Ha confessato Hamedi El Makkaoui, 25 anni, operaio. E’ lui ad aver ucciso l’imprenditore Anselmo Campa. Hamedi, conosciuto sui social come Luca Makka, era l’ex fidanzato della figlia maggiore di Anselmo. Hamedi era nato a Castelli Calepio e risiedeva a Grumello, era di origini marocchine ma nato in Italia. Era uscito per diverso tempo con Federica, la 21enne figlia maggiore di Anselmo che quando il padre è stato ucciso era al lavoro come animatrice in un villaggio turistico. Il movente potrebbe essere la Clio rossa della figlia maggiore che sui social è ritratta nel 2017 appena arrivata. E proprio sul profilo facebook ci sono diverse foto dei due, una vacanza a Parigi, la scritta ‘My qeeen’ e altre foto. E quando si arriva alla Clio rossa la scritta ‘E’ arrivata la piccola bestia’. Clio che Anselmo Campa aveva regalato alla figlia ma l’auto veniva usata spesso da Hamedi, anche dopo la fine della loro storia. E così Campa aveva deciso di venderla a un amico del circolo Arci di Grumello, quel circolo dove Campa era atteso la sera di Inter Milan di martedì ma non è mai arrivato. Il ragazzo però pare non fosse dell’idea di lasciare l’auto e anzi, sosteneva di avere già versato alcune rate per acquistarla. E da qui le discussioni che comprendono anche alcuni prestiti che Campa avrebbe fatto al ragazzo. I due erano stati sentiti litigare al telefono dal vicino di casa dell’imprenditore nella sera di lunedì, il giorno prima del delitto. Il martedì il ragazzo sembra si sia presentato da Campa per discutere e da lì la discussione potrebbe essere sfociata nel delitto. Il ragazzo lavorava come operaio in una ditta del bresciano e aveva frequentato l’istituto Serafino Riva di Sarnico. Le indagini erano aperte su più fronti, si era parlato anche del nuovo compagno della ex moglie ma anche di una rapina finita male e della vendita della ditta di Campa, la TTG di Cologne alla sorella e al cognato. Poi però gli indizi hanno virato nella direzione del ragazzo che si è contraddetto più volte, e poi ha confessato portando gli agenti nei boschi di Castelli Calepio dove aveva nascosto il martello con cui martedì 19 aprile aveva ucciso Campa, e i vestiti ancora sporchi di sangue. Il giovane si trova ora nel carcere di Bergamo.