Il parroco don Massimo Cornelli era giunto a Casnigo nell’ottobre scorso, per sostituire nella cura pastorale della comunità l’indimenticabile don Giuseppe Berardelli, tra le prime vittime – come si ricorderà – del Covid-19 . Don Massimo non ha dunque vissuto a Casnigo il periodo più oscuro della pandemia che tante vittime ha mietuto in paese: “Non potendo disporre di adeguati termini di paragone – dice don Massimo – mi riesce difficile registrare i cambiamenti nella vita di fede e nella religiosità dei miei parrocchiani in conseguenza della pandemia….Tuttavia ho potuto rendermi conto che, seppur con l’Oratorio chiuso e l’impossibilità di svolgere tutta la pastorale in presenza, alle Messe della domenica la partecipazione è sempre stata numerosa e i bambini, seppur divisi in piccoli gruppi per rispettare il distanziamento, erano assidui alle celebrazioni con i loro genitori, come del resto sono tuttora”.
Don Massimo ha però anche constatato che la paura del contagio ha messo a dura prova la fede di alcune persone rendendole più dubbiose e più fragili: “La paura, si sa, ha occupato ed occupa tuttora anche i discorsi delle persone, anche quelli dei fedeli più…collaudati. La pandemia è ancora tra noi come una specie di fantasma, è logico che il timore sia ancora diffuso, tanto più che nelle piazze e nei bar mi sembra di notare ancora atteggiamenti di non completo rispetto delle norme di sicurezza. Inoltre, avendo alle spalle un’esperienza missionaria di 13 anni in Costa d’Avorio, avevo affrontato il nuovo incarico con non poca trepidazione, consapevole della grande diversità della realtà casnighese rispetto a quella africana….
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