Nel 1982 il paese di Bossico si è gemellato con il paese francese di Meyrié, piccolo paese al tempo con meno di mille abitanti, vicino a Lyone.
Durante i primi incontri, inevitabilmente abbiamo osservato differenze di cultura, lavori ed economia, usi e costumi che contraddistinguevano le due comunità.
Una delle cose che ci colpì in modo particolare era che da loro non c’era un parroco, ma un prete che seguiva trenta comuni e passava in paese a dir messa una volta al mese ai “quattro gatti” che ci andavano (è nota anche la laicità diffusa che caratterizza la Francia).
Al tempo da noi preti, curati e suore erano ancora largamente presenti e operanti nelle nostre comunità.
A distanza di quarant’anni ci accorgiamo che lentamente anche noi stiamo andando in questa direzione; le vocazioni sono drasticamente calate, i preti invecchiano, e molti paesi non hanno piu’ un parroco ma progressivamente si va verso forme di “unione pastorale”, con un prete che segue più parrocchie.
Esempio eclatante nella nostra zona il parroco di Solto Collina che ha ben 5 parrocchie da seguire.
A Sovere il parroco segue, oltre al paese principale, le frazioni, la casa di riposo, il santuario, ecc ecc; in un paese che conta piu’ di 5.000 abitanti.
Alla luce di questa realtà anche l’organizzazione della parrocchia dovrà subire pesanti cambiamenti, passando da una situazione dove il parroco era il “deus ex machina” ad una realtà dove i laici dovranno esssere maggiormente coinvolti in tutti gli aspetti, dal religioso alla gestione economica del patrimonio di immobili presente in ogni paese. Ma siamo pronti a questo cambiamento?
Qualche tempo fa, Mons Alberto Carrara (ex opinionista dell’eco di Bergamo) nella sua pagina facebook ha postato un articolo interessante su questo aspetto, sottolineando come molti preti, sbagliando, non vogliano “mollare la presa” ostacolando la partecipazione dei laici e non facendo “squadra”.
I parroci magari diranno che non collabora nessuno e che quindi è una logica conseguenza “doversi arrangiare”…. Magari la verità sta come sempre nel mezzo.
Certamente i casi sono due, o si sta ad aspettare subendo il problema quando si presenterà, oppure forse visto che la direzione è quella, cercare di prevenirlo e farsi trovare preparati al momento opportuno. Il non fare nulla potrebbe portare a conseguenze disastrose.
Bossico è ancora un paese “privilegiato” ed ha la fortuna di avere un parroco tutto suo.
Abbiamo voluto quindi fare due chiacchiere con colui che opera sul campo per fare il punto e valutare quali sono i problemi e le proposte per affrontare la situazione; stiamo parlando del nostro attuale parroco Don Danilo.
D-Allora Don, fatto il cappello di cui sopra, come vedi la situazione.
Purtroppo Bossico e il parroco di Bossico si trovano in una situazione anomala.
Nel 2014 si è scelto di fare un cambio diocesi (direi che più che scelto è stato imposto mettendoci difronte al fatto compiuto ndr) passando la parrocchia dalla Diocesi di Brescia a Bergamo.
Alla base la difficoltà di fare una unione pastorale con Lovere e far seguire a un prete le due parrocchie non proprio vicine; era piu’ logico “geograficamente” fare una unione pastorale con Sovere che però era diocesi di Bergamo.
La cosa tuttavia si è fermata li, senza un seguito; a Brescia è cambiato pure il vescovo e nulla vieta che magari si ritorni anche sui passi compiuti.
Di fatto il sottoscritto si trova a fare incontri con i sacerdoti della nostra diocesi e zona, nonché con i sacerdoti della zona e dei paesi che gravitano sulla diocesi di Brescia.
Di fatto sono un prete bergamasco prestato a Brescia.
Aggiungiamo che in alcune cose la metodologia tra le due diocesi è diversa, si pensi all’età per i sacramenti cresima e comunione (a Brescia tutto in quinta elementare, a Bergamo comunione in terza elementare e cresima in seconda media).
Quando abbiamo le cresime bisogna chiedere una delega che Brescia deve dare a Bergamo.
Per le decisioni in parrocchia devo relazionare al mio vescovo ma i bilanci e le spese per investimenti vanno relazionate a Brescia.
Fa un poco specie come dal 2014 (sette anni mica pochi ndr) nessuno abbia fatto piu’ nulla…
SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 27 AGOSTO