Di lui qui non si ricordano in molti, sono passati tanti anni, ma tant’è, Maurizio Sarri qui ci è cresciuto quanto basta per chiamare il papà ‘Bapà’, un misto tra bergamasco e napoletano, tra papà e bubà. Il papà a Castro ci era arrivato per lavorare all’Italsider, ora Lucchini, inizio anni ’60, lui classe 1959, aveva tre anni ed era il 1962. Maurizio nasce a Napoli perché papà Amerigo lavorava all’Italsider di Bagnoli, poi il trasferimento all’Italsider di Lovere e così la famiglia va ad abitare a Castro. Amerigo ha sempre raccontato che in poco tempo Maurizio parlava il dialetto bergamasco meglio dell’italiano. “Qui ne parlano in molti – racconta il sindaco Mariano Foresti – l’asilo che ha frequentato ora non c’è più, lo stesso che ho frequentato io, abbiamo un anno di differenza, io sono del 1958 e lui del 1959, poi dopo un po’ ha seguito il padre che si è trasferito, sempre per lavoro, in provincia di Arezzo”. A Faella per la precisione, frazione del Comune di Castelfranco Piandiscò, Maurizio lavorava come bancario e giocava a pallone nei dilettanti, in mezzo la passione anche per il ciclismo, ereditata dal padre, passista scalatore, vinse 37 gare in sei stagioni da Dilettante. Papà Amerigo che a 89 anni ha inforcato la bici ed era al via dell’Eroica, la classica toscana del ciclismo di una volta, si corre su strade bianche, sterrate e infatti Maurizio comincia con la bici e a 12 anni aveva già vinto un paio di gare ma non si divertiva, i suoi amici giocavano a calcio e lui voleva stare con loro….
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