Un intero paese, un’intera valle ha pianto l’improvvisa scomparsa del “gigante buono”, Dario Capitanio, il ventinovenne di Cene che aveva dedicato la sua giovane vita all’allevamento.
Aveva le idee ben chiare, Dario. Ben presto ha deciso cosa fare nella vita; ha scelto il suo lavoro dal sapore un po’ antico, ha avuto una figlia, la sua bambina di tre anni che non potrà crescere con accanto il suo burbero e tenero papà. Quando sarà più grande, raccoglierà le testimonianze di affetto, di amicizia e di amore che nei giorni scorsi sono state disseminate nel ricordo di Dario.
Eccone alcune, fatte da chi lo ha amato e da chi gli è stato vicino e amico: “Tu, quel piccolo uomo che si definiva selvatico che poi di selvatico non avevi proprio niente perché eri una persona dolce, scherzosa, che prendeva la vita cosi, sempre con il sorriso, che ad ogni cosa trovava soluzione, che per ogni problema ne faceva una banalità, una persona d’oro insomma! Tu che dicevi di sentirti un po’ come il nonno di Heidi, randagio e solo, che volevi disperderti nei monti con le tue capre e staccarti dalla vita quotidiana, vivere una vita semplice ma con ciò che amavi!…
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