La chiusura della filiale di Bper a Cazzano Sant’Andrea era nell’aria. È il destino di molti paesi medio/piccoli della Bergamasca, alle prese con la chiusura di molte filiali dell’ex Ubi Banca, decisa lo scorso anno dai vertici dell’istituto bancario che ha acquisito da Intesa San Paolo una parte di quella che fu la gloriosa e storica Popolare di Bergamo (di cui è rimasto solo il ricordo).
Le fredde e grigie regole bancarie, che negli ultimi anni puntano esclusivamente al taglio dei costi sacrificando la capillare presenza sul territorio, stanno creando problemi, in particolare, alle persone più fragili, come gli anziani, che sono meno avvezzi all’utilizzo del web rispetto ai giovani. E così, alla vecchietta viene detto di dotarsi di una App per le operazioni bancarie, mettendola in difficoltà.
Abbiamo parlato con il vicesindaco di Cazzano, Fabrizio Moretti, assessore ai Lavori Pubblici e Territorio, nonché recentemente confermato capogruppo degli Alpini del paese, una persona che conosce molto bene il suo paese e i suoi concittadini.
“È un vero peccato che questa filiale venga chiusa, perché è l’unica banca presente in paese. Ce l’aspettavamo – spiega Moretti – perché nella prima ondata di tagli delle filiali noi siamo stati salvati, mentre invece è saltata la filiale di Banca Intesa di Casnigo. Però temevamo che, presto o tardi, sarebbe toccato anche a noi”.
La Bper di Cazzano, la cui sede è nello storico edificio ‘Ca’ Manì’, chiude il 20 maggio. “E pensare che il piano centrale dell’immobile l’avevamo sistemato anni fa proprio per metterci la banca, mentre al pianterreno ci sono i locali del museo di oggetti antichi e al piano superiore c’è la biblioteca, che è molto grande. La banca – sottolinea il vicesindaco – si incastrava benissimo in quell’edificio, in una zona centrale e strategica del nostro paese, con addirittura una cinquantina di posti auto. Verrà a mancare un servizio importante, specialmente per la parte più anziana e meno tecnologica della popolazione”….
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