Una pagina di racconti e testimonianze raccolte da Leonardo Rota, un tuffo nella storia della ‘Festa del Voto….Roma, 10 giugno 1940 ore 18.00, dal balcone di Palazzo Venezia, Benito Mussolini annuncia al popolo italiano che la dichiarazione di guerra è stata presentata, da quel momento l’Italia è ufficialmente in guerra a fianco dell’alleato Adolf Hitler. Febbraio 1945, l’Europa intera da quasi 5 anni convive con la guerra. La fame, gli stenti e la distruzione stanno mettendo a dura prova la popolazione civile; la tanto sospirata pace sembra ancora lontana, e tutti i giorni, in qualsiasi luogo, si continua a combattere e a morire. Anche a Castro la situazione è pesante, i soldati controllano il paese, mentre in montagna i partigiani continuano a resistere. Improvvisamente un gravissimo fatto, accaduto il 13 Febbraio 1945, fa precipitare Castro e i suoi abitanti in un drammatico e spaventoso incubo. Esplode lo stabile della scuola elementare, diventata nel frattempo caserma per i fascisti della Brigata Tagliamento, muoiono 25 soldati e 2 civili. Per i fascisti si tratta di un attentato, e la loro promessa di vendetta è terribile e spaventosa. Faranno di Castro una terra arida e bruciata, bombarderanno il paese fino a quando tutte le case saranno rase al suolo. Tutto ciò potrà essere evitato se verranno consegnati ai fascisti i responsabili dell’attentato. L’allora Parroco Don Stefano Pasinetti, con l’aiuto dell’Ing. Covini responsabile dello stabilimento, e il Podestà Sig. Manara, tentano di convincere i fascisti che l’esplosione sia frutto di un incidente e quindi, nessun abitante di Castro e nemmeno i partigiani sono responsabili dell’accaduto. Le trattative sono difficili e drammatiche, Don Stefano, prega e invita la popolazione a rivolgere le proprie preghiere alla Madonnina del cimitero. La popolazione si stringe attorno al proprio Parroco, capiscono che la situazione sta precipitando e affidano alla Madonnina le loro ultime speranze di salvezza. Quando ormai sembrava tutto perduto e il destino di Castro segnato, dagli altoparlanti delle radio si sente un grido LA GUERRA E’ FINITA, LA GUERRA E’ FINITA, i tedeschi e i fascisti si sono arresi, l’incubo è finito, siamo salvi e di nuovo liberi. Don Stefano chiama a raccolta la popolazione, nell’aria c’è profumo di festa, finalmente da domani si potrà iniziare una nuova vita. Don Stefano ringrazia la Madonnina per aver ascoltato le preghiere e le suppliche del suo popolo, e davanti alla chiesa formula una promessa solenne: Noi popolo di Castro ti saremo sempre riconoscenti per la tua intercessione, e per ringraziarti di questo ti promettiamo che ogni qualvolta l’8 Settembre, giorno della tua nascita, cadrà in domenica, la popolazione di Castro organizzerà una grande festa in tuo onore, chiamandola FESTA DEL VOTO. Un voto, che dovrà essere tramandato da padre in figlio, perché nessuno mai si possa dimenticare di questo miracolo. Tutto questo accadde nel 1945.
LA TESTIMONIANZA
“Ero una bimba di 11 anni e vidi a terra la mia amica Mily, dilaniata dallo scoppio…”
“Era un pomeriggio tetro e freddo, la tipica giornata invernale. I giorni trascorrevano sempre allo stesso modo, la guerra non ci permetteva di vivere la nostra vita in maniera felice e spensierata. Poco cibo sulla tavola, gli allarmi aerei, i soldati sempre in giro, i partigiani nascosti in montagna, rastrellamenti, esercitazioni e quel via vai alle scuole, ci mettevano ansia, paura e preoccupazione. In qualche modo si doveva andare avanti, ma, quello che sarebbe successo di li a poche ore, nessuno se lo poteva immaginare. Un boato, la terra trema, una colonna di polvere e fumo s’innalza nel cielo, un’esplosione seguita poco dopo da un’altra ha fatto crollare la scuola elementare. Corpi straziati tra le macerie, urla disperate dei feriti: una vera e propria catastrofe! “Io, bambina di appena 11 anni, ho vissuto quell’orrore”. Ero a casa e sentii lo scoppio. Immediatamente mi precipitai alle scuole accompagnata da un ragazzo del paese…
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