CERETE – Don Sergio se ne va a Ciserano: “Il trasferimento è uno stimolo a rimettersi in gioco. Mi mancherà la gente e il… fresco”

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Da Cerete a Ciserano. “Non posso dire sia stata una sorpresa questo trasferimento, perché dopo 12 anni era nell’aria, ma se devo essere sincero non so perché il Vescovo abbia scelto quella destinazione per me che sono sempre stato in montagna”, risponde sorridendo don Sergio Alcaini dall’altra parte del telefono. La voce squillante è quella di chi è pronto a dare il via ad una nuova avventura, anche se almeno una piccola dose di buonumore credo (anzi ne sono certa) arrivi dall’impresa atalantina nella notte di Liverpool. Ma torniamo a noi: “Avendo ricevuto l’anno scorso la nomina di amministratore parrocchiale di Onore e Songavazzo (quando don Ivan Dogana è diventato parroco di Predore, ndr) sapevo che la notizia sarebbe arrivata entro breve”.

E come hai preso questa chiamata del Vescovo? “Come tutti i trasferimenti che ho fatto, da un certo punto di vista sono dispiaciuto perché a Cerete mi sono sempre trovato molto bene, ma dall’altro punto di vista ogni novità è uno stimolo a rimettersi in gioco e questo vale sia per me come prete ma anche per le parrocchie”.

Cosa ti mancherà di più? “A questa domanda forse potrei rispondere tra un anno o un anno e mezzo. Sicuramente mi mancheranno le relazioni che si sono costruite in questo lungo periodo e la familiarità che si è creata in paese. Ci sono delle abitudini e dei legami che nascono e crescono e non si dimenticano in un attimo. Un’altra cosa so che mi mancherà sicuramente… il fresco (ride, ndr) perché andrò in pianura, ci sarà molto caldo e io non lo sopporto”.

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