È un inizio d’anno drammatico per il mondo del lavoro della provincia di Bergamo, già segnato da due vite perdute in appena quattro giorni: questa mattina all’alba, nel tratto autostradale fra Trezzo e Cavenago in direzione Milano, nello schianto tra tir è morto un lavoratore bergamasco di 49 anni. Aveva la stessa età anche l’operaio di origini senegalesi morto venerdì 13 gennaio, investito mentre era diretto al lavoro in sella alla sua bicicletta a Mornico al Serio, lungo l’ex statale Ogliese. “Non potevamo iniziare in maniera più triste e ingiusta questo nuovo anno: non è possibile perdere la vita mentre si lavora o nel tragitto verso il proprio posto di lavoro” hanno commentato oggi Angelo Chiari della CGIL, Danilo Mazzola della CISL e Vincenzo Cesare della UIL di Bergamo. “La sicurezza dei lavoratori sulle strade è parte della più ampia questione della sicurezza sul lavoro, in cui vanno inclusi i temi dei ritmi dello svolgimento delle proprie mansioni, dei turni, ma anche talvolta delle condizioni delle arterie stradali attorno ai nuovi grandi poli produttivi o di logistica che sorgono isolati, nel mezzo di strade ad alta percorrenza, dove i rischi per chi si sposta in bicicletta o in moto sono alti. Ricordiamo che gli infortuni avvenuti in itinere, tenendo conto di quelli mortali e non, costituiscono circa il 15% del totale, secondo i dati regionali relativi al periodo tra gennaio e novembre del 2022. Le nostre condoglianze e la nostra vicinanza vanno alle famiglie di entrambi i lavoratori scomparsi. Alle istituzioni, alle autorità sanitarie e alle nostre controparti chiediamo un rinnovato sforzo e una collaborazione che ci veda uniti per incidere finalmente sul fenomeno delle morti sul lavoro, e invertire una tendenza che non è più sopportabile”.
MAFIA – In carcere il superboss Matteo Messina Denaro. Finisce una latitanza durata 30 anni
I più ottimisti sostengono che la cattura dopo 30 anni di latitanza del boss mafioso Matteo Messina Denaro rappresenti la fine di Cosa Nostra per come l’abbiamo conosciuta finora, cioè una struttura organizzata, fatta di famiglie, commissioni e comitati. Quantomeno, sarebbe la fine della mafia stragista un tempo guidata da Totò Riina, proprio a 30 anni esatti (era il 15 gennaio 1993) dell’allora boss dei Corleonesi.
Messina Denaro, arrestato dai ROS in una clinica privata dove stata facendo alcune terapie, era da decenni al vertice della gerarchia mafiosa siciliana. Si vedrà nel prossimo futuro se, effettivamente, fosse ancora lui a guidare la mafia o se la lunga latitanza e la malattia (è stato operato per l’asportazione di un tumore ed è ancora in terapia) hanno favorito nel frattempo la salita al potere di altri boss. Il suo, comunque, era il nome più famoso tra i boss mafiosi ricercati dalle forze dell’ordine e il suo arresto rappresenta un indubbio successo per lo Stato, proprio come era capitato con la cattura, a suo tempo, dei suoi amici Riina e Bernardo Provenzano.
La speranza di tutti è che la cattura del sessantenne superboss determini nel breve periodo una crisi di leadership nella gerarchia mafiosa con un conseguente indebolimento di Cosa Nostra (foto ANSA).
E’ morta Gina Lollobrigida, la ‘Bersagliera’ del cinema italiano
E’ morta a 95 anni Gina Lollobrigida, la ‘Bersagliera’ del cinema italiano. Da sex symbol si è saputa trasformare in una star internazionale, grande rivale di Sophia Loren, è stata una delle più grandi attrici della sua generazione.
Gina Lollobrigida, per tutti ‘Lollo’, era nata a Subiaco il 4 luglio del 1927 in una famiglia di produttori di mobili che durante la guerra perse tutto. Nel 1944 si trasferì a Roma dove si iscrisse all’Istituto di Belle Arti e per mantenersi gli studi cominciò a disegnare caricature col carboncino girando per vari locali e posò per alcuni fotoromanzi con lo pseudonimo di Diana Loris. Nel 1947 al concorso di Miss Italia si classificò terza, dopo Lucia Bosè e Gianna Maria Canale. Nel frattempo per lei si erano spalancate le porte del cinema, come comparsa e controfigura, e poi in piccoli ruoli di contorno nei popolari film operistici dell’immediato dopoguerra. Oltre al cinema la sua aspirazione era la lirica e infatti frequentava studi da soprano. Nel gennaio 1949 sposò il medico sloveno Milko Skofic. Nell’agosto 1957 nasce il primo figlio Milko jr. Nel 1950 vola sola verso Hollywood accettando un invito del miliardario Howard Hughes, a tempo perso produttore e scopritore di dive come Jane Russell. Ma Holliwood non faceva per lei e quindi tornò a Roma.
La sua è stata una carriera lunghissima, iniziata poco più che adolescente nei fotoromanzi celebrata principalmente al cinema, e terminata con alcuni film televisivi negli anni Ottanta e Novanta tra cui la ripresa de La romana di Alberto Moravia in una miniserie di Patroni Griffi, coronata da numerosi riconoscimenti, tra cui un Golden Globe per il film Torna a settembre con Rock Hudson, sette David di Donatello e due Nastri d’argento.
È stata nominata Cavaliere della Repubblica e nell’ottobre 1996 Accademica onoraria dell’antica Accademia delle Arti del Disegno di Firenze. Nel 1999 è stata nominata Ambasciatrice di buona volontà dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura. Nel 2016 un David speciale alla carriera le è stato consegnato dal Presidente Mattarella. Nel 2018 la stella sulla Walk of Fame di Los Angeles.
A dare la notizia della morte della Lollobrigida la famiglia: ”La Bersagliera ci ha lasciato. Profondamente addolorati ne danno il triste annuncio il figlio Milko e suo nipote Dimitri. La famiglia chiede, in questo momento di grande dolore, da parte dei media il massimo rispetto. Seguiranno ulteriori comunicazioni in merito”.
Drammatico incidente in A4: morto un 49enne
Poco prima delle 5:30 di questa mattina, lunedì 16 gennaio, un drammatico incidente stradale ha coinvolto quattro mezzi pesanti e ha causato un morto di 49 anni. L’incidente ha costretto a chiudere un tratto di autostrada A4 in direzione Torino tra Seriate e Cavenago.
Secondo i dati riportati da Areu nell’incidente sulla A4 sono state coinvolte altre tre persone di 28, 34 e 45 anni.
Sul posto sono interventuti i soccorsi, i vigili del fuoco e la Polstrada per i rilievi del caso. Il traffico è bloccato, uno dei tir coinvolti si è ribaltato perdendo il carico lungo la carreggiata. Sono 8 i chilometri di coda tra Dalmine e Cavenago e il tratto di A4 compreso tra Seriate e Cavenago è chiuso.
Autostrade consiglia per le le lunghe percorrenze, di uscire a Castegnato, percorrere la A35 BreBeMi in direzione Milano e proseguire sulla A58 Tangenziale Est di Milano da cui in rientrare in A4. In alternativa per le brevi percorrenze, dopo l’uscita a Seriate, si consiglia di percorrere la viabilità ordinaria e rientrare in A4 a Cavenago.
GANDINO – Il mercato settimanale torna nella sua sede storica. Il ritorno dopo lo spostamento dovuto alle norme anti-Covid
Il mercato a Gandino si svolge il sabato mattino, disciplinato dal relativo regolamento comunale ‘, secondo il quale l’area ufficiale del mercato si trova in piazza Vittorio Veneto, via Locatelli, via Dante e via XX Settembre. A causa della pandemia da Covid-19 lo svolgimento del mercato era stato sospeso, per essere riaperto due mesi dopo a patto che venissero rispettate le norme anticontagio, tra cui quella del distanziamento sociale:
“ A queste condizioni – spiega il sindaco Filippo Servalli – non era possibile riaprire il mercato di Gandino nella sua area ufficiale, per mancanza del distanziamento richiesto fra i banchi e per impossibilità di controllare gli accessi al mercato, anche per la presenza di molte abitazioni private, per cui era stata individuata una nuova area, più idonea al rispetto delle nuove regole, presso i parcheggi di via Cav. Vittorio Veneto e di via Milano angolo con via Ponticello, decisione condivisa con le organizzazioni sindacali di categoria. A emergenza finita gli operatori del mercato avevano chiesto di poter tornare nel centro del Paese, proposta messa ai voti ed approvata dalla maggioranza degli ambulanti; anche la nuova Amministrazione comunale condivideva questa idea, anche se di difficile attuazione per l’aumento delle dimensioni dei posteggi e per l’intenzione di attuare dei lavori di abbellimento della piazza”.
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LOVERE – Ecco il diario di Ivan Piana (uno dei 13 Martiri): “Quello che viene fatto contro l’Italia è peggio di una pugnalata…”, sogni, paure, amori di un giovane
Ivan Piana, partigiano dei SAP, con Salvatore Conti, è da poco tempo aggregato alla banda partigiana di Giovanni Brasi, quando viene catturato con altri, durante il rastrellamento del 7/12/1943. Quel giorno, un centinaio di uomini, tedeschi e militari della GNR, saliti sopra Ceratello, si dirigono sicuri alle stalle di Ramello, guidati da un finto partigiano Ninetto Vaccaro. Circondata la stalla e, sorpresi gli uomini del posto di guardia, i partigiani presenti vengono catturati. Sono: Giulio Buffoli, Giacinto Macario, Giovanni Vender, Andrea Guizzetti, Salvatore Conti e Ivan Piana. Il gruppo di partigiani è tenuto sotto la tettoia della casupola, con la faccia rivolta al muro, mentre i militari perlustrano la zona circostante. Brasi e la squadra Comando, che erano alloggiati nella stalla poco più in alto, avvisati, riescono a sganciarsi, second la tecnica della guerriglia, disperdendosi per ritrovarsi in un’altra base. Le truppe impegnate nel rastrellamento, non riuscendo a raggiungerli, scendono a Lovere con i prigionieri. La sorpresa in un paese è enorme. Mezzogiorno è passato da poco e i militari si fermano a pranzo al ristorante Sant’Antonio, situato di fronte al lago, con i prigionieri in attesa sotto la pioggia; fuori dal locale, è un accorrere di parenti e di una folla di curiosi. Nel pomeriggio vengono tradotti a Bergamo, dove sono interrogati. Sulla base delle loro confessioni, altri sei partigiani vengono catturati a Grumello del Monte nelle loro abitazioni; essi sono: Francesco Bessi, Mario Tognetti, Giuseppe Ravelli, Vittorio Lorenzini, Giovanni Moioli e lo slavo Luca Nikitsch che era loro ospite. Il tenente Eraldo Locardi verrà preso a Milano, nell’abitazione della moglie. I 13 partigiani vengono portati a Lovere il 22 dicembre 1943.
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LEFFE – Il regista leffese Luca Capponi e il film con i video del primo lockdown
Il Covid raccontato da cui l’ha conosciuto fin dall’inizio e nel modo più pesante, gli abitanti della Valle Seriana. Mercoledì 28 dicembre al Cinema Teatro Centrale di Leffe il regista Luca Capponi ha presentato il documentario “Bergamo come va”, un film che raccoglie alcune telefonate e video girati da alcuni cittadini della Valle Seriana che raccontano le loro vite durante il periodo della prima ondata della pandemia nel 2020.
“Ho deciso di chiamare il documentario ‘Bergamo come va’ perché nel periodo del primo lockdown era la frase ricorrente che si diceva nelle telefonate agli amici e ai parenti: ‘Come va? Come sta andando la quarantena?’. E dai loro racconti capivo che la situazione nella nostra valle era tragica”. Luca è un documentarista freelance, ha 34 anni ed è originario di Leffe. È figlio d’immigrati di seconda generazione, ha un fratello, Paolo, che è ingegnere del suono e compositore e che collabora con lui nel suo lavoro di regista. Luca ha la laurea magistrale in Cinema, presa all’Università Dams di Bologna; ha frequentato il centro sperimentale di cinematografia a Palermo.
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Scomparsa da martedì una ragazza di 17 anni di Orezzo (Gazzaniga)
La stanno cercando dappertutto. Una ragazza di 17 anni è scomparsa da martedì, le ricerche sono in corso da ieri pomeriggio, giovedì, quando il padre ha denunciato la scomparsa. La zona è quella di Orezzo, frazione di Gazzaniga, il centro di coordinamento è stato allestito nelle ex scuole elementari di Orezzo messe a disposizione dal Comune di Gazzaniga. Al lavoro i vigili del fuoco di Bergamo, Milano e Lecco insieme ai volontari di Gazzaniga, i Saf (gruppo Speleo alpino fluviale) di Bergamo e Milano e al Sapr (Sistema aeromobile di pilotaggio remoto) con i droni. In campo anche carabinieri e volontari della Protezione civile. La ragazza è residente a Bergamo ma domiciliata a Orezzo ed è stata vista per l’ultima volta del padre martedì sera. Il papà è rientrato a casa il giorno dopo e non l’ha trovata, denunciandone la scomparsa.
Tenta di rapinare una tabaccheria e poi aggredisce il titolare di un market in bergamasca: 24enne arrestato in Germania
Il 29 novembre 2022, nella città di Saarbrücken, capitale del Land tedesco del Saarland, il personale di quella polizia federale “Bundespolizeirevier”, ha arrestato N.N., 24enne pakistano, ricercato dai carabinieri e irreperibile in Italia da giugno.
Il 24enne era destinatario di un Mandato di Arresto Europeo conseguito all’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa a suo carico dal GIP del Tribunale di Bergamo su richiesta della locale Procura della Repubblica, a seguito delle indagini eseguite dai Carabinieri della Compagnia di Treviglio per due tentate rapine compiute in successione e a mano armata lo scorso maggio a Fontanella ed Antegnate, nonché per lesione personale aggravata e detenzione e porto illegale in luogo pubblico di arma da fuoco.
L’attività investigativa svolta dai Carabinieri della Sezione Operativa di Treviglio è scaturita dalla tentata rapina a mano armata commessa dall’arrestato con un fucile calibro 12 già oggetto di furto, nel primo pomeriggio dello scorso 20 maggio in danno della proprietaria di una tabaccheria di Fontanella e, a seguire, presso un negozio di alimentari di via Manara di Antegnate, da cui è poi scaturita una violenta aggressione in danno del titolare, ferito dal rapinatore con un taglierino avendogli procurato dei profondi tagli al collo e alla mano sinistra.
Le indagini hanno permesso di ricollegare ad un unico autore i due eventi delittuosi, apparentemente distinti tra loro poiché verificatisi in territori di comuni diversi, comunque abbastanza vicini. Le testimonianze raccolte e la visione dei filmati del sistema di videosorveglianza dei comuni di Fontanella ed Antegnate acquisiti dai carabinieri, hanno così permesso di identificare il responsabile dei gravi delitti e ricostruire i suoi spostamenti il pomeriggio del 20 maggio scorso.
Alla cattura del ricercato si è giunti attraverso una complessa ed articolata attività investigativa svolta successivamente dal Comando del Nucleo Operativo dei Carabinieri di Treviglio che, avvalendosi del Servizio centrale per la cooperazione internazionale di Polizia, ha consentito di ricostruire la fuga dello stesso e individuarne il luogo del nuovo domicilio nella città tedesca, ove si era rifugiato nella speranza di farla franca. Attivata quindi quella polizia federale, dopo un’attenta localizzazione eseguita sul posto, gli agenti hanno proceduto notte tempo a bloccare e trarre in arresto il ricercato.
L’uomo dopo un breve periodo di detenzione presso la prigione di Saarbrücken, il pomeriggio di lunedì 09 gennaio u.s. è stato consegnato alle Autorità italiane ed associato presso il carcere di Bergamo, dove rimarrà a disposizione della magistratura bergamasca in attesa del processo.
Aumento di 22 milioni l’anno per le famiglie. A Bergamo il conto salato delle badanti
Dal 18 gennaio dovrebbe scattare l’aumento delle retribuzioni minime per i lavoratori domestici. Sarà un salasso per le famiglie bergamasche: il giusto riconoscimento degli aumenti contrattuali ai badanti, colf e baby sitter rischia di tramutarsi in una vera e propria stangata per i datori di lavoro orobici che, lo ricordiamo, nella maggior parte dei casi, sono pensionati o lavoratori dipendenti ai quali l’inflazione ha già eroso buona parte dei salari. In pratica, stando alla media degli aumenti prevista, ogni mese le famiglie bergamasche pagherebbero 1.680.000 € in più, quasi 22milioni di euro in un anno.
A Bergamo, nel 2021, erano 13.755 gli iscritti al registro per colf e badanti dell’INPS, Rimane, poi, tutto il “pianeta del sommerso”, che ovviamente non sarà toccato pesantemente dai rincari, ma sicuramente si apre un’emergenza non indifferente per i familiari di anziani non autosufficienti.
Per fare qualche esempio, lo stipendio mensile di una badante non convivente, che si occupa di una persona non autosufficiente per trenta ore settimanali, passerebbe da 926 euro del 2022 a 1.012 del 2023. Ovvero 86 euro in più al mese e senza ferie, tredicesima, tfr. Per una badante convivente, a tempo pieno, l’incremento in busta paga sarebbe di 95 euro (da 1.026 euro mensili a 1.121). Per una baby sitter che lavora 40 ore a settimana, le famiglie potrebbero versare 114 euro in più mensili (da un compenso di 1.234 euro nel 2022 a 1.348 nel 2023).
“Premesso che i contratti di lavoro vanno rispettati – sostiene Giacomo Meloni, segretario generale di FNP CISL Bergamo -, è evidente che il rincaro contrattuale derivante dall’adeguamento del salario delle assistenti famigliari all’inflazione a carico delle famiglie già provate in questi mesi dall’ aumento considerevole dei costi energetici, del carburante e dal peso a due cifre dell’inflazione, è un aggravio che manda in default il bilancio di tante famiglie, già provate dagli oneri dell’assistenza e dai riflessi dettati dalla stagione del Covid , in particolare in bergamasca.
Riteniamo che siano urgenti e indifferibili almeno tre interventi in favore delle famiglie: rendere più graduale nel tempo gli aumenti previsti tramite un accordo fra le parti; incrementare la quota detraibile per il costo del contratto dell’assistente famigliare regolarmente assunta, che oggi sono poche centinaia di €; approvare entro Marzo 2023 da parte di Governo e Parlamento la legge nazionale sulla non autosufficienza, pena la sua decadenza.
Vanno inoltre potenziati sul territorio i servizi di assistenza domiciliare ( ADI) e delle RSA aperte: a oggi, solo 37 delle 67 RSA presenti in bergamasca operano in questo senso. Infine – conclude il leader dei pensionati CISL orobici -, invitiamo le famiglie ad attingere al bonus regionale per le assistenti famigliari, rifinanziato a fine 2022 da Regione Lombardia con 1.500.000 €”.