sabato, 18 Gennaio 2025, 11:46
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COLZATE – Quella maledetta strada per Bondo e Rezzo, chiusa a tempo…indeterminato, tra frane e gente isolata. Il sindaco ringrazia per la solidarietà nei confronti dei concittadini isolati

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La strada che da Colzate sale alle frazioni di Bondo e Rezzo rimane chiusa, dopo la grossa frana  caduta sulla carreggiata durante i recenti eventi alluvionali: “Si è tratta di una frana di notevoli dimensioni, che con un intervento di somma urgenza abbiamo già rimosso dalla sede stradale, ma la chiusura rimane perché a monte, in quella zona, c’è un canale da cui altro materiale franoso minaccia di precipitare. Di qui la nostra misura prudenziale, in quanto bisognerà ‘scaricare’ questo canale prima di poter ripristinare la viabilità in tutta sicurezza. Sono dunque in corso altri sopralluoghi e confronti con gli esperti per capire quali provvedimenti si debbano prendere” Nei giorni scorsi il sindaco aveva fatto un’ordinanza di apertura temporanea per ‘trasferire’ le auto dei residenti di Bondo e di Rezzo rimasti isolati in seguito all’evento franoso del 10 ottobre scorso, e a giorni ne farà un’altra…

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TORRE BOLDONE – Fotovoltaico e zonizzazione acustica: Macario batte due colpi

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Da quattro mesi, cioè da quando gli elettori di Torre Boldone hanno emanato con il voto la loro sentenza, premiando Simonetta Farnedi e punendo il sindaco uscente Luca Macario, i sentimenti espressi sono divergenti: l’umore di chi auspicava il ribaltone è ottimo, mentre quello di chi puntava alla continuità con le amministrazioni del duo Macario/Sessa è pessimo.

Negli ultimi dieci giorni qualcosa è però cambiato. Chi era felice (e, in effetti, lo è tuttora…) ha avuto la sua prima delusione e in chi era deluso è emersa una sorta di rivalsa sulla ‘sentenza’ degli elettori. E a determinare questo ‘ribaltone di umori’ sono state due sentenze (quelle vere, fatte da giudici): una del Consiglio di Stato e una del TAR di Brescia che, usando un’espressione un po’ semplicistica, hanno ‘dato ragione’ alla vecchia Amministrazione su due temi su cui si è discusso e polemizzato: il mega parco fotovoltaico e la zonizzazione acustica.

Il parco fotovoltaico

Partiamo dalla prima questione, che è quella che ha più fatto rumore. La Giunta Macario aveva sostenuto il progetto della Comunità energetica rinnovabile (CER) Imotorre con la realizzazione di un enorme parco fotovoltaico dotato di oltre 6.300 pannelli solari.

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ROGNO – LETTERA – Il Pd: “Mancano i medici: l’amministrazione metta loro a disposizione gratuitamente locali e servizi”

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Nonostante la mancanza di un nostro rappresentante in quest’amministrazione, ma ritenendo Rogno un bene comune, vorremmo contribuire alla ricerca di una soluzione al problema dell’assistenza medica di base. Un disagio, per la maggior parte dei cittadini privi di un medico di riferimento, dovuto alla mancata sostituzione del dottor Marzi e con la dottoressa Pagliardi rimasta la sola presenza sul nostro territorio.

Sollecitiamo l’amministrazione ad attuare tutte le condizioni per rendere questo servizio attrattivo ai medici che scelgono la medicina di base come professione, mettendo a disposizione gratuitamente locali e servizi.

Locali che siano anche accoglienti e fruibili sia per i medici che per gli assistiti: caldi d’inverno e freschi d’estate e non viceversa come spesso succede ora negli ambulatori di Rogno. Servizi che comprendano anche la segreteria amministrativa per evitare ai dottori le incombenze burocratiche, rimettendo il medico al centro della gestione della salute del malato.

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GORNO – Viaggio nel paese che… sprofonda. Dalla Chiesa chiusa al cimitero che scivola a valle alle continue frane: “Prima o poi viene giù tutto….”

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10 ottobre. Le due signore che si godono uno dei rari raggi di sole fuori dal negozio-edicola del paese sembrano preoccupate: “Certo che sono preoccupata, come tutti ormai qui a Gorno ho paura – dice la prima- temo sempre che arrivi qualche altra frana. Ieri sera, per esempio,  quando ancora la pioggia veniva giù a secchiate, all’improvviso ho sentito un boato forte: mi sono spaventata tantissimo, ho capito solo dopo un po’ che si trattava di un tuono, ma in ottobre di solito i temporali non vengono più, per cui al momento ho pensato al peggio: un’altra frana, magari, e ho immaginato che anche la mia casa poteva crollare, e che chiunque poteva essere colpito e  anche morire travolto…Sono proprio stata male, e ancora adesso la paura non è passata del tutto…”. “Non passa neanche la mia, di paura – dice l’altra signora – la mia casa è vicino alla chiesa che sappiamo com’è conciata, so bene che si sta facendo di tutto per rimediare ma non basta a tranquillizzarmi. Anche le donne che vanno al Cimitero a trovare i loro Cari hanno paura, io stessa ho diradato le visite, e quando ci vado cerco di starci il minor tempo possibile…”.

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ONORE – ML Engraving da 25 anni nel mondo dell’incisione laser: “In un garage ci siamo inventati un mestiere e oggi siamo in 80”

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Era il 28 ottobre del 1999 quando Andrea Lodetti e Silvano Balduzzi, entrambi clusonesi classe 1972 davano vita alla ML Engraving. E chissà se quel giorno hanno immaginato di gettare le basi di una vera eccellenza italiana. Insieme ad Andrea, che è il direttore generale dell’azienda che ha sede a Onore, riavvolgiamo il nastro.

La scommessa iniziale è nata dalla volontà di creare un posto di lavoro in cui stare bene e che si adattasse alle nostre esigenze, e non il contrario. Un luogo dove passare la maggior parte del proprio tempo in modo costruttivo, soddisfacente e sereno. Affascinati dagli studi su laser e marcature ci siamo avvicinati e abbiamo scoperto un mondo. Da dove siamo partiti? Il primo laboratorio era stato allestito nel garage dei miei genitori. I soci fondatori siamo io e Silvano, in seguito si sono aggiunti Paolo Giudici e Fabio Barcella”.

Perché ML? “Sta per Marcature Laser. Quando fondammo la nostra snc facevamo prevalentemente marcatura per poi passare rapidamente all’incisione su stampi in metallo. Poi, nel 2012, con il passaggio a srl abbiamo parzialmente modificato la ragione sociale mantenendo ML, perché ormai eravamo conosciuti come “quelli della ML” e aggiungendo ENGRAVING, che significa “incisione” in inglese, perché volevamo avere un profilo più internazionale”.

Andrea ci porta dentro il loro mondo… “Di cosa ci occupiamo? Rendiamo gli oggetti più belli, più riconoscibili, ma anche più performanti, grazie alle texture, ovvero gli effetti superficiali che ricoprono gli oggetti. Pensi alle suole antiscivolo, all’arredo da giardino con l’effetto legno oppure i cruscotti delle auto con effetti geometrici o simil-pelle. Lo facciamo usando la tecnologia laser, la progettazione digitale, tanta creatività e un approccio da problem-solver…

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COLERE – Da nonna Lucia al nipote Giuseppe, la ‘Serenella’ è un’attività storica: “Cerchiamo sempre l’innovazione, ma i piatti tradizionali non mancano mai”

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Era il 1959 quando nonna Lucia Lazzaroni e nonno Samuele Bettineschi aprivano le porte del loro ristorante ‘Serenella’, che era nata come locanda, a Colere, diventando nel tempo un vero e proprio punto di riferimento per la tradizione e la qualità della cucina tipica bergamasca. Una realtà che nelle sorse settimane ha ricevuto il riconoscimento di attività storica da Regione Lombardia. Oggi qui, ai piedi della Presolana, c’è Giuseppe Maj, 35 anni, nipote di nonna Lucia, a portare avanti l’attività di famiglia insieme a mamma Olga e papà Marco.

In quegli anni il nonno aveva aperto il ristorante, che portiamo avanti noi, e l’impresa di scavi, che invece hanno proseguito i miei zii – spiega Giuseppe -. Dopo 42 anni passati qui, la nonna aveva deciso di lasciare l’attività e così mia mamma ha deciso di proseguire; lei è in cucina, mia cugina prepara i dolci e io a mezzogiorno sono in sala mentre la sera faccio le pizze”.

Da locanda a ristorante e poi pizzeria, vi siete evoluti in questi anni: “Tutti gli anni cerchiamo di portare qualche novità, perché siamo convinti sia necessario stare sempre al passo con i tempi. Ad esempio la pizzeria è arrivata nel 2003 e per quella abbiamo aggiunto una sala e poi nel tempo abbiamo cambiato gli arredi interni”.

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CASTRO – La Forra di Castro chiusa: “I lavori saranno lunghi, colata enorme di acqua e fango”

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Le grandi precipitazioni dei giorni scorsi hanno provocato giovedì 10 ottobre numerosi problemi al nostro territorio. Il torrente Borlezza in piena ha danneggiato la centrale idroelettrica di Poltragno e quella posizionata all’interno della Lucchini RS.

Ci sono stati problemi anche all’interno del nostro parco: il canale che alimenta le turbine delle due centrali, s’è riempito per l’imponente massa d’acqua e la fuoriuscita ha letteralmente allagato la forra e i sentieri di avvicinamento.

La forra da fossile è diventata attiva; una colata enorme di acqua e fango per ore ha letteralmente trasformato quanto ha trovato sul proprio cammino.

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39enne di Costa Volpino fermato con un panetto di cocaina negli slip

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Aveva un panetto di cocaina negli slip il 39enne di Costa Volpino fermato venerdì pomeriggio a Endine dai carabinieri per un controllo. E’ stato arrestato per detenzione a fini di spaccio e con lui è stato denunciato l’uomo che invece era al volante, un 54enne residente a Darfo. Mezzo etto di cocaina negli slip e per il conducente invece la denuncia riguarda un coltello trovato sul sedile posteriore dell’auto che gli è costata la denuncia a piede libero per concorso nel reato e per possesso ingiustificato di arma impropria. I carabinieri della compagnia di Clusone stavano effettuando alcuni controlli lungo la statale 42 e hanno fermato l’auto, hanno notato subito a fianco del guidatore il 39enne già conosciuto dalle forze dell’orine per altri reati e così è scattata la perquisizione. L’auto era intestata al 54enn. I controlli sono quindi proseguiti a casa del 39enne dove è stato rinvenuto un bilancino di precisione. Droga acquistata per circa 2000 euro che avrebbe fruttato circa 5000 euro una volta immessa nel mercato dello spaccio. Arresto convalidato in tribunale a Bergamo per direttissima, il GIP non ha emesso misure cautelai e per ora il 39enne rimane in libertà, il processo è stato rinviato.

COSTA VOLPINO – Dal bisnonno Fortunato “che andava a piedi in Trentino a prendere il bestiame” al nonno…(sempre) Fortunato, ora tocca a Maurizio, quella macelleria storica…

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Sono da poco passate le 18 di un giorno di metà ottobre, il via vai in macelleria non si ferma. Al bancone si lavora alacremente, come sempre, tra sorrisi e consigli. Qui, la macelleria Bettoni c’è da 50 anni tondi, era il 1974 quando apriva i battenti ma già da molti anni prima il commercio di carne era nel dna di questa famiglia quando Fortunato Bettoni (nonno di quel Fortunato Bettoni che nel 1974 ha aperto la macelleria, già, si chiamano tutti e due Fortunato) commerciava bestiame e ‘consumava le suole delle scarpe andando in Trentino a piedi’, come racconta Fortunato, 77 anni ben portati, mentre prepara la carne per i clienti. Una passione che parte da lontano, lontanissimo, e che continua anche ora con il figlio Maurizio che ci racconta questo mondo dove genuinità, qualità e passione fanno la differenza. Un bancone immenso, appena si entra si respira un’aria famigliare, dietro il bancone praticamente l’intera famiglia di Fortunato (tranne la figlia) e qualche dipendente. Fortunato è uno spasso: “Che carne mangio io? Il bollito, io amo il bollito, e poi quando si fa il bollito c’è anche un bel brodo che serve sempre per fare un risotto”. Il figlio Maurizio annuisce: “L’altro giorno ho disossato due pezzi per fare il tomahawk e col pezzo che ho disossato ho fatto il bollito la sera”.

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VALGOGLIO – Paolo e quel tragico 24 settembre 2018: 13 operazioni chirurgiche, terapia intensiva, infezioni, mesi di ospedale e ora l’università e la nuova vita: “E’ stata dura ed è ancora dura, bisogna avere rispetto della sofferenza”

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di Luca Mariani

Sono passati più di sei anni, 13 operazioni chirurgiche, mesi interi passati sdraiato in un letto d’ospedale o in casa e tanti, troppi giorni in cui il male parte dalle gambe e picchia forte forte alla testa. «La mia sofferenza non è durata solo i giorni di prognosi scritti tra parentesi negli articoli. Ma dura da sei anni e durerà ancoraPaolo Marzupio quel tragico 24 settembre 2018 lo ricorda con una lucidità scientifica che commuove per equilibrio e precisione: «Era la terza settimana del terzo anno. Ho fatto le solite cinque ore. Sono uscito da scuola alle 13 e mi sono diretto in stazione. Dato che alla stazione di Gazzaniga c’era sempre casino, bisognava andare all’inizio della banchina, dove entravano i pullman, altrimenti non saresti riuscito a salire sul pullman o saresti stato schiacciato come una sardina. Ricordo l’immagine di me che sto camminando verso il punto dove di solito salivo e da un momento all’altro» l’incidente. Due bus azzurro-verde della Sab si scontrano. Le gambe di Paolo restano schiacciate tra i due mezzi e vengono tranciate entrambe poco sopra la caviglia. Per qualche minuto il ragazzo perde i sensi. «Poi, del dopo ricordo tutto. Mi sono trovato sbalzato dentro uno dei due pullman. Addirittura mi scorreva addosso un liquido. All’inizio si pensava fosse benzina, poi si è rivelato essere l’olio degli impianti di idraulica del bus. Per liberarmi le gambe che erano incastrate hanno spostato il bus. Dopo mi hanno tenuto sveglio fin quando sono arrivati i soccorritori.»

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