Una condanna che fa scalpore in paese. A D.F. 41 anni (ovviamente in paese si sa nome e cognome), sono stati inflitti 4 anni di reclusione per “bancarotta fraudolenta di due aziende che si occupavano di pavimentazione”. La sentenza del Tribunale di Bergamo è datata martedì 10 dicembre. La vicenda ricostruita in tribunale è rocambolesca. L’imprenditore condannato (condanna a 3 anni anche per L.B. definito “complice” e vedremo il perché) aveva aperto una prima società nel gennaio 2018, rimasta in attività fino al dicembre 2021, quando è fallita. Niente da dire se non fosse che l’accusa ha dimostrato che il titolare avrebbe effettuato prelievi consistenti (261.730 euro) dal bilancio della società, nonostante fosse già in grave perdita fin dal 2019 e i creditori chiedessero inutilmente di essere pagati. Non solo, l’accusa ha sostenuto che parte del patrimonio della società fallita (in moneta, 30 mila euro, e in attrezzature per un valore stimato 150 mila euro) era stata “dirottata” in una seconda azienda, creata ad hoc, intestata alla moglie dell’imprenditore.
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