di Antonio Bernardi
Nella storia di ogni paese succede che passando il tempo, vengono a mancare le persone anziane, e il ricordo di fatti accaduti, lieti o tristi si perdono, ma la storia è storia e non per questo può essere giustificato il lasciarne decadere il ricordo. E’ appunto la storia, che veniva tramandata a voce dagli anziani a figli e nipoti, con l’avvento della comunicazione digitale la cronaca locale intrisa di piccoli fatti difficilmente trova un posto, tutto passa troppo velocemente.
Per Cazzano Sant’Andrea un triste fatto accaduto pochi giorni prima che fosse annunciata la fine della seconda guerra mondiale è sempre rimasto nella memoria delle persone che hanno vissuto quegli anni difficili e in particolar modo nelle persone testimoni dell’accaduto.
Per capire dove avvenne il triste episodio, è utile sapere che dalla Villa Giuseppina (ora supermercato Iperal) partiva un sentiero che poco oltre a ovest, risalendo il crinale dell’agro portava a Casnigo proseguendo portava alla cascina Sȍcc (Asciutto) dove ora sorge il Centro sportivo Consortile e da qui passando per la valle Brȯnèsca portava verso Casnigo dove anticamente c’era la chiesetta di Santa Mària.
Il sentiero principale proseguiva sul fondo valle costeggiando il torrente Re e ad un certo punto una diramazione si staccava verso nord seguendo la Valle Morino (Mǖrì) passando per la cascina Vòèr, prima di arrivare alla cascina Vòèr il sentiero proseguiva verso est e costeggiando il colle sul quale c’è il Camposanto di Cazzano, in parte alla valle Caldara giungeva sulla strada che da Cazzano S. A. porta a Casnigo, questo sentiero era chiamato della “Bragia”, sempre a valle il sentiero proseguiva ancora sul crinale del colle, dove ora ci sono le abitazioni di Via Matteotti, passando per la sorgente Reggiolino arrivava presso la chiesa di S. Rocco a Cazzano S. A.
Questo sentiero chiamato del Reggiolo, nella toponomastica di Cazzano S. A. è appunto via Reggiolo.
La diramazione di questi 5 sentieri oltre che per il collegamento della strada provinciale della Val Gandino con Cazzano S. A. e la parte est di Casnigo serviva per i contadini che coltivavano i fondi agricoli abbastanza rigogliosi in conseguenza della presenza di diverse sorgenti che permettevano l’irrigazione dei prati che degradavano verso il fondovalle dove scorre il torrente Rè (anticamente “Torrente Recoldana”) prima di sfociare nel torrente Romna dove una volta c’era il Molino Melgarolo, ma anche per recarsi a lavorare nelle gallerie, chiamate “BÜSE” dove si cavava la lignite che poi attraverso teleferiche veniva portata ai punti di carico sui motocarri.
Questo triste fatto avvenne il giorno 23 aprile 1945 sul sentiero della “Bragia” descritto sopra.
A Gandino abitava una persona di nome Mezzogori Leone Rinaldo Domenico, era abbastanza conosciuto solo con il nome Domenico. Da notizie trovate in archivio parrocchiale di Gandino, i genitori Mezzogori Giuseppe e Turcatti Maria provenienti da Ravenna, prima di venire ad abitare a Gandino risiedevano a Sondalo in provincia di Sondrio dove sono nati i figli Leone Rinaldo Domenico il 07.05.1913 e la sorella Maria Rinaldina (data di nascita non indicata) divenuta Suora Orsolina. I genitori sono andati poi a risiedere in Francia. Domenico si era sposato il 15.06.1940 a Gandino con Della Torre Maria Ludovica.
Era sordomuto e girava nelle cascine dando una mano ai contadini per lavori nei campi, in cambio riceveva qualche cosa da mangiare. Erano gli anni della Seconda guerra mondiale, tempi difficili anche solo per girare in paese, serviva il lascia passare, ecc. I tedeschi erano accampati nel cortile delle scuole di Gandino.
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