Due lettere (firmate) sostanzialmente dello stesso tenore, vale a dire il rammarico per un mancato assessorato a uno dei “ragazzi” che hanno avuto decine e decine di preferenze. Sotto trovate la risposta.
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Come tutti ben sappiamo la lista uscente Orizzonte Comune ha vinto le elezioni al comune di Casazza, agevolata sicuramente dalla spaccatura dell’opposizione.
Tra i più eletti troviamo l’ex consigliere regionale (e sindaco) del PD Mario Barboni con 68 preferenze, seguito dal giovane Roberto Meli con 56 voti (pari merito con la neovicesindaco Raffaella Longa) e via via tutti gli altri.
Da qualche giorno il paese mormora (il primo consiglio si è tenuto giovedì 27 giugno) per l’esclusione dalla giunta dell’eletto Roberto Meli…
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Lettera firmata
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Casazza: paese (troppo) Democratico?
Orizzonte Comune si è presentata per la terza volta nella veste di lista “civica” vincendo le elezioni amministrative contro una opposizione debole e poco coesa ed elegge come proprio sindaco Renato Totis. Passata la gioia per la vittoria è il momento di fare i conti con le scelte dei componenti della giunta e le indiscrezioni lasciano trapelare come il sistema delle preferenze nella designazione degli amministratori sia poco trasparente: se l’eminenza grigia del gruppo Mario Barboni durante tutta la campagna elettorale ha proclamato la volontà di fornire supporto, senza alcun ruolo da protagonista, così pare non essere stato per la scelta degli assessori che agevolmente può apparire condizionata dall’appartenenza al Partito Democratico, di cui il consigliere Barboni rappresenta da sempre un baluardo.
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Lettera firmata
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“La scelta era tra due giovani: uno con già 5 anni da consigliere”
Sono andato alla fonte, a quello che uno dei due lettori ha definito “eminenza grigia” e che noi sull’ultimo numero avevamo definito “Genio della Lampada”, perché amministratore (ex sindaco) e politico (ex consigliere regionale) di lungo corso, vale a dire Mario Barboni.
“Avevamo due giovani. Certo, si poteva scegliere in base alle 6 preferenze di differenza tra i due. La scelta è stata fatta per il fatto che Matteo Baleani ha fatto già cinque anni da consigliere comunale, è laureato in Storia a quindi l’assessorato alla Cultura non è assegnato a uno per la tessera di partito, che non so nemmeno se l’abbia o no…
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