Dopo l’annosa questione legata alla ‘puzza delle galline’ di cui il nostro giornale ha parlato a lungo, stavolta torniamo su un argomento simile. Un gruppo di cittadini ci ha infatti inviato in redazione una lettera rivolta al sindaco Sergio Zappella, che pubblichiamo. L’abbiamo quindi contattato per capire cosa sta accadendo.
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All’attenzione del sindaco di Casazza.
Nella precedente amministrazione è stata data l’autorizzazione per costruire due stalle per sole capre, in località Fontane di Leffe.
Poi sono arrivate anche le mucche e poi i maiali.
I maiali poi sono stati rimossi per la puzza che girava nell’aria irrespirabile.
Dare un permesso senza avere una FOGNA è stata una cosa vergognosa, le vallette dove si poteva anche bere sono diventate uno scolo per il letame.
In questi giorni siamo venuti a conoscenza della vendita/affitto delle due stalle, se rimanessero le capre si potrebbe sopportare, anche le mucche, ma siamo venuti a conoscenza che arriveranno 600 e più maiali.
Lei è a conoscenza di tutto questo cambiamento?
Ci hanno riferito che hanno avuto l’autorizzazione da parte del comune di Casazza per il cambiamento.
Ѐ vera questa cosa?
Speriamo di no, lei si immagina la puzza che si sentirà in tutto il paese di Casazza, i versi dei maiali e il liquame dei maiali andrà ancora nelle vallette adiacenti?
Prima si andava al Carecì, si prendeva l’acqua e si poteva bere, ora invece è imbevibile.
Speriamo che lei ragioni con la propria testa.
Un comitato di cittadini
(incazzati)
Si torna a parlare di… puzze. Abbiamo chiesto al sindaco Sergio Zappella cosa sta accadendo e di rispondere allo sfogo dei suoi cittadini.
“Questa stalla in effetti ha creato parecchi problemi negli anni, ma ci tengo a fare alcune precisazioni in merito. Innanzi tutto quando si parla della precedente amministrazione, non è quella del mio primo mandato, ma il permesso di costruire questa struttura è avvenuto tra il 2006 e il 2007. Ritengo che l’errore sia stato proprio nella concessione del permesso di costruire una stalla così grande dove prima c’era un bosco. È chiaro che ogni luogo è idoneo a un certo tipo di costruzione e non era quella l’area indicata per una struttura così. Detto questo, purtroppo per quanto riguarda l’inquinamento è vero, non possiamo nascondere che ci sia, ma al Carecì si può ancora bere quando scende l’acqua. Per quanto riguarda le vallette il problema sorge quando piove e queste scaricano a valle lo scolo dell’attività… si forma della schiuma che spesso provoca odori fastidiosi”. I cittadini parlano della fogna, di un permesso mai concesso: “Non è corretto parlare di fogna, non come intendono i cittadini. Mi spiego meglio, non tutto quello che l’azienda scarica può finire all’interno della fogna, ma non lo dico io, lo dice Ats. Se ci fosse stata, sarebbe servita per gli scarichi dei servizi igienici o dei lavaggi dei pavimenti. Ci hanno richiesto di realizzare la fogna ma abbiamo preso tempo, perché i problemi sono sempre stati troppi, anche perché avrebbero dovuto scavare dalla montagna fino a valle passando per i boschi… e parliamo di almeno 800 metri…
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