TAVERNOLA IL CASO Cementificio: c’è un intoppo, la paura che salti tutto. E Cementir: “Noi non facciamo manutenzione, interveniamo solo in casi di guasto”. Che vuol dire…

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(p.b.) Non è finita, qualche intoppo sul passaggio dalla Sacci a Cementir rallenta la consegna dello stabilimento tavernolese e prolunga l’attesa. E aumenta il timore che salti tutto. C’è stato un sopralluogo dei responsabili di Cementir, una visita molto soft, quasi in punta di piedi e anche questo alimenta i dubbi (e vedremo più sotto quali). E le attese. Non solo del Comune di Tavernola, che sarebbe stato contattato per un incontro con Cementir che vorrebbe capire che aria tira prima di buttarsi nell’impresa. Ma anche di imprese del posto che hanno crediti rilevanti da Sacci e in questi anni hanno faticato a reggersi in piedi. Già, ma che aria tira? A Tavernola non è aria buona e questa volta non perché ci siano state altre emissioni nocive, ma perché se per ipotesi si facesse davvero un referendum sul mantenimento dello stabilimento prevedere un massiccio No non sarebbe azzardato. Perché? Perché negli anni scorsi la Sacci ha fatto una politica miope del personale. A fronte del pensionamento di una generazione di tavernolesi che ha concluso l’attività lavorativa, invece di assumere in loco, la Sacci ha chiamato a Tavernola operai di altri suoi stabilimenti, con una politica di mobilità che adesso riduce il numero degli interessati al lavoro in loco. Sugli attuali 84 dipendenti, cui vanno aggiunti una trentina di addetti nell’indotto, diciamo che sono una settantina i tavernolesi. Pochi.

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