Ci abbiamo pensato un po’ prima di fare questi pezzi, perché il rischio era quello di infilarsi in un cul de sac dove qualcuno può intravedere un attacco al mondo dello sport dei disabili. In realtà è proprio per difendere quei disabili che lo sport lo praticano davvero e con fatica che abbiamo deciso di intervistare e raccontare questa storia. De Coubertin diceva che lo sport va a cercare la paura per dominarla, la fatica per trionfarne, la difficoltà per vincerla. Ecco, questo è e dovrebbe essere lo sport. Poi capita che come è successo e succede a gente come il Colonnello Carlo Calcagni tutto diventa business o altro e che anche e soprattutto in questo mondo ci sia qualcosa di molto strano, ci sono arrivate segnalazioni dettagliate di categorie che assegnano medaglie mondiali o campionati italiani dove ci sono solo uno o due concorrenti, chiaro che poi si prende l’oro o l’argento ma chi vince se ne guarda bene dal dirlo, lo sport è confrontarsi e gareggiare, anche perdere, se diventa un bluff va male a chi crede nei valori che lo sport trasmette. Qui da noi in redazione passa spesso Giordano Tomasoni, che vive in carrozzina da anni, la sua storia l’abbiamo raccontata tante volte, un atleta con due palle così, la sua storia è servita e serve d’esempio a tantissimi ragazzi, lui che aveva tentato il suicidio e che è ripartito da lì, da quel baratro per risalire e tornare più vivo che mai, lui che combatte, lotta, sorride…
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