CARDINAL ZUPPI-PRESIDENTE DELLA CEI – Vi racconto “Don Matteo”, il cardinale che adesso guida la CEI. Ci siamo conosciuti in Mozambico, io cercavo la guerra, lui cercava la pace”

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Giorgio Fornoni

Squilla il telefono. È mio figlio Sueli che dice: “Papá, il tuo amico Cardinale Zuppi di Bologna è appena stato nominato da Papa Francesco al Vertice della CEI… è presidente al posto di Bassetti” (card. Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza Episcopale Italiana dal maggio 2017 – n.d.r). 

Ho accolto con gioia la notizia, grande emozione sentendo che “Don Matteo” mio amico da trent’anni sia così meritatamente considerato e valorizzato.

Un prete di strada alla guida della CEI, è già di per sé una rivoluzione e Papa Francesco lo ha voluto proprio sapendo che il Cardinale Matteo Zuppi cambierà i punti di vista e prospettiva… e molti dicono: “Sarebbe ora” e per questo c’è motivo di essere allegri per la sua nomina a presidente della Conferenza Episcopale Italiana.

Tutti hanno accolto con gioia la notizia. In particolare, gran parte del clero e i movimenti sociali ma anche i senza tetto di Trastevere che si sono riuniti a bere una birra in suo onore.

Nella breve conferenza stampa, non prevista, ma alla quale Zuppi ha accettato di intervenire, un po’ commosso dice: “Voglio innanzitutto esprimere un vivo ringraziamento al Papa e ai Vescovi. Si vive in presenza della collegialità (insieme dei vescovi, persone che hanno tutte la stessa dignità che deriva dall’episcopato) e sinodalità (fare strada insieme) e la prima cosa è il ringraziamento. Il momento non è facile per quel che succede in Italia, in Europa, nel mondo e come chiesa. E poi la pandemia che ci ha rivelato tutte le fragilità e ora la pandemia della guerra. Il Papa parlava di guerra mondiale a pezzi da anni in “Fratelli tutti” prestando attenzione in particolare al pericolo del nucleare. In questi mesi terribili la guerra sta coinvolgendo tutto il mondo ma non dobbiamo dimenticare tutte le altre guerre che anche loro sono pezzi di una guerra mondiale. È in questa sfida che si colloca la chiesa italiana; sulla sinodalità, per poi arrivare a delle decisioni.

La responsabilità fa misurare la propria piccolezza, la propria inadeguatezza e, spero di restare sempre consapevole… poi c’è il camminare insieme che è quello che sostiene; in più la grazia del Signore al quale chiedo abbondantemente che mi guidi, ci guidi in questo cammino.

Ascolto la chiesa che ascolta in modo felice; fa sua la sofferenza e ci aiuta ad ascoltare le tante domande, le tante sofferenze per come essere una madre vicina e come incontrare tanti compagni di strada di questo viaggio. In questo cammino sento un sostegno, una vicinanza ed una sinodalità che mi accompagnerà”.

Ringrazia poi i suoi predecessori a partire dal cardinal Poma (card. Antonio Poma 1910- 1985  Fu presidente della Cei per un decennio, 1969-1979 – n.d.r.) ) anche lui di Bologna. Poi il Cardinal Politi che è stato il suo vescovo, quello dei suoi primi anni di sacerdozio e che con grande coraggio dette inizio alla comunità di S, Egidio “…dando fiducia a questo gruppo di ragazzi e per il suo grande coraggio di chiesa sinodale”.

Poi continua: “Cardinali Ruini e Bagnasco, li ho appena chiamati chiedendo udienza, per la loro sapienza, la loro storia e il loro coinvolgimento. E poi il Cardinal Bassetti che in questi anni con tanta paternità, con tanta amicizia, ha guidato la chiesa italiana, creando tanta fraternità di cui io da Vescovo ho goduto. A Bologna, dopo il padreterno che qualche volta viene anche forse prima, c’è la Madonna di S. Luca, alla quale chiedo di accompagnarmi in questo cammino, che mi guidi come presidente della CEI, in questo cammino della chiesa italiana. Molti laici entrati oggi, presenti nella sinodalità mi incoraggiano”.

E rivolto sempre ai giornalisti: “Vi ringrazio per essere presenti e vi chiedo di essere un po’ clementi nei miei confronti in futuro ma sempre con la chiarezza di chi cammina insieme… la chiesa che sta per strada, che cammina e parla al cuore di tutti, che parla una lingua nella babele di questo mondo, che è quella dell’amore”.

Nato a Roma l’11 ottobre del 1955, il giovane Matteo Zuppi, entra in seminario a Palestrina, si laurea in teologia alla Lateranense, e in lettere e filosofia all’università di Roma con una tesi sulla storia del cristianesimo. Diventa sacerdote nel maggio del 1981. Per 19 anni è viceparroco di S. Maria in Trastevere e poi parroco dal 2000 al 2010 nella parrocchia di S. Egidio. Nel 1990 incontra Andrea Riccardi, fondatore della comunità di S. Egidio e da quel momento inizia una strada che lo porterà a essere mediatore di pace. 

Il 31 gennaio 2012, Benedetto XVI lo nomina vescovo ausiliare di Roma.

Il 27 ottobre 2015 Papa Francesco lo nomina arcivescovo metropolita di Bologna.

L’annuncio a crearlo cardinale è stato fatto da Papa Francesco durante l’Angelus di domenica 1 settembre 2019.

Ora, a 66 anni, il 24 maggio del 2022 viene eletto Presidente della Conferenza Episcopale Italiana.

Nel 1973, ancora studente al liceo Virgilio, conosce Andrea Riccardi, il fondatore di Sant’Egidio, iniziando a frequentare la Comunità e collaborando alle attività da essa promosse al servizio degli ultimi. “Potevo scegliere tra i salotti bene del centro o aiutare i bambini del doposcuola in periferia” dice il cardinal Zuppi, “Riccardi mi convinse a prendere la direzione della periferia… ragazzi, anziani e immigrati”.

Mozambico: 1993

Ho conosciuto “Don Matteo”, così mi ha detto di chiamarlo sempre, in Mozambico, nel lontano febbraio ‘93, dove le forze governative RENAMO (Resistenza Nazionale Mozambico) e la guerriglia FRELIMO (Fronte Liberazione Mozambico), in un periodo quindi ancora difficile…

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