Giovanni Benini stavolta non fa il guascone. E’ in difficoltà. Su tutti i fronti. E i proclami da primo cittadino al popolo non ci sono. Anzi, sfrutta l’assist del conoravirus e si rifugia in un consiglio comunale a porte chiuse che la dice lunga su come sta. Sul tavolo la sua questione privata, che fa rumore, tanto, anche se il consiglio è a porte chiuse e va oltre Castelli Calepio: “Il consiglio comunale – spiega il consigliere di minoranza Massimiliano Chiari – si è svolto a porte chiuse (per la questione coronavirus), ma senza diretta streaming, come espressamente aveva richiesto “Castelli Calepio Cambia” e come previsto, fra l’altro, da Regione Lombardia, al fine di assicurare la pubblicità della seduta. Il fatto che le sedute del consiglio comunale siano pubbliche non è un vezzo in capo alla discrezionalità del sindaco o della maggioranza, ma è un preciso obbligo di legge. Naturalmente la supponenza di chi amministra il nostro Comune non conosce limiti, quindi: nessuna diretta streaming o altri sistemi alternativi (esporre un altoparlante nel cortile esterno alla sala consiliare, ad esempio) che avrebbero potuto assicurare la dovuta pubblicità della seduta…
SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 6 MARZO