“Finora la tragedia che stiamo vivendo me la sono tenuta per me e per i miei Cari, protestando ed alzando la voce solo negli uffici degli …’addetti ai lavori’, ma adesso voglio raccontarla a tutti, per rendere pubblica anche la mia testimonianza del disastro in cui versa in nostro servizio sanitario. Sono Caty, la moglie di un malato di SLA, ho 69 anni, sono un O.S.S. (Operatore Socio Sanitario) in pensione che ha lavorato quasi trent’anni in una Residenza Socio Assistenziale (RSA). Siamo in quel maledetto dicembre 2021 quando mio marito Giacomo Benzoni, classe 1950, baradello DOC e gran lavoratore, un uomo di 90 kg, cantore del Coro Idica, a distanza di una settimana dalla terza dose del vaccino anti-Covid si ritrova senza voce. Temendo il peggio lo facciamo visitare da un Otorino-Laringoiatra, il quale lo rassicura diagnosticando una laringite da reflusso gastrico”.
Dopo alcuni mesi, nonostante i farmaci prescritti, Giacomo non migliora, anzi peggiora velocemente. Viene visitato da diversi specialisti, ma gli esami risultano essere sempre negativi. Un’ ulteriore visita da uno specialista in Neurologia presso l’Ospedale di Piario porta ad una Risonanza Magnetica, ma sempre con esito negativo.
“Ci fu anche una seconda visita dallo stesso specialista, che ci tranquillizzò e ci propose di rivederci dopo sei mesi”.
Nelle settimane seguenti però le condizioni di Giacomo peggiorano: forti dolori alle spalle, un dimagrimento importante, difficoltà nel colloquiare con evidenti problematiche a farsi capire.:
“Comunque, avendo avuto rassicurazioni da uno specialista, ci sentivamo in qualche modo tranquilli, ma al perpetuarsi della situazione negativa, ci consigliano una visita specialistica privata dal Primario in Neurologia presso la Clinica San Francesco di Bergamo, il quale, in poco meno di mezz’ora, capì tutto. Ricoverato nel reparto di Neurologia presso la stessa clinica, i vari approfondimenti portarono in sette giorni alla conferma della diagnosi: si trattava di SLA, Sclerosi Laterale Amiotrofica,(una malattia neurodegenerativa progressiva che colpisce i motoneuroni, cioè le cellule nervose cerebrali e del midollo spinale che permettono i movimenti della muscolatura volontaria. La Sla ad oggi è ancora inguaribile e questo implica la necessità di una rete di supporto e assistenza che coinvolga professionisti medici, operatori sanitari e caregiver allo scopo di permettere ai malati di vivere il più dignitosamente possibile, n.d.r.). Alle dimissioni dalla clinica, ci viene comunicato che entro un mese verremo contattati dal centro SLA dell’Ospedale Papa Giovanni XXXIII di Bergamo dove Giacomo verrà preso in carico per il normale iter post-diagnostico”.
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