Mariano Foresti
Vorrei con queste poche righe fare memoria di Achille Piantoni, deceduto nei giorni scorsi. Molti hanno ricordato la sua attività di sindacalista, di musicista nella banda comunale, di organista della Parrocchia per più di 40 anni, di operaio alla Dalmine di Costa Volpino e l’elenco potrebbe continuare ancora a lungo visto l’impegno che ha profuso nella sua lunga vita a favore degli altri. Io lo voglio ricordare per quello che è stato il mio vissuto e quello di alcuni amici con lui. Achille era nato nel 1931, lo stesso anno di mio padre. Quando abbiamo cominciato a frequentarlo io avevo circa 20 anni e lui poco più di 50. Lo avevo conosciuto andando nella casa di Teveno in Val di Scalve con Nicola, il primo figlio. Nel gruppo degli assidui di Teveno c’era anche Raul Montanari, lo scrittore, che lo ricorda con questo pensiero: “Achille era uno di noi. Fra tutte le persone della generazione precedente alla nostra (genitori, zii…) Achille è stato l’unico con cui avevamo un rapporto davvero come fra amici, l’unico che andavamo a trovare, con cui ci scambiavamo anche le confidenze, le storiacce, le barzellette che somigliano alla vita e la vita che a volte sembra una barzelletta. Ridevamo dietro a lui e lui rideva dietro a noi, come si fa fra coetanei. Fra amici, appunto. Per quanto simpatici e benevoli siano sempre stati i genitori di tutti noi, lui non era uno di loro. Era proprio uno del gruppo, un compagno di giochi.” Per quanto mi riguarda, uno dei ricordi più vividi di Achille risale al sabato prima della Domenica delle Palme 1983…
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