di un gruppo di soldati, compirà il capolavoro di riportarli vivi “a baita”, a casa, unico desiderio dei suoi uomini, invasori e vittime di una guerra voluta da altri.

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PIARIO – Scossone in giunta, Visini revoca l’incarico a Zanotti: “Difficoltà di rapporti con la maggioranza dei consiglieri”

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Scossone in giunta a Piario: il sindaco Pietro Visini ha revocato l’incarico all’assessore Francesco Zanotti, che aveva le deleghe a Politiche Giovanili, Biblioteca e referente Associazioni Locali e continuerà a far parte del consiglio comunale. L’assessore è stato ora sostituito da Simone Beretta, che è anche vice sindaco. Zanotti era diventato assessore nel 2019 quando Visini era stato confermato sindaco con la sua lista civica ‘Dialogare per progredire’.

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TAVERNOLA – Due anni fa la minaccia della frana: il Ministero ha stanziato 10 milioni

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Frana di Tavernola

Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica ha fatto il punto sui fondi da destinare al recupero dell’area franosa del monte Saresano. Rispondendo all’interrogazione dell’on. Devis Dori, il Ministro ha specificato anche le cifre in ballo per i futuri interventi di “mitigazione della frana”: stabilito che il fabbisogno complessivo si aggira sui 15 milioni, che la regione ha messo a disposizione 4.810.688,8 euro al Ministero sono stati chiesti 10.189.311,14 euro. Il 16 dicembre scorso è stato emesso il Decreto ministeriale che li stanzia. Questa la notizia che consentirà di avviare i lavori appena completati gli studi delle Università incaricate. Il Ministero fa anche sapere che tutto il movimento franoso è costantemente monitorato e si stanno effettuando ricostruzioni di tutti “i movimenti franosi verificatisi all’interno della concessione mineraria”.

Tra poco sarà un anniversario. Nel febbraio 2021 la strada che in alto, nella zona detta  “Squadre”, congiunge Vigolo con Parzanica, mostrò improvvisamente una lunga “crepa” che si allargava quotidianamente di circa 1 cm.

Subito interrotta la strada, e subito applicato il divieto di circolazione anche sulla via principale per Parzanica (quella che sale dalla rivierasca), Parzanica rimase quasi isolato: lo si poteva raggiungere infatti solo attraverso una mulattiera che attraversa il culmine del Monte Saresano e scende quindi dall’alto su Parzanica.

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GORLAGO – Gabriele, ragazzo autistico e il suo… ‘mare di sogni’, “Matita e arte: la sua vita”

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Quello di Gabriele è un mondo a… colori. Di matite, tempere e acquerelli non ne può proprio fare a meno, perché l’arte è il suo guscio, dove sboccia sempre meraviglia. Gabriele di cognome fa Pati, vive a Gorlago insieme alla sua famiglia, mamma Elisa, papà Marco e il fratello di un anno più grande, Mattia, ha 17 anni e frequenta il liceo Artistico ‘La Traccia’ a Calcinate. Poche settimane fa la sala civica ha aperto le porte alla sua prima mostra: “È stato bellissimo vederlo felice ed orgoglioso mentre chiacchierava con le persone che venivano a visitarla e spiegare a tutti le sue opere”, racconta con un filo di emozione mamma Elisa.

Gabriele è un ragazzo autistico, l’abbiamo scoperto quando aveva tre anni, è stata dura, ma non mi sono mai rassegnata. Ho pianto due volte, quando me l’hanno detto e quando non sapevo da dove iniziare, poi io sono così, mi sono detta che era successo, che dovevamo accettarlo e ripartire proprio da lì. Per fortuna ho trovato un’educatrice alla scuola materna, Francesca, figlia del pittore Giovanni Fumagalli, che gli ha trasmesso la passione per l’arte e gli ha insegnato tante cose… da quel momento Gabriele non ha più smesso di disegnare, una matita e un foglietto ed era il bambino più felice del mondo. Non posso poi non citare le sue educatrici Francesca e Stefania, che lo seguono dalla prima media e insieme a loro ha fatto davvero tanti miglioramenti”.

Gabriele cresce, i suoi disegni diventano quadri che restano appesi nel salotto di casa e parlano di un percorso che resta indelebile: “Quando è arrivato il momento di scegliere la scuola superiore, non abbiamo avuto dubbi e l’abbiamo iscritto al liceo artistico. Ero convinta che questo indirizzo avrebbe tirato fuori il meglio di lui e infatti sta imparando le tecniche… credo sia l’unico che consuma scatole di colori a scuola, se gli altri li comprano a settembre e arrivano a giugno, a lui bisogna comprarli almeno due o tre volte (sorride, ndr)”.

Il disegno accompagna le sue giornate: “Lui disegna sempre, a casa magari copia anche delle immagini dal computer, se per esempio si mette in testa che deve disegnare una casa con la recinzione, va a vedere le particolari recinzioni per prendere ispirazione e poi la crea come vuole. E poi devo dire che ha una memoria incredibile e lavora molto sui dettagli. La scuola li porta spesso in gita e quindi ha la fortuna di vedere molta arte. Anche noi in famiglia cerchiamo di stimolarlo, in estate siamo stati ad Amsterdam e l’abbiamo portato a visitare la mostra di Van Gogh, un ragazzino di 17 anni che si ferma a guardare ogni quadro penso non ci sia, invece lui era proprio affascinato”. …

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Addio a Veronica, giovane mamma stroncata da un malore

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Veronica Pegurri, giovane mamma di 29 anni, se l’è portata via un malore mentre si trovava nella sua casa di Villa Carcina, in provincia di Brescia.

Veronica era originaria di Clusone, ma si era trasferita con il compagno Luca, che avrebbe dovuto sposare tra qualche mese, e con la loro bimba di 11 mesi.

Sono stati tanti i ricordi pubblicati sui social, uno in particolare è arrivato da uno dei suoi professori, Roberto Palumbo: “Addio, cara Peggy – si legge nel lungo post – Ti chiamavo così quando, all’età di 14 anni , frequentavi la 1c del Liceo Fantoni di Clusone. Eri cordiale educata e solare, qualità che hai continuato ad avere e a dimostrare anche quando ormai non eri più la piccola Pegurri, ma affrontavi con eleganza e forza di volontà la vita che speravi lunga e piena di soddisfazioni. Ci siamo incontrati diverse volte in questi anni. La tua simpatia e la tua spontaneità ti facevano superare , come tu stessi ammettevi , quella distanza nei confronti di quell’insegnante di Liceo che ti voleva ancora bene , ma che a volte avevi odiato per colpa della Geografia. Mi davi tranquillamente del tu e mi abbracciavi con affetto, chiamandomi scherzosamente Roby, mentre divertita e con quegli occhi carichi di luce ricordavi qualche episodio della vita al liceo. Ieri, un male improvviso, purtroppo , ti ha strappato agli affetti di tutti noi che, nell’apprendere increduli la tragica notizia, oggi non possiamo fare altro che balbettare qualche parola. Che rischia anche di essere superflua . Addio , Veronica. Ci piace immaginare che ora tu sia abbracciata alla tua mamma . E il vostro abbraccio in una dimensione non più terrena diventa per noi motivo di conforto. Riposa in pace, piccola Peggy, e dal cielo guarda con quegli occhi pieni di luce il tuo prof” .

Il funerale di Veronica sarà celebrato nella basilica di Clusone domani, sabato 21 gennaio, alle 10.

Coop di Trescore, sabato sciopero e presidio, mobilitazione contro l’estensione dell’orario domenicale

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Per i lavoratori del punto vendita COOP di Trescore sabato 21 gennaio sarà una giornata di mobilitazione: è stato, infatti, proclamato uno sciopero di due ore, dalle 8 alle 10 per chi svolge il turno mattutino e le ultime ore di ciascun  turno per gli altri dipendenti. In mattinata, fino alle 12.30, si terrà anche un presidio della FILCAMS-CGIL provinciale di fronte al supermercato.

“Si chiederà la riapertura della trattativa regionale sul Contratto integrativo aziendale, disdettato unilateralmente dall’azienda nel 2019, con la conseguenza di cancellare del tutto la parte economica” ha spiegato oggi Elena Belli della FILCAMS-CGIL di Bergamo. “Lo sciopero di Trescore si colloca, infatti, nell’ambito di uno stato di agitazione aperto per i punti vendita COOP di tutta la Lombardia dallo scorso 19 dicembre, con la proclamazione di un pacchetto fino a 8 ore di astensione dal lavoro, in molti territori già parzialmente svolto”.

Alla mancata volontà aziendale di rinnovare il Contratto integrativo si aggiunge a Trescore un ulteriore motivo di malessere: “I lavoratori, circa 35 in questo punto vendita, scioperano anche per la decisione dell’azienda di estendere l’orario di lavoro domenicale fino alle 19.30 (ad oggi il negozio chiude alle ore 13)” prosegue Elena Belli. “Malgrado i lavoratori si fossero espressi contro quest’ipotesi, la direzione ha annunciato che da febbraio e temporaneamente, in via sperimentale, l’orario della domenica sarà prolungato”.

60mila lavoratori in 200 aziende a rischio Bergamo resiste al disagio della meccanica In provincia solo lo 0,5% delle crisi censite

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Situazioni di sofferenza nel settore auto e in quello degli elettrodomestici per il costo dell’energia e della carenza di materie prime e della componentistica. E sono circa 206 le crisi di settore censite nell’ultimo semestre 2022 per un totale di circa 60 mila posti di lavoro a rischio, dopo che nell’ultimo semestre, il settore ha già perso oltre 10.000 posti di lavoro. E’ questo il quadro in bianco e nero messo a punto dalla FIM che le tute blu della CISL consegneranno il 18 gennaio prossimo al governo nel corso del tavolo di confronto convocato dal ministro delle Imprese Adolfo Urso.

Bergamo, per fortuna, entra in questa ricerca con poca visibilità: qui, infatti, le situazioni di crisi rappresentano solo lo 0.5 del totale (11 i casi registrati dalla FIM bergamasca), mentre dal punto di vista occupazionale, sono 844 i lavoratori coinvolti dalle situazioni più difficoltose, contro gli oltre 15mila delle fabbriche lombarde.

Dunque, se a livello nazionale il 2023 si apre per il settore con un calo netto di lavoratori e un fardello di situazioni capaci di lasciare molti lavoratori con il fiato sospeso, in provincia, pur in presenza di realtà penalizzate a vario titolo da diverse circostanze, quali crisi aziendali generate da questioni finanziarie, crisi di settore o legate all’indotto, alle materie prime e al conflitto Ucraina-Russia, l’orizzonte lascia ben sperare per un anno di buone performance, anche se le preoccupazioni non mancano.

I dati segnalano comunque delle difficoltà – sottolinea Luca Nieri, segretario generale di FIM CISL Bergamo -. Nei mesi trascorsi, il sistema industriale metalmeccanico ha dimostrato una tenuta produttiva e occupazionale migliore dei timori e delle criticità presenti, determinate soprattutto dai costi dell’energia. Ora è ancora più indispensabile un maggiore sforzo del governo, che punti ad evitare la recessione industriale che si rischia in questo 2023 mettendo al centro delle politiche pubbliche la crescita dell’economia reale”.

Nel report della FIM nazionale si osserva che “seppure all’interno di un forte dinamismo complessivo della produzione industriale, trainata soprattutto dall’export, il nostro settore continua a avere situazioni di sofferenza legate soprattutto al costo dell’energia e alla carenza di materie prime e componentistica”.

Si sono consolidate sofferenze in alcuni settori, in particolare per auto ed elettrodomestici, cui si sommano alcune particolari filiere come quelle degli appalti e delle installazioni che scontano una crisi, spesso legata alle gare al massimo ribasso anche da parte degli enti pubblici che le collocano fuori mercato. Le maggiori criticità si rilevano soprattutto per la mancanza di materie prime messa in moto dalla pandemia e per gli aumenti del costo dell’energia, che mette in difficoltà soprattutto i comparti più energivori, come siderurgia e metallurgia. A ciò si sommano anche le incertezze e i costi legati alle transizioni green e digitali, che mordono nella siderurgia e nell’automotive, mentre il riposizionamento delle catene del valore a livello globale sta impattando soprattutto sugli elettrodomestici.

“Veniamo da un lungo periodo in cui l’industria italiana e quella orobica hanno viaggiato a livello superiore rispetto all’Europa – insiste il numero uno dei metalmeccanici della CISL bergamasca. Anche in questa fase di rallentamento stiamo tenendo meglio di quanto comunque ci si poteva aspettare.

Rimane la preoccupazione per quello che riguarda la forte incertezza di questo periodo. Negli anni la manifattura bergamasca è riuscita a qualificarsi, ottenendo vantaggi in termini di margine e di competitività. Sempre di più, dobbiamo continuare in questo processo, occupandoci della riqualificazione delle competenze, attraverso formazione professionale e politiche attive, strumenti indispensabili per sostenere il territorio, in quanto continuiamo a registrare la necessità di figure qualificate nel mercato del lavoro capaci di dare elementi di attrattività all’intero tessuto produttivo.

Oggi – conclude Nieri -,  abbiamo il problema legato alla transizione digitale e ecologica, in cui questi processi diventeranno fondamentali. da parte sua il sindacato, con l’aiuto del governo, dovrà affrontare anche il problema dell’inflazione: il governo può fare la propria parte, soprattutto tutelando i soggetti più deboli; il sindacato deve rilanciare la contrattazione nazionale, pretendendo che i contratti siano rinnovati in tempi stretti, e a livello locale puntare maggiormente sulla contrattazione di secondo livello, che da quest’anno, tra l’altro, beneficerà della tassazione agevolata al 5% introdotta nell’ultima legge di stabilità, ma soprattutto indispensabile a consentire anche nelle realtà meno sviluppate l’adeguamento a parametri più idonei alla dignità dei lavoratori”.

 

 

 

 

 

Le situazioni di crisi in provincia di Bergamo

azienda n° dip settore tipo di prod tipo di ammortizzatore
alfa laval 200     mobilita’ volontaria per 25 dipendenti
aoc italia   materiale plastico materiale plastico contratto di solidarieta’  fino al 29.01.2023
brevi milano 50 prima infanzia passeggini cigs straordinaria
brevi italia 35 prima infanzia passeggini mobilita’ per chiusura per 35 dipendenti
emmebi srl 48     cds per 35 dipendenti
gruppo mazzucconi 305     mobilita’ volontaria per 12  dipendenti
lightech 40 cavi fibra ottica cavi fibra ottica contratto di solidarieta’  per 18 dipendenti
maier cromoplatica 78     mobilita’ per chiusura per 78 dipendenti
m.b.l.   metalmeccanico   contratto di solidarieta’  fino al 22.11.2023
minipack 88     cds per 88 dipendenti
plastick   materiale plastico materiale plastico contratto di solidarieta’  fino al 24.12.2022
totale bg 844      
totale lombardia 15245      

 

 

Case di riposo: “Con l’una tantum non più giustificabili aumenti delle rette e tagli di personale’

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Sono in arrivo nuove risorse destinate a coprire i rincari delle bollette nelle RSA: è quanto previsto dal DL Aiuti ter del governo Draghi, da poco convertito in legge dal nuovo esecutivo. Si tratta di un’una tantum sull’esercizio 2022 riconosciuto per l’incremento complessivo dei costi sostenuti per utenze di energia elettrica e di gas nel 2022 rispetto ai costi del 2021.

“È di certo una buona notizia, che a questo punto ci pare non renda più giustificabili le misure che numerose RSA della nostra provincia stanno adottando, con conseguenze che ci preoccupano profondamente” ha commentato oggi Carmen Carlessi della segreteria SPI-CGIL di Bergamo. “Ci aspettiamo che le direzioni delle case di riposo rivedano gli aumenti delle rette, insostenibili per le famiglie, e i tagli al personale”.

 Il sindacato pensionati della CGIL due mesi fa aveva avuto un incontro con gestori e presidenti di diverse case di riposo accreditate con il servizio sanitario regionale: “Durante quel confronto, ci era stato riferito che il problema emergente più critico – superati i deficit post pandemia – era quello della crisi energetica e dell’esplosione degli importi delle bollette” prosegue Carlessi. “Per coprire quei costi aggiuntivi, nelle ultime settimane, e comunque da fine 2022, abbiamo assistito ad aumenti medi delle rette tra i 5 e i 10 euro al giorno per i nuovi ingressi, in alcuni casi coinvolgendo addirittura tutti gli ospiti. Alcune famiglie – ci è stato detto – hanno già annunciato di non potere affrontare aumenti di 300 euro al mese”.

“Non è finita qui: vediamo una tendenza a non rinnovare i contratti a tempo determinato del personale, una volta in scadenza. Questo non può che significare una diminuzione dei livelli di assistenza, in particolare dei minutaggi di cura pro capite” prosegue la sindacalista. “C’è una tendenza a raggiungere il limite minimo dei 901 minuti a settimana per ciascun ospite, necessario per avere l’accreditamento regionale. Al momento, nessuna RSA ne eroga così pochi, ma si va in quella direzione”.

“Oltre al mancato rinnovo di alcuni contratti a tempo determinato stiamo assistendo anche a dichiarazioni di esuberi o di cambio di contratto, verso Contratti collettivi nazionali meno remunerativi per lavoratrici e lavoratori. Per ora si tratta di azioni per il momento stoppate dalla nostra azione sindacale: in sostanza, in un modo o nell’altro, si scaricano su chi lavora i costi della crisi energetica e i conseguenti picchi delle bollette in RSA” ha aggiunto intervenendo sulla questione Roberto Rossi, segretario generale della FP-CGIL di Bergamo, che tutela anche i lavoratori delle case di riposo. “Abbiamo chiesto un intervento economico esterno ed è una buona notizia che per effetto di una scelta dell’allora Governo Draghi arrivino risorse dedicate. A questo punto chiediamo che le RSA rinuncino a proseguire sulla strada intrapresa