In sottofondo il canto del gallo, un’oasi di pace immersa nel verde a pochi passi dal paese, Castelli Calepio. Qui c’è Gabriele, di cognome Marchetti, 29 anni, che ci racconta quel progetto nato non più di un anno e mezzo fa, l’allevamento ‘Il Cantagallo’, che condivide con l’amico Daniele Pagani, che di anni ne ha 31.
“Per fortuna siamo riusciti a trovare questo luogo nel nostro paese – spiega Gabriele -. Non è stato per niente semplice, ci sono voluti due anni, perché i galli cantano e spesso danno fastidio (sorride, ndr). Io vivo con mia moglie e la nostra bambina insieme a mio suocero che ha un’azienda di vacche da latte e inizialmente gli animali erano lì, ma poi abbiamo deciso di cercare un luogo più adatto”.
Un ritorno alla natura… “Sia io che Daniele siamo nipoti di agricoltori e allevatori, siamo nati in mezzo ai campi, agli animali e alla natura e abbiamo voluto portare avanti questa tradizione. È un hobby, perché io faccio l’attrezzista in una ditta di gomma, mentre Daniele si occupa di marcature laser”.
E come è nata questa passione? “Inutile dire che siamo fieri di essere figli e nipoti di agricoltori e allevatori e quindi pensare a qualcosa che si ha nel sangue, una sorta di eredità genetica, ma il nostro primo pensiero è che ogni volta che siamo in allevamento tra i nostri animali, torniamo piccoli e siamo ancora abbracciati ai nostri nonni con le loro bestiole tra i campi e i vigneti. Lì dove il tempo si era fermato e la spensieratezza lasciava spazio alla fantasia, dove con la più grande semplicità siamo cresciuti ed educati al rispetto della natura e delle sue creature. Ecco, la nostra passione nasce dal fatto che torniamo bambini ogni giorno”.
E allora riavvolgiamo il nastro, torniamo all’inizio di questa avventura: “Avevamo delle galline normali soltanto per avere qualche uovo, ma poi ci siamo guardati attorno e abbiamo visto che c’erano delle galline particolari… occupandomi di genetica già con le vacche da latte di mio suocero, ho deciso di avvicinarmi a questo mondo così affascinante…
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