CLUSONE – IL PERSONAGGIO – Stefano, classe 2004, campione italiano dei 5000 metri juniores e ora gli europei. L’amore per Sofia, la scuola, gli allenamenti e ora…

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Luca Mariani

«La gara è andata bene. Più di così era difficile chiedere e aspettarsiStefano Benzoni è felice e soddisfatto. Nella serata di sabato 22 luglio, sulla pista d’atletica di Grosseto si è riconfermato campione italiano nei 5000 metri per la categoria juniores. «È stata una gara dura perché c’era molto caldo: c’erano 34 gradi. In più avere il ruolo di favorito non era semplice. Ho dovuto gestire l’emozione e le aspettative. Se non avessi vinto avrebbe significato quasi un fallimento. Sono arrivato lì con il miglior tempo. Perciò il mio allenatore Giacomo Giudici e Roberto Ferrari, il presidente dell’Atletica Valle Brembana, la mia squadra, ci tenevano molto alla mia vittoria.»

Diciannove anni appena compiuti il primo giugno e una barba scura che inizia a germogliare sulle sue guance abbronzate, Stefano analizza la prestazione che gli ha permesso di diventare per la seconda volta campione d’Italia con la freddezza di un veterano: «Io non sono bravo nel finale quindi preferisco che si parta subito a buoni ritmi. Il mio diretto avversario invece è più bravo nello sprint finale. Non so perché ma lui ha deciso di partire subito forte e questo mi ha facilitato. A metà gara io ho accelerato e lui è restato lì. È stato bello perché la gara l’ho sentita proprio mia. Sono sempre stato in controllo. Quando ho deciso di andare sono partito e ho iniziato a dare metri su metri agli avversari. Quando sento che le gambe girano e ho buone sensazioni è sempre bello. Vuole dire che l’allenamento e i sacrifici fatti per arrivare lì ne sono valsi la pena. Vuol dire che io e il mio allenatore abbiamo lavorato nel modo giusto.»

Per completare i dodici giri e mezzo di pista Stewie Benzoni ha impiegato 14’32″28. Dopo il taglio del traguardo, il podio e la meritata medaglia d’oro, Stefano si è concesso i canonici festeggiamenti, comunque misurati: «Ho fatto un tuffo in piscina e un brindisi con la squadra, ma poca roba perché la mattina dopo i miei compagni correvano i 1500.»

Occhi tondi e scuri come i folti capelli riccioli che gli avvolgono il capo. Il corridore classe 2004 non ha esitazioni: «Questa vittoria l’ho dedicata a me stesso, perché l’anno scorso in autunno ho subito un brutto infortunio: uno strappo al bicipite femorale che mi ha tenuto fermo un mesetto e mezzo. Purtroppo per questo non ho potuto fare gli europei di corsa campestre che tra l’altro erano in casa: a Torino. Il tricolore è stata un’ulteriore conferma che ho fatto bene a non mollare, a mettermi sotto con la piscina e con gli allenamenti alternativi. Sto raccogliendo quello che ho seminato anche in quel periodo difficile.»

La stessa sicurezza il ricciolone orobico la dimostra nel dichiarare il suo senso di appartenenza alle Fiorine: «Io vivo in zona tennis. Anche se abito al confine mi sento fiorinese.»

Nemmeno il tempo di godersi questo trionfo tricolore che Stefano ha già gambe e mente focalizzate sul prossimo grande impegno: l’europeo di categoria. Giovedì 10 agosto a Gerusalemme il fiorinese dai capelli a chioma sarà l’unico rappresentante dell’Italia nei 5000 metri.

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