CLUSONE – ARDESIO – Diego e quell’ultimo giorno al campo: “Mister, non riesco a correre ma mi fermo a guardare l’allenamento…”

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È un giovedì di settembre, le lancette dell’orologio indicano le 17:30, il centro sportivo di Clusone ha aperto le sue porte per un’altra giornata di allenamenti, il manto sintetico è ancora vuoto e silenzioso sotto un cielo grigio che promette pioggia. Un pomeriggio come tanti, o forse no. Mauro Balduzzi, allenatore degli Allievi del Città di Clusone, attende la sua squadra. Mezz’ora e si comincia. Doveva esserci anche Diego Fornoni insieme a tutti loro e invece quel posto nello spogliatoio è rimasto vuoto.

Mi è capitato di tirare una riga sui nomi dei ragazzi perché cambiano squadra o perché smettono di giocare, ma mai perché non ci sono più”, dice l’allenatore con un nodo alla gola. Diego avrebbe iniziato l’avventura a Clusone proprio quest’anno, ma quel dolore alla gamba che lo tormentava da qualche settimana, lo aveva costretto a stare fermo. Una leucemia che se l’è portato via in poco tempo, una sentenza dura da mandare giù.

Il vociare dei ragazzi rimbomba nel tunnel che porta allo spogliatoio poi, quando il pensiero va a Diego, cala il silenzio. I sorrisi si spengono, gli sguardi incrociano quelli dei compagni e poi si abbassano a terra. Le parole non escono, non ci sono. Diego aveva 16 anni e tanti sogni da realizzare, proprio come ognuno di loro.

L’allenatore toglie il telefono dalla tasca, lo schermo si illumina, l’ultimo messaggio di Diego. Erano le 13:43 di lunedì: “Mister, ora riesco a camminare come una persona normale però purtroppo non riesco ancora a correre. Oggi posso venire a ritirare l’attrezzatura e resterò un po’ a guardare l’allenamento”, si legge.

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Il parroco don Antonio: “La sua vita è stata un dono grande per tutti noi. Ha passato l’estate ad aiutare il papà e fare l’animatore al Cre…”

(An. Cariss.) “Vorrei che tutti oggi sentiste forte l’abbraccio di Diego che ci dice di non piangere, e che lui sentisse altrettanto forte l’abbraccio di tutta la nostra comunità: lui deve raggiungere il Cielo, noi non possiamo trattenerlo, ma lui continuerà a proteggerci col suo sorriso”-

Ed è stato davvero un pomeriggio di lacrime e di sorrisi e di canti improntati alla gioia  l’ultimo saluto al sedicenne Diego Fornoni, la cui scomparsa repentina a causa di una meningite fulminante ha segnato profondamente la comunità di Ardesio: una folla impressionante ha infatti accompagnato sia il corteo funebre – che dall’abitazione nella parte alta del centro storico ha raggiunto la parrocchiale – che la cerimonia religiosa sul sagrato e nelle vie tutt’intorno alla chiesa, gremiti non solo di compaesani ma anche di tante persone venute dai paesi vicini, di tantissimi bambini e ragazzi, con i loro colori, con i loro canti pieni di speranza ed il lancio dei  palloncini bianchi su cui avevano scritto i loro messaggi per l’amico e compagno di tanti giochi e di tante risate. Sulla bara, le maglie dell’Atalanta e dell’Asd Città di Clusone, la squadra dove Diego giocava a calcio. Appeso alla recinzione dell’oratorio uno striscione con la scritta: “Diego facci sorridere anche da lassù”.

Una festa, appunto,  “un bel funerale perché Diego se lo meritava”, come il papà Battista aveva chiesto al suo parroco, pregando la Madonna della Grazie perché il suo figliolo se lo tenga accanto, tra i suoi Angeli.

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