CLUSONE – FINO DEL MONTE – “Ogni mattina gli mando un messaggio whatsapp…”, Franca racconta suo figlio Matteo, morto suicida cinque anni fa

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Ogni mattina gli mando un messaggio whatsapp….”. Franca racconta Matteo. Che ai messaggi whatsapp non risponde mai, almeno qui sulla terra. Perché Matteo è morto. Si è suicidato 5 anni fa. E Franca era la sua mamma. E’ la sua mamma. Franca Pezzoli, gallerista d’arte di Clusone, che vive a Fino del Monte, in quella che quando Matteo se ne è andato era una casa in costruzione, dove dentro doveva andarci a vivere Matteo, sua moglie Irene e la piccola Phoebe, che allora non aveva nemmeno due anni. Franca racconta seduta su un divano bianco attorniata da quadri che le fanno da guscio e da sogno insieme. Quel guscio e quel sogno che era ed è Matteo. Tutto lì richiama Matteo, all’entrata nella recinzione che circonda la casa compare un po’ ovunque la scritta  ‘la casa di Matteo’. Franca ha compiuto 68 anni il 9 aprile, anni che non sembrano scalfire per niente il suo corpo e il suo sguardo, quando parla di Matteo poi sembra di vedere nei suoi occhi la stessa energia di quando parla dei quadri che la circondano, energia che però si veste d’Amore, quell’Amore che non passa, anzi, aumenta, una radice quadra di battiti di cuore senza soluzione di continuità: “Matteo è nato il 9 maggio del 1982, era domenica, festa della mamma, avrebbe compiuto 41 anni in questi giorni, è morto il 2 maggio del 2018, sono passati cinque anni, o forse non sono mai passati. Ho avuto una gravidanza difficile, come del resto anche quella dell’altra mia figlia, Serena, e prima di loro due ho perso due figli mentre ero incinta. Matteo è nato un po’ prima della fine della normale gravidanza, ricordo la gioia quando l’ho avuto in braccio la prima volta”. Franca racconta, muove le mani, incolla lo sguardo all’infinito ed è come vedesse Matteo, che forse lo vede davvero, i quadri non si fanno guardare ma guardano lei, come incanto di arte e arte d’incanto: “Matteo era uno splendore, occhi verdi, appassionato di tutti gli sport, curioso”. Matteo cresce, va a scuola, prende il diploma: “Voti molto alti, però non vuole andare all’Università e decide di lavorare, le offerte non gli mancano. E’ un tecnico che si appassiona al suo lavoro, sceglie un’azienda in forte espansione nel lodigiano. Dal lunedì al giovedì lavora in trasferta e il venerdì da casa, così rimane tre giorni alla settimana in zona e inizia a sistemare questa casa a Fino del Monte, dove io ero nata. Poi mi ero trasferita a Clusone”. Perché nel frattempo Matteo si innamora. E si sposa, con Irene e nasce una bellissima bimba, Phoebe. Sembra tutto perfetto. Quel meccanismo dell’amore così bene oliato che se lo guardi ti sembra di infilarti nella pubblicità del Mulino Bianco. Ma nella testa e nel cuore delle persone non ci arrivano le telecamere, e nemmeno le parole. Ci sono posti dove non ci arriva nessuno. E restano lì. A galleggiare in un mistero infinito. Franca racconta Matteo ed è come se Matteo fosse qui, perché lo senti nel respiro di lei quando parla, lo vedi quasi nello sguardo di lei quando lo descrive, lo immagini nel tremore delle sue parole quando i racconti si fanno intensi. In mezzo a tutto questo il papà di Matteo si era ammalato ed è morto lo scorso anno, Franca che era separata da molti anni si è risposata 19 anni fa con Filippo, pasticcere insegnante, che mentre parliamo entra, guarda Franca, sorride e poi esce a dipingere la recinzione. E poi c’è Serena, l’altra figlia di Franca, la sorella di Matteo, restauratrice, che vive a Cerete Alto. “Sembrava tutto perfetto, Matteo aveva un bel lavoro, una bellissima bimba, stava sistemando casa, non aveva problemi economici, non aveva problemi di salute e invece a volte i problemi non sono quelli che vedi ma quelli che ti porti dentro. …

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