Il giovanissimo allevatore vive da solo nella cascina che prende il nome dalla nonna: “Faccio formagelle, stracchini, caprini freschi”. Al suo fianco c’è Roberta, 20 anni, la sua ragazza
“La mia passione per l’allevamento di capre? E’ nato grazie a Camilla, una capretta nana”. Jacopo Foresti sorride nella piccola cucina della “Cascina Tilde”, dove ormai abita da 3 anni a 750 metri d’altitudine, al di sopra del centro abitato di Casnigo e a poca distanza dal Santuario della Madonna d’Erbia.
“Era l’aprile del 2015 quando sono venuto a vivere stabilmente qui, nella cascina che porta il nome della mia nonna Tilde, che purtroppo non c’è più. Vivendo qui posso stare a contatto con le mie capre”.
Sì, perchè il giovanissimo Jacopo (22 anni) è titolare dell’Azienda Agricola Cascina Tilde, allevatore di capre e trasformatore del latte. La sua passione si è così trasformata nella sua professione. E l’aspetto singolare della storia di questo giovane di Casnigo è che lui, a differenza di tanti altri giovani allevatori e pastori, questa attività non l’ha ereditata dai genitori, ma se l’è creata da solo, con il suo sudore, il suo impegno, il suo coraggio.
“Il mio bisnonno allevava mucche – spiega Jacopo – e con la sua famiglia passava l’estate qui, in questa cascina in località Spiazzi Alti. Un mio prozio, fratello della mia nonna, ha continuato con l’allevamento, ma morto lui è tutto finito”.
E poi è comparsa Camilla. “Sì, quando ero un ragazzino, mio zio aveva una capretta nana e io mi ero affezionato. L’ha poi data ai genitori di un mio amico e io salivo spesso a trovarla. E’ così che mi sono appassionato alle capre, all’allevamento, alla vita all’aria aperta. E, infatti, ho studiato Agraria a Bergamo e il mio pensiero ero proprio quello di fare, prima o poi, l’allevatore. Ho quindi comprato alcune capre e quando tornavo da scuola venivo sempre qui ad accudirle e dar loro da mangiare. A quel tempo, però, la mia era solo una passione… non un lavoro”….
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