Finisce l’avventura di Mario Calabresi alla direzione di “La Repubblica”.
“Dopo tre anni finisce la mia direzione di Repubblica – ha scritto su Twitter – Lo hanno deciso gli editori. Ho l’orgoglio di lasciare un giornale che ha ritrovato un’identità e ha un’idea chiara del mondo. I lettori lo hanno capito, la discesa delle copie si è dimezzata: era al 14 ora è sotto il 7. Grazie a chi ci ha sostenuto nella battaglia per una stampa libera e non ipnotizzata dalla propaganda dei nuovi potenti. Abbiamo innovato tanto sulla carta e sul digitale e i conti sono in ordine. Grazie a tutti i colleghi a cui auguro di non perdere mai passione e curiosità”.
Al suo posto è stato designato Carlo Verdelliex direttore de la Gazzetta dello Sport dal febbraio 2006 al 2010, Prima Vanity Fair e a “Sette” del Corriere.
Repubblica è appunto una… Repubblica a parte, condizionata nelle scelte dal suo fondatore Eugenio Scalfari. E’ un tempo da lupi per i quotidiani, crollati nelle vendite e nel “peso” politico”. Calabresi ha rinnovato il giornale nelle grafica e ha tentato l’operazione di “settimanalizzare” il giornale, puntando sui commenti, visto che le notizie sono bruciate da subito sui vari canali di internet. La scelta di “ingrigire” fin dalla carta il giornale non è stata premiata.
Fermare l’emorragia dei quotidiani è come mettere un dito nella falla della diga, impresa al limite dell’impossibile. Verdelli sembra fatto per “alleggerire” il giornale, magari con più spazio al gossip il che però stravolgerebbe l’identità del quotidiano fondato da Scalfari.