Sono da poco passate le 12 di un mercoledì di fine anno. A Clusone c’è un traffico piuttosto intenso, il contachilometri non va oltre i 40 km/h, mi avvicino alla Farmacia Pedenovi, lungo la via principale, e trovo l’ultimo parcheggio rimasto libero. All’ingresso, dopo aver igienizzato le mani, stampo lo scontrino che indica il mio turno. ‘A163’, davanti a me ci sono quattro persone. Sulla sinistra qualcuno attende in fila il momento di presentare la tessera sanitaria, compilare il modulo e poi fare il tampone. Dallo stanzino esce il dottor Paolo Pedenovi, titolare della farmacia, mascherina rossa, visiera e camice. ‘A chi tocca?’, chiede. Dietro il bancone tre farmaciste si dividono tra la fila riservata ai tamponi e quella per le richieste dei farmaci. Squilla il telefono, ma non sempre c’è il tempo per rispondere. Mentre la fila dei tamponi scorre, per lo più a richiederlo in quel momento sono giovani, dall’altra parte arriva, quasi, il mio turno. Il dottor Pedenovi stacca un attimo. Andiamo con ordine, farmacie prese d’assalto, è successo anche qui? “Sì, in media ci chiedono tamponi duecento persone al giorno”.
Ma non è sempre stato così: “Guardiamo i numeri, fino a una ventina di giorni fa si viaggiava su 8-10mila tamponi e i positivi erano 14-15. Un dato che ci dava una sensazione di sicurezza, che il virus non stesse circolando da noi, in bergamasca. Poi è arrivata l’esplosione con dati che non si erano mai registrati nemmeno in piena pandemia. Se prima erano le persone non vaccinate a chiederci il tampone per ottenere il green pass e quindi quella era diventata una formalità, adesso la clientela si è completamente ribaltata e in particolare è accaduto durante le feste”….
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