CHIESA – SINODO DEI VESCOVI – In casi di “emergenza” diaconato a uomini sposati e… alle donne

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Quattro “conversioni”. Il Sinodo dei Vescovi (181 partecipanti, concluso giovedì 31 ottobre) ha approvato a larga maggioranza un documento che è puntato sull’Amazzonia (“Cristo indica l’Amazzonia” è il titolo che fa riferimento a una frase di Paolo VI) che, nella sua quarta “conversione” tocca un tema che potrebbe essere esteso in futuro a tutte le “emergenze” derivanti dalla carenza di preti.

Le prime tre “conversioni” sono di carattere pastorale, culturale, ecologico (vista la particolare situazione di un territorio di 7,8 milioni di chilometri quadrati, polmone del pianeta). E’ la quarta, la “conversione sinodale” che ha suscitato già reazioni diverse, alcuni la vedono come una sorta di “cavallo di Troia” per arrivare in futuro magari a mettere in discussione il celibato dei preti e il ruolo delle donna nella Chiesa. «Cerchiamo i nuovi cammini ecclesiali, soprattutto, nella ministeralità e nella sacramentalità della Chiesa con volto amazzonico». “Esso ribadisce l’urgenza di promuovere e conferire ministeri non ordinati a uomini e donne in modo paritario mentre al volto femminile della Chiesa amazzonica viene dedicata un’intera sezione dal titolo “la presenza e l’ora della donna”. Il ruolo straordinario dell’evangelizzazione al femminile viene riconosciuto con forza e si chiede la possibilità che anche le donne possano accedere ai ministeri di lettorato, accolitato e di dirigente di comunità” commenta “Avvenire” il quotidiano della CEI (Conferenza Episcopale Italiana).

DON STEFANO PELLEGRINI (PARROCO DI CASTIONE, BRATTO E DORGA)

Matrimonio e sacerdozio: due vocazioni diverse. Ma il celibato resta valido

Non è di diritto divino che siano uomini sposati o no a diventare sacerdoti! Di diritto divino è per esempio che il sacerdote sia uomo: se mai qualcuno, persino il Papa, dicesse che la donna può essere sacerdote cadrebbe nell’eresia.

Una precisazione, per cominciare: non si parla di matrimonio per i preti, non è mai stato possibile che i preti potessero sposarsi. È vero il contrario – come accade normalmente nella chiesa ortodossa o nella chiesa cattolica di rito orientale o come accadeva per circa 13 secoli nella stessa chiesa cattolica di rito latino – uomini sposati potevano accedere al sacerdozio. La richiesta che i preti non fossero uomini sposati nasce dal basso: sono i laici che hanno chiesto ai propri vescovi che i preti fossero uomini non sposati. Già nel VII secolo in Spagna ci furono richieste in questo senso e le motivazioni sono di tre generi. La prima ragione è d’ordine teologico: il sacerdote si conforma a Cristo buon pastore, che non è sposato, segno di un amore indiviso, verso tutti. Le altre due sono molto pratiche: si accorgono che tra un prete che deve farsi carico di moglie e figli e uno che si dedica esclusivamente al ministero sacerdotale, è quest’ultimo che può dedicarsi meglio alla comunità; ancora, più terra a terra, il problema della famiglia del sacerdote…

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