In questa settimana in cui si parla tanto dei diritti dei bambini, mi soffermo a pensare e lì chiedo: il diritto a un pasto caldo? Un diritto negato ai bambini non residenti di prima che frequentano la scuola primaria di Cenate Sotto, perché la giunta, ancora una volta, ha detto no. A quasi 30 anni di distanza dalla Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia è veramente assurdo pensare che noi siamo qui a dover discutere con la giunta di un paese di provincia per 6 minestre calde! La costituzione italiana sostiene l’uguaglianza dei cittadini, la scuola è statale, quindi i nostri figli dovrebbero avere gli stessi diritti degli altri. La nostra richiesta di poter accedere al servizio della mensa specifica “previa disponibilità di posto (NON si toglie nulla ai residenti) e previo pagamento”. Entrambi i requisiti ci sono, quindi ci si chiede perché i nostri figli non possano avere il diritto come gli altri di vivere un momento formativo ed educativo di crescita comunitaria. Oltre ad essere un diritto, c’è una forte valenza pedagogica in questa situazione. All’interno della scuola di Cenate Sotto tutto il personale crede e lavora molto sul tema dell’integrazione e dell’inclusione, si stanno portando avanti dei progetti esemplari in tal senso…
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