mercoledì, 4 Dicembre 2024, 21:20
Home Blog Pagina 9

CASTIONE – Il parroco Don Stefano scende in campo: “Date una risposta di unità all’anonimo che vuol dividerci. Metteteci la firma e la faccia”. Una prima risposta è il centinaio di volontari già all’opera

0

Il clima resta pesante. In redazione ci sono arrivate ancora lettere (sempre anonime) e un plico di un presunto esposto (anche questo anonimo) contro un funzionario del Comune. E ovviamente c’è un movimentismo pre-elettorale per la prossima primavera, girano i nomi di candidati veri o presunti tali per liste in costruzione. Castione sarà l’unico Comune ad andare ad elezioni la prossima primavera perché gli altri in scadenza nel 2025, avendo votato quattro anni in ottobre, avranno un supplemento di mandato fino alla primavera del 2026.

La novità di questi giorni è ovviamente la lettera che è stata letta al termine delle Messe prefestive e festive nello scorso weekend, firmata dall’Equipe Pastorale, dai sacerdoti (ovviamente dal prevosto don Stefano Pellegrini) e aperta alle firme degli “uomini e le donne di buona volontà che vogliono metterci la faccia e la firma”. Già perché non è una presa di posizione unilaterale, si chiede appunto alla gente di metterci la firma e la faccia, insomma il messaggio è “uscite allo scoperto” per non essere complici di “chi vuol dividerci” di chi butta “fango e menzogne che sporcano il paese”.

LA LETTERA DELL’UNITÀ PASTORALE DELLA PRESOLANA – «Fango e menzogne che sporcano il paese»

Da mesi in paese circolano lettere senza firma, volta a volta contro gli amministratori, contro i funzionari comunali, contro gli imprenditori locali, persino contro singole famiglie.

Uno stillicidio di fango e menzogne che sporca il paese, ferisce le persone, avvelena legami e relazioni.

Come comunità cristiana condanniamo queste missive, nella forma e nei contenuti, e condanniamo senza se e senza ma l’autore delle lettere: il nostro paese merita di meglio che questo crescendo velenoso.

Nel Vangelo, Gesù salito sulla montagna, vedendo le folle, si rivolge ai suoi discepoli: Se la tua mano ti è occasione di scandalo, tagliala e gettala via da te (Mt 5,30).

ARTICOLO COMPLETO SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 22 NOVEMBRE

Contrabbando di tabacchi, scoperto opificio a Casazza

0

Si sono appena concluse – in tutta Europa – le operazioni di polizia volte a smantellare un gruppo criminale composto da soggetti originari dell’Est Europa (ucraini, moldavi e rumeni), ritenuti responsabili di reati di produzione e traffico di sigarette di contrabbando.

Le indagini sono state svolte da una Squadra Investigativa Comune costituita – con il coordinamento di Eurojust – dalle autorità giudiziarie italiane, francesi e polacche.

A questa, si è affiancata una ‘Operational Task Force’, ovvero un team di 11 forze di polizia (in Italia, Francia, Polonia, Belgio, Bulgaria, Germania, Grecia, Lettonia, Lituania e Paesi Bassi) istituito presso Europol, che hanno operato in costante sinergia per smantellare un’organizzazione criminale ramificatasi, nel tempo, in diversi Paesi, così da accrescere i propri interessi illeciti.

In Italia, le investigazioni sono state condotte dalla Guardia di Finanza e dall’Arma dei Carabinieri di Bergamo, coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale orobico.

In più di un anno di indagini, attraverso diverse riunioni operative tenutesi a L’Aja (in sede Eurojust ed Europol), è stato possibile ricostruire le relazioni economiche e i canali di distribuzione del tabacco che, una volta giunto in Europa – e quindi anche in Italia – veniva successivamente trasferito, attraverso autoarticolati, nelle fabbriche clandestine collocate dall’organizzazione in tutto il continente. In particolare, sono state individuate due società operanti nella filiera produttiva, ubicate in Campania, le quali sarebbero state destinatarie di tabacco grezzo, al fine della successiva lavorazione e spedizione all’estero.

Nel corso dell’indagine, culminate nell’action day di ieri, sono stati arrestati 11 soggetti in diversi Paesi europei, tra cui uno dei due capi dell’organizzazione, fermato in Polonia mentre si stava imbarcando su un aereo diretto a Napoli.

L’intervento di ieri ha visto la partecipazione, in Italia, di oltre 50 militari che dalla provincia orobica hanno raggiunto gli obiettivi nelle province di Trieste, Gorizia, Napoli, Avellino, Benevento, Alessandria e Caltanissetta, operando fin dalle prime luci dell’alba e perquisendo abitazioni, uffici, aziende e depositi. Nel corso delle operazioni appena concluse sono state sequestrate, oltre a 7 tonnellate di tabacco destinato all’organizzazione criminale, smartphone, dispositivi elettronici e documentazione contabile ritenuta di alta valenza probatoria. A casa di uno degli indagati, sono stati inoltre rinvenuti anche 46.000 euro in denaro contante.

Il tabacco complessivamente sequestrato nel corso dell’indagine è pari a 57 tonnellate, di cui 10 in Italia.

Con riferimento alla provincia di Bergamo, le investigazioni svolte dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza orobica e dal locale Nucleo Investigativo dei Carabinieri, in costante coordinamento investigativo, hanno permesso, attraverso ricostruzioni sotto il profilo economico-finanziario, di denunciare 10 soggetti all’Autorità Giudiziaria, nonché di individuare e monitorare un opificio, sito nel comune di Casazza, destinato alla lavorazione illecita del tabacco. Per questo motivo, già la scorsa estate, venivano sottoposti a sequestro un fabbricato, i macchinari necessari al confezionamento clandestino di sigarette di contrabbando, tra cui un essiccatore industriale, il tabacco utilizzato e i relativi materiali – ossia centinaia di milioni di filtri, bobine di carta e stampe di pacchetti, tutti riportanti il marchio contraffato di una nota società di produzione di sigarette – nonché di arrestare, in flagranza, 2 cittadini stranieri in possesso di documenti di identificazione falsi, validi per l’espatrio.

Gli approfondimenti investigativi hanno fatto emergere come il capannone posto a sequestro fosse ubicato in una zona industriale – al di fuori delle principali vie di comunicazione – confinante con una zona boschiva, per meglio occultare le attività illecite di lavorazione e carico/scarico degli autoarticolati che giungevano sul posto.

In particolare, l’immobile, di proprietà del titolare di un caseificio bergamasco, era stato locato ad una ditta individuale riconducibile a un cittadino moldavo – appositamente costituita poche settimane prima – che avrebbe favorito la lavorazione clandestina dei tabacchi posti successivamente a sequestro, dissimulando la dichiarata attività nel settore edile. Nel corso delle operazioni di accesso, i Finanzieri e Carabinieri bergamaschi hanno rilevato le imponenti opere edili abusive realizzate all’interno del capannone, tra cui dei veri e propri appartamenti in legno e cartongesso – che ospitavano una decina di lavoratori non autorizzati a lasciare la struttura – oltreché impianti industriali di aspirazione e riscaldamento, rampe di scale per l’accesso al piano rialzato, ove insistevano bagni, cucine e camere da letto.

È emerso come i trasporti (su strada) di tabacchi lavorati clandestinamente a Casazza venissero occultati all’interno di imballaggi accompagnati da documentazione attestante fittiziamente la presenza di “infissi in alluminio”, emessa da una società comasca con unità operativa nel lodigiano, la quale in tal modo forniva copertura all’attività di contrabbando.

Le sinergie create fra le Autorità Giudiziarie e le Forze di Polizia sono risultate essenziali per comprendere nella loro interezza e complessità le dinamiche criminali transanzionali, nonché per acquisire tutti gli elementi di prova utili alle indagini.

L’azione di servizio testimonia concreta attuazione degli strumenti investigativi derivanti dalla cooperazione giudiziaria e di polizia, attraverso l’impegno quotidianamente profuso dal Corpo della Guardia di Finanza e dall’Arma dei Carabinieri quali presidi di sicurezza nel territorio nazionale, nella lotta ai traffici illegali in genere.

Con riferimento al contrabbando di sigarette, le Fiamme Gialle sono in prima linea nel garantire gli interessi erariali dello Stato, nonché, anche alla luce della qualità nociva dei prodotti posti in commercio, la tutela della salute dei consumatori.

Si evidenzia che il procedimento penale verte ancora nella fase delle indagini preliminari e che le responsabilità degli indagati saranno definitivamente accertate solo ove intervenga sentenza irrevocabile di condanna.

Martinengo, 53enne in carcere per maltrattamenti alla compagna

0

Il 12 novembre i Carabinieri della Stazione di Martinengo hanno eseguito l’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale di Bergamo nei confronti di un uomo di 53 anni, di nazionalità italiana, residente nel territorio di quella Stazione Carabinieri.

La donna ha trovato la forza di denunciare le violenze subite in tanti anni rivolgendosi ai Carabinieri e dopo la denuncia era stata collocata in una struttura protetta.

Secondo quanto è stato accertato, le aggressioni verbali erano iniziate dal 2013, proprio quando i due erano andati a convivere.

Con la nascita della loro figlia, nel 2014, l’uomo, in diverse occasioni, aveva picchiato la compagna senza neanche preoccuparsi della presenza della bimba che assisteva alle violenze.

Le liti erano frequenti e, in varie occasioni, scaturivano da incomprensioni sull’educazione degli altri due figli avuti dalla donna da precedente matrimonio, all’epoca dei fatti minorenni, i quali, pur avendo assistito ad alcune aggressioni subite dalla mamma, non erano mai intervenuti, anch’essi intimoriti dall’atteggiamento dell’uomo il quale li aveva anche minacciati di morte, scrivendo talvolta sullo specchio appannato del bagno la frase “vi ammazzo tutti”.

Accadeva quindi che l’uomo controllasse il telefonino della vittima, talvolta sottraendoglielo.

Più recentemente l’aggrediva all’interno dell’ospedale, sferrandole pugni sul viso davanti alla bimba minorenne, in occasione di una visita medica. Le urla della bambina avevano attirato il personale sanitario che era riuscito ad allontanare l’uomo.  

Ultimamente la donna, acquisita maggiore consapevolezza dei rischi per la sua incolumità, non era più disposta a sottostare. Tale comportamento incattiviva ulteriormente il compagno. Tuttavia anche la bambina aveva iniziato a confidare ai parenti che il papà picchiava spesso la mamma. Il Giudice per le Indagini Preliminari, all’esito delle indagini coordinate dalla Procura della Repubblica, emetteva ordinanza di custodia cautelare in carcere.

LOVERE – L’Istituto Ivan Piana intitola l’Aula magna a Sara Centelleghe

0
LOVERE - L'Istituto Ivan Piana intitola l'Aula magna a Sara Centelleghe

L’Istituto Superiore Ivan Piana di Lovere intitola l’Aula Magna a Sara Centelleghe, la 18enne di Costa Volpino uccisa nel suo appartamento con una settantina di forbiciate lo scorso 26 ottobre.

La cerimonia di affissione della targa ‘Contro ogni forma di violenza’ dedicata a Sara, che era una studentessa di VAS dell’Indirizzo Socio Sanitario, è fissata per il 25 novembre  a partire dalle ore 10.30 e fino alle ore 12.00 presso l’Aula Magna. Alla cerimonia parteciperanno i compagni e i docenti della classe e durante la cerimonia ognuno potrà condividere un pensiero personale.

Sempre per sensibilizzare all’uso e all’abuso delle sostanze – spiega la dirigente scolastica Celestina Zandonai -, a partire dal 28 febbraio 2025 e fino al 15 marzo, l’Istituto Ivan Piana ospiterà presso l’Aula Magna la mostra itinerante ‘Dipendenze – Droga – Alcool … Riflettori accesi!’ promossa dal Centro di Ascolto di ‘Auto Aiuto promozione umana’ di don Chino Pezzoli di Fiorano al Serio, un’attività organizzata dalla Commissione d’Istituto ‘Civicgreen’. La mostra aperta agli studenti ed ai genitori interessati, sarà un’occasione altamente formativa per una prevenzione efficace per dire NO alle dipendenze e durante la mostra si terranno colloqui mirati con esperto allo scopo di evitare le “sabbie mobili della dipendenza” e/o di fornire aiuto per uscirne”.

Riconoscimento regionale per il Museo Civico d’arte e del territorio ‘Gianni Bellini’ di Sarnico

0

Il Museo Civico d’Arte e del Territorio ‘Gianni Bellini’ di Sarnico ha ottenuto il riconoscimento di ‘Raccolta Museale’ da Regione Lombardia. Lo ha stabilito una delibera della Giunta regionale approvata su proposta dell’assessore alla Cultura, Francesca Caruso.

ASSESSORE CARUSO: PINACOTECA DI PREGIO – “Il riconoscimento regionale – evidenzia l’assessore Caruso – vuole ulteriormente valorizzare un istituto culturale che da circa vent’anni offre a residenti e turisti la possibilità di visitare una pinacoteca di pregio in un contesto davvero unico. Per il territorio del Lago d’Iseo, il museo con la raccolta donata da don Gianni Bellini rappresenta un elemento di attrattività culturale che merita di essere conosciuto e visitato. Con questo riconoscimento consolidiamo ulteriormente il nostro impegno nella valorizzazione delle realtà che contribuiscono ad aumentare il valore della cultura lombarda e a preservarne l’identità”.

Il Museo Civico d’Arte e del Territorio è collocato nel Palazzo Gervasoni, uno stabile situato nel centro storico di Sarnico. La pinacoteca è frutto di una donazione di don Gianni Bellini e include per la maggior parte pregiati dipinti d’epoca realizzati tra il XVI e il XVIII secolo.

Il riconoscimento di istituti e luoghi della cultura, previsto da una legge regionale, giunge a valle di una valutazione che considera, tra gli altri, aspetti relativi all’accessibilità, ai servizi educativi e divulgativi, alle competenze professionali e ai servizi di ricerca, catalogazione e documentazione.

Di seguito l’elenco di tutti i musei/raccolte museali riconosciuti da Regione Lombardia nella provincia di Bergamo:

-Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea

-Museo Alpino

-Museo Civico Archeologico

-Museo Civico di Scienze Naturali “Enrico Caffi”

-Museo Diocesano “Adriano Bernareggi”

-Museo delle Storie (sedi: Convento di San Francesco, Complesso della Rocca, Museo Donizettiano, Campanone, Palazzo del Podestà, Torre dei Caduti)

-Orto Botanico “Lorenzo Rota”

-Pinacoteca dell’Accademia Carrara

-Museo del Falegname “Tino Sana” di Almenno San Bartolomeo

-Museo d’Arte Sacra San Martino di Alzano Lombardo

-MEtA – Museo Etnografico dell’Alta Valle Seriana di Ardesio

-Museo dei Tasso e della Storia postale di Camerata Cornello

-Museo della Val Cavallina di Casazza

-Museo del Parco Paleontologico di Cene

-MAT – Museo Arte Tempo di Clusone

-Museo della Basilica di Gandino

-Museo del Tessile “Martinelli Ginetto” di Leffe

-Galleria dell’Accademia Tadini di Lovere

-Museo Civico di Scienze Naturali “Alessio Amighetti” di Lovere

-Museo d’Arte Contemporanea – donazione Meli di Luzzana

-Museo d’Arte e Cultura Sacra di Romano di Lombardia

-Casa Museo Fantoni di Rovetta

-Museo Etnografico di Schilpario

-Museo Civico “Ernesto e Teresa Della Torre” di Treviglio (sedi: Centro Civico Culturale, Museo Storico Verticale di Treviglio, Explorazione)

-Museo del Territorio di Verdello

-Museo della Valle. Fondazione “Polli-Stoppani” di Zogno.

Traffico internazionale di sigarette: sequestrate fabbriche clandestine a Bergamo e tonnellate di tabacco per 13 milioni

0

Sono in corso – in tutta Europa – arresti, perquisizioni e sequestri volti a smantellare un
gruppo criminale composto da soggetti originari dell’Est Europa (ucraini, moldavi e rumeni),
ritenuti responsabili di reati di produzione e traffico di sigarette di contrabbando.
Le indagini sono state svolte da una Squadra Investigativa Comune costituita – con il
coordinamento di Eurojust – dalle autorità giudiziarie francesi, italiane e polacche; a questa
si è affiancata una ‘Operational Task Force’, ovvero un team di forze di polizia istituito presso Europol, che ha visto coinvolte le forze di polizia anche di altri paesi europei.
In totale sono 11 le Forze di polizia impegnate (in Italia, Francia, Polonia, Belgio, Bulgaria,
Germania, Grecia, Lettonia, Lituania e Paesi Bassi) che stanno operando in costante
sinergia per smantellare un’organizzazione criminale che, nel tempo, è riuscita a ramificarsi
in diversi Paesi, per accrescere i propri interessi illeciti.
In Italia, le indagini sono state condotte dalla Guardia di Finanza e dall’Arma dei Carabinieri
di Bergamo, coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale orobico.
In più di un anno di indagini, attraverso diverse riunioni operative tenutesi a L’Aja (in sede
Eurojust ed Europol), è stato possibile riscostruire le relazioni economiche e i canali di
distribuzione del tabacco che, una volta giunto in Europa – e quindi anche in Italia – veniva
successivamente trasferito, attraverso autoarticolati, nelle fabbriche clandestine collocate
dall’organizzazione in tutto il continente. Nei confronti dei principali indagati, in continuo
spostamento fra i vari Paesi, le Autorità Giudiziarie francese e polacca hanno emesso
specifici mandati d’arresto europeo.
Si evidenzia che il procedimento penale verte ancora nella fase delle indagini preliminari e
che le responsabilità degli indagati saranno definitivamente accertate solo ove intervenga
sentenza irrevocabile di condanna.
Ulteriori dettagli saranno comunicati al termine delle operazioni in corso in diverse provincie.

ROGNO – Incendio distrugge centro estetico aperto da poche settimane. Il sindaco: “Abito lì vicino, alle 3 di notte ho sentito un rumore e ho visto il fumo”. Evacuati di notte 12 appartamenti

0
Un incendio ha distrutto un centro estetico aperto da poche settimane a Rogno.

Ho sentito rumori strani intorno alle tre di notte e così ho guardato dalla finestra, ho visto il fumo salire e sono corso a vedere cosa stava succedendo”, il sindaco di Rogno Valerio Felice Franzoni abita vicino a via Nazionale, in una via parallela al luogo dove c’è stato l’incendio. Era la notte tra domenica e lunedì e un rogo ha distrutto un centro estetico aperto da poche settimane, nei presso della scuola primaria. Sul posto i Vigili del Fuoco che hanno domato l’incendio ma le fiamme hanno danneggiato anche qualche appartamento sopra il centro, i carabinieri e un’ambulanza di Camunia Soccorso. I carabinieri non escludono l’ipotesi del dolo. Non ci sono stati feriti, ma le fiamme hanno raggiunto gli appartamenti dei piani superiori con quattro famiglie che sono state fatte evacuare; tre di loro hanno potuto fare rientro in mattinata, mentre una è rimasta fuori. Per consentire le operazioni di messa in sicurezza, inoltre, poco prima dell’alba via Nazionale è stata chiusa al transito e riaperta in poco più di un’ora, senza quindi creare alcun disagio al traffico mattutino. A chiarire le dinamiche dell’incendio ci penserà il sopralluogo dei Vigili del Fuoco, consentendo anche di verificare i danni causati all’edificio. “Sopra il centro estetico – continua il sindaco – ci sono 12 appartamenti, tutti sono scesi subito in strada, sono rientrati oggi, per ora non è agibile un appartamento, il tecnico farà un sopralluogo per capire se gli occupanti possono rientrare”. Mentre per il centro estetico niente da fare. E’ distrutto.

In Lombardia le incisioni rupestri più alte d’Europa. Fontana e Sertori: “Straordinaria scoperta”

0

La Lombardia si conferma come un vero e proprio libro di storia e di biodiversità a cielo aperto e si arricchisce di una nuova eccezionale scoperta: i petroglifi del Pizzo Tresero nel Comune di Valfurva (Sondrio) nel Parco Nazionale dello Stelvio.

Una scoperta che nasce dalla segnalazione, nell’estate 2017, da parte dell’escursionista comasco Tommaso Malinverno alla Soprintendenza, della presenza di alcuni segni incisi su una roccia ai piedi del ghiacciaio del Pizzo Tresero, a 3.000 metri di altitudine. Si tratta di incisioni rupestri databili alla Media età del Bronzo, tra 3.600 e 3.200 anni fa. A questa scoperta si ‘associa’ la notizia, diffusa il 13 novembre, di un ritrovamento paleontologico nel Parco delle Orobie Valtellinesi, un ecosistema fossilizzato 280 milioni di anni fa e risalente all’ultimo periodo dell’era paleozoica.

La scoperta e gli studi sono stati presentati, a Palazzo Lombardia, dal presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana; dall’assessore regionale a Enti locali e Montagna, Massimo Sertori; dal direttore del Parco dello Stelvio, Franco Claretti; dalla prorettrice dell’Università di Bergamo, Elisabetta Bani; da Sara Masseroli della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle province di Como, Lecco, Monza e Brianza, Pavia, Sondrio e Varese; da Stefano Rossi, archeologo della Soprintendenza e da Stefano Morosini, dell’Università di Bergamo e consulente del Parco nazionale dello Stelvio.

I petroglifi del Tresero sono una testimonianza della presenza di lunghissimo periodo dell’uomo nelle terre di montagna. Le incisioni sono collocate sopra il Passo di Gavia e sono in stretto collegamento con i siti rupestri in Valtellina e in Valle Camonica, primo sito italiano a ottenere, nel 1979, il riconoscimento Unesco quale Patrimonio dell’Umanità.

PRESIDENTE FONTANA: UOMO OLTRE 3.000 METRI GIÀ NELL’ETÀ DEL BRONZO – “Siamo di fronte a una scoperta di importanza molto rilevantissima – ha detto il presidente Fontana – perché si tratta dei graffiti rinvenuti, in Europa, alla quota più alta, a oltre  3.000 metri.  Una notizia eccezionale che assume un valore scientifico e storico particolarmente rilevante e che rendono queste montagne lombarde ancora di più al centro dell’interesse non solo degli appassionati della materia, ma più in generale a tutti coloro che si recheranno in Valtellina per visitarle”.

ASSESSORE SERTORI: PARCO LIBRO RICCO DI STORIA E BIODIVERSITÀ – “Il Parco Nazionale dello Stelvio – ha detto l’assessore Massimo Sertori – è veramente un libro cielo aperto perché ogni giorno ci regala delle sorprese. In questo caso parliamo di ritrovamenti molto importanti. Questo è un ritrovamento eccezionale che testimonia la presenza dell’uomo ad altitudini così elevate anche in tempi in tempi molto lontani”. “Regione Lombardia continuerà a seguire questa scoperta con grande attenzione, un ritrovamento che interessa l’area del Parco nazionale dello Stelvio e che coinvolge tante università esaltando la ricerca scientifica anche sulle specie animali, sulla biodiversità  e sulla natura del paesaggio”.

ASSESSORE CARUSO: BENE IDEA DEL MUSEO ARCHEOLOGICO – L’assessore regionale alla Cultura, Francesca Caruso, ha voluto evidenziare come “questa scoperta abbia un significato fondamentale proprio in chiave culturale. Una notizia che ci consentirà di conoscere meglio il nostro passato, potenziare l’attrattività culturale delle nostre aree di montagna e di promuoverle per il futuro anche al di là dei già qualificati aspetti turistici”.

FRANCO CLARETTI (DIRETTORE PARCO DELLO STELVIO): AUMENTA IMPORTANZA STORICA DELL’AREA PROTETTA – “Allo già straordinario valore delle sue componenti ambientali e paesaggistiche, si aggiungono – ha rilevato il direttore del Parco Nazionale dello Stelvio, Franco Claretti – le testimonianze, per ora solo sfumate ma di grandissimo interesse e fascino, che ne fanno un territorio vissuto da millenni. Quello dei petroglifi del Tresero è solo un caso dei tanti filoni di indagine storica su cui stiamo lavorando assieme ai molti altri partner istituzionali. Un caso unico per le terre alte. Qui uomo e natura interagiscono e si plasmano l’un l’altro da sempre. L’idea della coesistenza affiora dalla storia profonda”.

ELISABETTA BANI (PRORETTRICE UNIVERSITÀ DI BERGAMO) – “Nell’analisi della scoperta – ha detto Elisabetta Bani, prorettrice dell’Università di Bergamo – c’è un ruolo di riflessione raccordo e rilancio nel caso dell’Università degli Studi di Bergamo è importante aver creato una serie di collaborazioni reticolari e saldamente legate con il territorio noi abbiamo anche un polo territoriale nella provincia di Sondrio e questo consente di allargare e riportare sul territorio le ricerche che vengono fatte”.

STEFANO MOROSINI (UNIVERSITÀ BERGAMO E COORDINATORE SCIENTIFICO PARCO NAZIONALE DELLO STELVIO) – “Il Parco Nazionale dello Stelvio – ha detto Stefano Morosini, docente dell’Università degli studi di Bergamo e coordinatore scientifico del Parco Nazionale dello Stelvio – non persegue solamente le sue importanti funzioni di tutela degli equilibri ecologici e delle peculiarità paesaggistiche, a garanzia e trasmissione alle generazioni future dei suoi straordinari habitat d’alta quota, ma svolge anche una serie importante di attività di tutela e valorizzazione del proprio patrimonio storico, archeologico e architettonico, in un’area montuosa di straordinario valore ambientale posta al centro delle Alpi che da millenni è abitata dall’uomo”.

STEFANO ROSSI (ARCHEOLOGO SOPRINTENDENZA) – “Abbiamo effettuato molti sopralluoghi e molti interventi – ha spiegato il professor Stefano Rossi della Soprintendenza – proprio a conferma dell’autenticità di questo di questo sito così particolare. Gli elementi maggiori oltre alla verifica diciamo fisica del dei manufatti e della loro modalità di incisione è stata realizzata con delle indagini cosmologiche, ovvero la verifica in laboratorio dei tempi di esposizione ai raggi cosmici diciamo più banalmente alla luce solare, e di un sito che è emerso dal ghiacciaio, poi da questi nuovamente sommerso, e poi, da pochi decenni, a fronte della della fusione del ghiacciaio del Tresero nuovamente riemerso”.

LA SCHEDA – I petroglifi si concentrano su alcune rocce lisciate dall’azione dei ghiacci poste in posizione defilata lungo il margine occidentale del bacino del ghiacciaio, ai piedi di Punta Segnale. Le tecniche impiegate nella realizzazione delle incisioni e alcune caratteristiche nella composizione figurativa suggeriscono che i segni siano stati realizzati da mani diverse, forse in periodi successivi.

Le incisioni del Tresero si collocano quindi al confine tra due dei comprensori più ricchi di manifestazioni d’arte rupestre dell’arco alpino: le rocce e i massi incisi camuni, patrimonio Unesco e ormai note a livello mondiale, e le altrettanto significative testimonianze valtellinesi, come la Rupe Magna di Grosio, tra le rocce incise più estese delle Alpi, o le statue-stele rinvenute numerose nell’area di Teglio.

Va evidenziato che tracce dell’azione di erosione e di sfregamento causate dalla nuova avanzata del ghiacciaio, a partire da 3.000 anni fa, sono ancora visibili sulle rocce e riguardano anche le incisioni, che presentano striature e risultano parzialmente cancellate. Ciò potrebbe far supporre che in origine i segni incisi fossero in numero maggiore e che siano stati in parte cancellati dall’avanzata glaciale, che avrebbe risparmiato solo quelli posti in posizione più protetta. Se questa ipotesi fosse corretta, i petroglifi rinvenuti sul Tresero potrebbero essere quanto resta di un complesso figurativo più vasto, una sorta di ‘santuario’ di arte rupestre, una versione a piccola scala di quello riconosciuto fin dall’Ottocento sul Monte Bego, sulle Alpi Marittime, a oltre 2.000 metri di altitudine.

Questa scoperta conferma che il Parco Nazionale dello Stelvio e l’Alta Val di Gavia rappresentano un osservatorio unico e privilegiato per ricostruire l’interazione tra uomo e terre alte. Sulle domande che ruotano attorno al ritrovamento è in corso un articolato progetto di ricerca.

L’obiettivo è quello di ricostruire le modalità di occupazione del territorio e le strategie di sfruttamento delle risorse delle comunità umane in tutta l’area dell’Alta Valle di Gavia, che è nota per aver restituito tracce di frequentazioni molto antiche. L’esito delle indagini archeologiche condotte dal 2022 in diversi siti a breve distanza dal Tresero, alla Malga dell’Alpe, alla Grotta Cameraccia e al Lago Nero, ha infatti confermato che queste aree, oltre diecimila anni fa, furono percorse dai cacciatori mesolitici, che hanno lasciato le tracce di bivacchi e di postazioni per la caccia. E la Lombardia, anche come Regione, vuole conoscere di più e meglio il suo passato umano e quello delle sue montagne, uno dei preziosi tesori regionali.

80° anniversario del Combattimento alla Malga Lunga, il presidente nazionale dell’ANPI: “Il lascito dei partigiani i pilastri su cui costruire il futuro”

0

Democrazia, libertà, eguaglianza, solidarietà, lavoro e specialmente pace: queste parole sono l’essenza della Resistenza e sono anche i principi fondamentali della Costituzione. Sono un modo per essere società e Stato, comunità aperta di donne e uomini liberi e uguali, prospettive di vita e di futuro per le giovani generazioni. Questo è anche il dono che ci ha consegnato Giorgio Paglia. Questa è la via che vogliamo e dobbiamo percorrere. E non consentiremo a niente e a nessuno di tornare indietro”: è un messaggio di speranza quello lanciato questa mattina dal presidente nazionale dell’Anpi, Gianfranco Pagliarulo. Alla Malga Lunga, luogo simbolo della Resistenza bergamasca, si sono svolte le commemorazioni ufficiali dell’80esimo anniversario del sacrificio della 53a Brigata Garibaldi13 Martiri di Lovere”.

Il 17 novembre del 1944 i partigiani Giorgio Paglia, Guido Galimberti (“Barbieri”), Andrea Caslini (“Rocco”), Mario Zeduri (“Tormenta”), i russi Semion Kopcenko (“Simone”), Alexander Noghin (“Molotov”), Ilarion Efanov (“Starich”) e “Donez” opposero resistenza contro le forze fasciste della Legione Tagliamento, finendo poi catturati e uccisi. 

Sono passati 80 anni dai combattimento della e siamo ancora a Malga Lunga, luogo simbolo della Resistenza bergamasca, un luogo scelto dai partigiani e dall’ANPI per fare memoria, per incontrare le giovani generazioni e trasmettere i valori della Resistenza”, sottolinea Mauro Magistrati, presidente Anpi Bergamo, nel corso della cerimonia, organizzata dal Comitato Provinciale dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia con il Patrocinio del Comune di Sovere e del Comune di Gandino.

“È fondamentale tornare in questi luoghi – aggiunge – dove affondano le radici della nostra convivenza civile, perché oggi più che mai abbiamo bisogno di recuperare questi valori. L’insegnamento profondo della Resistenza è stato parlare di speranza. Oggi viviamo un momento in cui i governanti spesso alimentano la paura, fomentando divisioni e conflitti, dividendo il Paese. La Resistenza, al contrario, è stata un momento in cui si è cercato di unire, per offrire una prospettiva di futuro e di speranza, un compito ancora oggi da portare a compimento. Tornare in questi luoghi significa riaffermare la necessità di continuare la Resistenza. Come recita la celeberrima poesia di Calamandrei: “Ora e sempre Resistenza”. Anzi, “Ora è sempre Resistenza”.

La mattinata ha avuto inizio 8 a Fonovo di Endine Gaiano con l’inaugurazione, curata dalla Sezione ANPI “Giuseppe Brighenti” di Endine Gaiano, dal CAI Bergamo e dal Comune di Endine Gaiano del Sentiero intitolato a “Mario Zeduri”. Al “Tormenta” sarà dedicata la targa, mostrata oggi in anteprima e che sarà collocata sulla vetta del Pizzo della Presolana.

Nel corso della giornata, si è tenuta anche la presentazione, a cura dalla Sezione ANPI “M.O. Giorgio Paglia” di Alzano e Isrec di Bergamo, del libro “Stasera mi fucileranno. Giorgio Paglia 1922-1944”, (Il Filo di Arianna, 2024)”; il dialogo tra l’autore e presidente dell’Isrec di Bergamo, Angelo Bendotti e Guido Paglia, si è concentrato sulla lettura del diario di Teresa Pesenti, madre Giorgio Paglia.

 

COSTA VOLPINO – LOVERE – Inaugurata via Macallé: “E’ la strada di tutti”

0

E’ stata inaugurata questa mattina, sabato 16 novembre, poco dopo le 11, via Macallè, l’arteria che collega Lovere e Costa Volpino rimasta chiusa per 16 lunghi anni. Ora il taglio del nastro in presenza di amministratori, Forze dell’ordine, cittadini, e delle bande musicali che si sono unite per l’occasione. 

Per le comunità di Costa Volpino e di Lovere è un giorno di festa – ha detto Federico Baiguini, primo cittadino di Costa Volpino -, un giorno molto atteso, questa strada è stata chiusa alla fine del 2008 e quindi oggi riapriamo un’importante via di comunicazione grazie ad un lavoro che possiamo definire caparbio. Non nascondo che ci sono stati anche momenti di sconforto, è stata una storia complicata, ricordo quando avevamo iniziato e c’erano 40mila euro per fare quest’opera. Tutto questo è stato possibile grazie al lavoro di squadra tra due amministrazioni e non sarebbe stato possibile senza una convergenza di intenti e la capacità di guardare insieme al di là delle problematiche che sono sorte. Questa è la strada di tutti, non è la strada di Lovere o di Costa Volpino, serve tutto il nostro territorio così come succederà con lo sviluppo della sponda nord del lago, sarà bello per il nostro paese ma sarà bello per tutte le nostre comunità. Dobbiamo imparare a guardare avanti, a superare le differenze e lavorare insieme. Questo siamo stati capaci di fare nel passato e questo dovremo fare nel futuro“. 

Poi la parola è passata alla sindaca di Lovere, Claudia Taccolini: “E’ l’apertura di una via che per Lovere risulta fondamentale però non è un beneficio solo per i loveresi ma anche per tutto il territorio e tutte le persone che quotidianamente vengono a Lovere per studiare o per lavoro. L’augurio è che questa non sia solo un’unione di una via tra i nostri paesi ma anche un segnale di collegamento e di collaborazione tra le nostre amministrazioni“.

Infine l’intervento di Mauro Bonomelli, presente in veste di consigliere provinciale: “Da subito quest’opera è stata interpretata dalla mia prima amministrazione nel 2011 e da tutte quelle che ci siamo confrontati come opera sovracomunale, perchè era uno sbocco per l’ospedale, per le scuole, un’arteria di scarico per la frazione di Corti. E’ un’arteria che è stata chiusa nel 2008 in seguito ad un dissesto idrogeologico, un tema che purtroppo per molti comuni negli anni è diventato importante e impegnativo. Qui c’era una casa che poi è stata demolita dalla proprietà e con grande franchezza possiamo dire che pensavamo di risolvere prima questa situazione, ma in realtà arriviamo oggi perchè l’onerosità di questo intervento è stata importante e significativa. Quando ci siamo insediati nel 2011 abbiamo lavorato da subito con le varie amministrazioni che si sono succedute a Lovere, con la Comunità Montana, la Provincia e la Regione cercando fondi e tra investimenti pubblici e privati sono entrati in quest’opera sono entrati quasi tre milioni di euro ed è la seconda opera come costo più importante degli ultimi anni. Queste opere pubbliche non sono di chi le realizza e di chi le inaugura ma di tutti i cittadini e di tutto il territorio che le utilizza“.

Seguiranno approfondimenti sul numero di Araberara in edicola dal 22 novembre.