Il titolo di questo articolo è una frase in latino che, esattamente come succede con le frasi da volgere in italiano da una lingua straniera, o da un dialetto italiano, non è perfettamente traducibile senza ricorrere a complicate perifrasi. In italiano suonerebbe più o meno: “se è lecito paragonare le cose piccole alle grandi”. Per i fini di questo articolo è possibile: vedendo realtà comparabili è possibile, e anche giusto, compararle a fini di esempio. Serve per spiegare e imparare. Qualche anno fa, a Trento, venne dismessa, per trasferirla nell’est Europa, una grossa area industriale, una di quelle che per decenni diedero pane e lavoro a centinaia di persone, un po’ come la Gregorini-Ilva-Italsider-Sidermeccanica-Lucchini, per intenderci. A Trento si trattava di una fabbrica della Michelin. Trento sorge in una conca fra le montagne (donde il proverbio: “se vuoi sapere cos’è l’inferno, va’ a Trento d’estate e a Bolzano d’inverno”) è una città di antica storia e tradizioni, Lovere, paese di antica storia e non numerose tradizioni, sorge sulle sponde di un lago.
Trento ha subito, dal punto di vista occupazionale, un grosso tracollo quando la fabbrica, delocalizzando la produzione nell’est Europa, ha chiuso; Lovere l’ha rischiata grossa con la crisi della siderurgia degli anni ottanta del secolo scorso e l’ha scampata parzialmente grazie alla particolarità e all’eccellenza del prodotto finito e della manodopera. Ad accumunare due realtà così diverse per dimensione, oltre la comune appartenenza all’arco alpino (con relativi pregi e difetti) ci sono state due esperienze architettoniche non felicissime, che sembrano scontare le stesse mende di base: le Albere a Trento e il Porto nuovo a Lovere. Le albere hanno interessato l’area ex Michelin, riconvertendola a verde abitabile, il progetto Resider ha interessato l’area del fu porto dell’Italsider (zona dove approdavano i rimorchiatori che trainavano le chiatte che trasportavano il materiale ferroso verso la fabbrica), convertendola a porto turistico. ..
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LOVERE – L’INCHIESTA “Si parva licet componere magnis”: le Albere di Trento e il Porto Nuovo Resider di Lovere. Due quartieri fantasma nati su grandi progetti di aree dismesse. Dopo 20 anni non è rimasto nulla di quanto si voleva fare