di Luca Mariani
«Abbiamo partecipato al Bergamo Pride 2024. Lo facciamo da diversi anni. Quando riusciamo andiamo anche a quelli di Milano e Pavia. Il Pride non è soltanto un’occasione per essere sé stessi senza paura ma soprattutto è un modo per farci ascoltare da chi non vuole sentirci.» Il sorriso e l’entusiasmo colorano il viso di Elisa e Giulia, che da un anno e mezzo si amano.
Elisa ha 27 anni e Giulia 22. Elisa si è da poco laureata in Fisica e lavora a Milano, Giulia a settembre inizierà il percorso accademico nella facoltà di psicologia. Entrambe sono originarie di Castione della Presolana. Proprio ai piedi della Regina delle Orobie si sono conosciute cinque anni fa e da circa nove mesi convivono a Pavia.
Elisa ha gli occhi tondi, le guance lisce e morbide accarezzate dalle onde scure dei suoi riccioli. «Mi identifico come una donna cisgender bisessuale. Cisgender significa che la mia identità di genere corrisponde con quella assegnatami alla nascita. Bisessuale vuol dire che i sentimenti che posso provare per una persona non dipendono dal suo genere. Questo l’ho scoperto relativamente di recente, a 23 anni. Ci ho messo qualche anno ad inquadrare quello che provavo e quando l’ho capito è stato strano, perché ho scoperto una nuova parte di me che se n’era stata nascosta per tutto quel tempo, ma l’ho presa bene fin da subito perché erano anni che mi interessavo al mondo LGBTQI+. Come “alleata” sono sempre stata vicino alla causa e ho sempre lottato per i diritti della comunità. Sono sempre stata aperta alla possibilità di non essere eterosessuale ma credo che l’influenza della società, questa imposizione di una normalità che esclude tante persone dal diritto di essere sé stesse, è così forte da impedire a tanta gente di capire chi è veramente. Quando l’ho realizzato l’ho detto subito agli amici più vicini che mi avevano accompagnato nei mesi di dubbi e confusione, mentre alla mia famiglia l’ho detto molto più tardi, quando mi sono fidanzata con Giulia.»
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