CASAZZA – Nicem, la regina del carbonato di calcio, volta pagina: i Birolini hanno ceduto al colosso svizzero Holcim

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All’inizio del territorio di Casazza (venendo da Bergamo), all’altezza della rotatoria che porta a Gaverina e al Colle Gallo, c’è una delle realtà industriali più importanti della Val Cavallina, la cui importanza va però ben oltre i confini bergamaschi. Stiamo parlando della Nicem Srl, l’azienda della famiglia Birolini che è leader nella produzione di carbonato di calcio nel Nord Italia con un fatturato netto nel 2022 di ben 12 milioni di euro.

Fino a qualche anno fa, però, era più facile notare la presenza di questa azienda, perché la montagna vicina portava i segni della vecchia cava da cui, da molti decenni, si estrae il carbonato di calcio. Negli ultimi anni questi segni sono meno evidenti, perché la dirigenza della Nicem ha deciso una quindicina di anni fa di porre fine alla cava a cielo aperto e di avviare l’estrazione del materiale nel sottosuolo; tra l’altro, per favorire il verde si è deciso di piantumare la vecchia cava, che oggi si presenta molto più verde che in passato.

L’attenzione all’ambiente è uno dei punti fermi della Nicem, fondata nel lontano 1971 da Luigi Birolini, che oggi ha 87 anni. Di recente lui e i suoi figli hanno deciso di ‘passare la mano’ cedendo l’azienda a Holcim Italia, branca italiana del colosso svizzero Holcim.

Ne abbiamo parlato con Tatiana, figlia del fondatore di Nicem. Lei si occupa della gestione della qualità, il fratello Valter segue la produzione e l’altro fratello Roberto è responsabile commerciale e amministrativo; papà Luigi è l’amministratore unico.

La nostra famiglia era proprietaria al 100% dell’azienda, ma abbiamo ceduto l’intera quota a Holcim Italia accettando la loro proposta”.

Siete stato voi a cercare loro o sono stati loro a contattarvi? “Non li abbiamo cercati noi, ma siamo stati contattati lo scorso anno e ci è stato sottoposto il loro interessamento per la nostra azienda. Abbiamo quindi preso atto della loro proposta e ci siamo interrogati sul futuro. Dato che all’interno della famiglia – spiega Tatiana – non c’era un ricambio generazionale, abbiamo ritenuto di cogliere questa opportunità. Io e i miei fratelli, infatti, abbiamo tutti due figlie, ma hanno scelto strade completamente diverse e non lavorano in azienda…

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