CASNIGO – MEMORIA – Don Giuseppe Berardelli morto sul campo, da prete: “Gli avevamo comprato un respiratore ma lo ha rifiutato, lo ha donato a chi era più giovane”

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Sembra una frase fatta, “morto sul campo”. Don Giuseppe era arciprete di Casnigo ormai da quasi quattordici anni e avrebbe concluso la sua missione a Casnigo. L’ha conclusa prima, in un ospedale, a Lovere, colpito dal coronavirus. Già lo scorso anno aveva avuto problemi di salute. Il suo sorriso perenne, la sua disponibilità, ma anche il suo attivismo nella realizzazione di opere importanti e costose, quel sorriso nascondeva le preoccupazioni. “Era una persona semplice, schietta, di una grande gentilezza e disponibilità verso tutti, credenti e non credenti. Il suo saluto era ‘pace  bene’. Sempre cordiale e disponibile verso l’amministrazione pubblica, le associazioni e non solo quelle della parrocchia, partecipava a tutte le manifestazioni senza essere mai invadente. Alla festa dei coscritti del ‘47 non mancava mai. Perfino per le veglie funebri chiedeva prima ai parenti se fosse gradita la sua presenza, per dire la discrezione che aveva. Era amato da tutti, da Fiorano arrivavano ancora i suoi ex parrocchiani dopo anni a trovarlo. Ma aveva anche una capacità incredibile di risolvere i problemi economici, di bussare alle port giuste per avere aiuti. Si muoveva con il suo ‘galletto’ e quel casco vecchio che sembrava quello di sturmtruppen, ha valorizzato i santuari (l’ultima grana era il tetto della Trinità…) e il recupero della sagrestia opera di Ignazio Hillipront…

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