CASTIONE – PAESE CHE VAI GENTE CHE INCONTRI – Tra profumi, colori, gente. Amarcord. La capitale del turismo è in disarmo? “D’estate famiglie con bambini piccoli e i nonni, tanti nonni. Giovani pochi, ma del resto non c’è niente per loro e non ci sono più nemmeno i nostri di giovani”.

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Non potevo che arrivare a Castione della Presolana il giorno di San Valentino. Un pezzo del mio cuore è rimasto tra queste montagne anche se non ci abito più da trent’anni. Un affresco di colori da togliere il fiato, l’azzurro impossibile del cielo che bacia le creste innevate della regina delle Orobie, sfumature d’oro vestono le rotondità del Monte Pora. Potrei scattare bellissime foto, all’infinito, per cartoline che nessuno spedisce più. La  mia è la sola macchina nel grande spazio in via Donizetti. Percorro il breve ponte che congiunge, o separa, Bratto e Dorga le due frazioni del comune più turistico dell’altopiano e forse della bergamasca. Almeno un tempo era così e i dati sull’aumento di arrivi  pare lo abbia confermato anche nell’ultimo rapporto provinciale, fermo però al 2017. Sento solo il rumore dei miei passi e non ne incontro altri fino alla moderna chiesa di Dorga. Il suono greve di campane tristi getta un’ombra gelida sulla splendida giornata di sole “Due funerali in due giorni, cosa vuole, siamo sempre più vecchi qui in montagna, di bambini ne nascono sempre meno” mi racconta la signora Gianna togliendosi il velo nero e riponendolo ben piegato nella borsetta “Hanno chiuso da qualche anno anche l’asilo qui a Dorga. Pensi che noi per esempio eravamo in sette fratelli che era normale né? Oggi scrivono che la media è di uno e mezzo (ride) e il… mezzo credo sia il cane che nelle case è trattato meglio di un bambino, dovreste vedere quelli dei milanesi poi! Con quei tristi cappottini col pelo!!”.

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