CERETE – Quella processione per “San Vincéns de la calüra” che si tiene ogni 5 anni e l’antica usanza del “tóch” per scegliere chi porta il trono del Santo

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La festa che  la parrocchia si appresta a celebrare in modo particolare domenica 9 luglio, cioè anche con una processione che si snoda lungo un percorso di due chilometri, è dedicata a San Vincenzo Martire Romano, da non confondere con il San Vincenzo da Saragozza che di fatto è il patrono della chiesa di Cerete Basso e che si festeggia la domenica più vicina al 22 gennaio:

“Perché quest’ultimo è il santo “de la fredüra” così come l’altro è il santo “de la calüra” – spiega il parroco don Sergio Alcaini -. Le comunità di Cerete sono devote ad entrambi e non vanno tanto per il sottile quanto alle biografie dei due patroni: del martire romano nella chiesa di Cerete basso si conservano infatti le ossa dell’intero corpo in un’urna custodita nel secondo altare  a sinistra dell’entrata, e pur trattandosi di una reliquia senza nome, i Ceretesi hanno chiamato Vincenzo anche questa persona, di cui si sa soltanto che subì il martirio durante la persecuzione di Diocleziano, e che le sue spoglie arrivarono qui verso la fine del ‘600. La tradizione, fino agli anni ’60, voleva che il Santo fosse celebrato  la prima domenica di agosto  perché quello era il periodo in cui tanti ceretesi emigranti per lavoro tornavano dalla Svizzera per le ferie; ora invece gli emigranti sono pochissimi e molti ceretesi ad agosto vanno in vacanza…

Come già detto, la tradizione vuole che la solenne e lunga processione si svolga ogni 5 anni:

“L’ultima che abbiamo fatto risale al 2015 e  quella del 2020 non fu possibile  per via dell’emergenza Covid… Anche per questo tra la popolazione c’è molta attesa e molto impegnata nei preparativi, mentre la parrocchia ha organizzato una serie di appuntamenti  finalizzati proprio  ad approfondire il senso religioso dei riti e delle cerimonie che ci si appresta a celebrare”.

Sempre onorando un’usanza antichissima la cui origine, anche a detta degli anziani del paese, si perde nella notte dei tempi, la sera dell’8 luglio, in piazza Papa Giovanni XXIII, dopo la Messa, si rinnoverà la tradizione del “tóch”…

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