CLUSONE – Il Maggiore Falcucci: “Spinelli, alcool e coca, ecco la situazione nelle nostre valli”

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Val Cavallina. Endine. Dietro l’arresto del 50enne marocchino pregiudicato, disoccupato e irregolare ci sono sette mesi di indagini da parte dei Carabinieri di Casazza e un giro di clienti insospettabili, uomini e donne, giovani e meno giovani, anche operai e camionisti che acquistavano droga tre, quattro volte a settimana. L’indagine è partita a fine dicembre del 2022 quando un carabiniere della stazione di Casazza, in quel momento fuori servizio, ha notato un comportamento strano tra il 50enne e un’altra persona, poi risultata essere un operaio di Bossico. Uno scambio: da una parte un piccolo involucro contenente della droga, appunto, e dall’altra una banconota da 50 euro. L’operaio ha confermato successivamente di aver acquistato della cocaina dal marocchino conosciuto con il nome di ‘Raoul’.

Fuori da questo fatto di cronaca c’è un territorio intero, dalla Val Seriana alla Val Cavallina, dall’Alto al Basso Sebino e alla Val di Scalve controllato dalla compagnia dei Carabinieri di Clusone. È proprio il Maggiore Daniele Falcucci, Comandante della Compagnia, a fare il punto della situazione.

Il fenomeno di spaccio e di uso di sostanze stupefacenti esiste da tempo ed è difficile pensare di sradicarlo… è ovvio che dove c’è domanda, c’è l’offerta e sul nostro territorio lo testimonia anche l’operazione antidroga denominata ‘Seriana Blanca’ che aveva come centro nevralgico Gazzaniga e ha portato all’arresto di 31 persone”.

Era ottobre 2021. E ora come sta andando? “Non abbiamo al momento delle situazioni particolari, si lavora su piccole realtà, non su grandi organizzazioni”.

Come va tra i giovani? “Spinelli e droghe leggere come cannabis e marijuana vanno per la maggiore e in questo caso non c’è distinzione di zona. Un grande problema che riscontriamo è l’alcol ed è più complicato da gestire. E poi la cocaina. Più cresce l’età e varia la tipologia, anche in base al costo, ma non c’è una differenza di estrazione sociale”.

Le età? “Iniziamo a notare l’utilizzo di droga intorno ai 17 anni, quando magari grazie a piccoli lavoretti i ragazzi iniziano ad avere qualche disponibilità economica. Si sentono grandi e quando si è in gruppo diventano esempi da imitare. Anni fa succedeva con la semplice sigaretta, che non ha mai destato grosse preoccupazioni. Oggi può non essere così, si parte da una sigaretta già fatta e poi si passa alla cartina e ai filtri e non è sempre logico che dentro ci sia il tabacco… l’esplosione di web e social poi non ha di certo aiutato. E questo credo sia anche dovuto al contesto sociale in cui si vive, che non offre attrattive per i giovani. Quando arriviamo noi però è già tardi perché l’azione dei Carabinieri in un contesto sociale come il nostro è repressiva, mentre per un’azione preventiva devono entrare in gioco altri attori come la famiglia, la scuola, l’Oratorio, gli ambienti sportivi e tante altre realtà che fanno parte del quotidiano”.

Quali sono i luoghi più ‘gettonati’ per lo scambio? “In qualunque luogo di ritrovo, non ci sono luoghi specifici, i parchi, le piazze, fuori dalla scuola o dai locali, fuori dalle chiese e in zone non coperte dalle telecamere. Basta pensare che con Seriana Blanca uno dei punti di scambio era tra i corridoi di un supermercato”.

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