Si considera un miracolato anche lui, proprio come il suo trisnonno Luigi Rossi al quale in Erbia, quando aveva solo 5 anni, il 6 agosto del 1839, per ripararsi da un terribile nubifragio, si rifugiò spaventato ed affamato in una stalla attigua al santuario cinquecentesco eretto in seguito ad un’apparizione della Madonna. Qui la Madonna apparve anche a lui, vestita di sole, con in braccio Gesù che nelle manine stringeva un panino ed una candela. La dolce Signora accese per lui un fuoco, recitò con lui il rosario e gli cantò la ninnananna. La mattina dopo il padre, che lo cercava disperato, trovò Luigino che dormiva tranquillamente, con in mano un michitì, il piccolo pane che ancora oggi viene venerato come una reliquia:
“Non appena finita la quarantena – dice Siro Rossi, 58 anni – la prima cosa che farò non sarà un giro in paese o un salto al bar: salirò alla Madonna d’Erbia e ci salirò a piedi nudi, per ringraziarla e per pregare per i cari amici indiani che mi hanno salvato la vita”.
Siro ha davvero buoni motivi per mantenere la promessa: la sua avventura ha dell’incredibile ed è iniziata quando anche a Puri, nello stato di Orissa, dove si trovava, è scattato il lockdown dovuto all’epidemia di Coronavirus e il suo volo di ritorno in Italia è stato cancellato:
“Non era la mia prima volta in India, c’ero già stato nel ’90 ed avevo stretto amicizia con Ashok Sharma, chiamato più semplicemente Jan, che da anni vive e lavora in Austria dove si è sposato, ma che a Puri ha ancora i suoi famigliari ed una casetta in riva al mare. Stavolta mi aveva chiesto di andarci insieme perché doveva fare alcuni lavori di ristrutturazione ed io avevo accettato ben volentieri: erano anni che non tornavo in India, avevo voglia di tornarci, c’è un mare bellissimo, persone cui voglio bene e tanti bei ricordi. Io poi non ho problemi di tempo e di ferie, ho lasciato il mio lavoro di calzolaio anni fa per assistere la mia vecchia mamma che non voleva andare al ricovero, ma poi lei è mancata…Inoltre ormai me la cavo abbastanza bene con le lingue, inglese e bengalese, e anche un po’ di indi. Ma a poco tempo dal nostro arrivo è scattato il lockdown: Jan ha potuto rientrare subito in Austria con un volo speciale organizzato dal governo austriaco…
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