CLUSONE – LA PRIMA ESTATE DA SINDACO – Massimo Morstabilini: “Giocavo a calcio, facevo enduro e palestra. La mia compagna. L’università. Mi sono appassionato di amministrazione quando…L’errore del 2010. Ero un Confratello e…”

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Massimo Morstabilini. Un anno dopo. O forse 41 anni dopo. Classe 1980. Sindaco da un anno, te l’aspettavi fosse così fare il sindaco? “Sì, dieci anni di amministrazione e due di giunta mi avevano aiutato a capire tante cose. In questo momento è davvero impegnativo conciliare la mia attività professionale con l’attività da sindaco, con il bonus del 110% chi fa il mio lavoro, in questo periodo è in fermento ma riesco a mantenere l’equilibrio grazie ai miei colleghi”.

Massimo lavora a Onore, divide lo studio tecnico con Giampiero Benzoni e Giulio Scandella, il primo ex sindaco di Rovetta, il secondo sindaco di Fino del Monte e lui sindaco di Clusone. “Siamo tre soci e con noi lavorano altri tre ragazzi”.

41 anni appena compiuti, il 23 agosto, clusonese doc: “Sono nato a Clusone, mio papà è di Valgoglio, Giuseppe, mia mamma è di Clusone, Silvana Giudici, la famiglia di mio papà è conosciuta come quella dei Laserì. I miei genitori sono venuti ad abitare qui a Clusone nel ’69, alla Spessa”.

Massimo nasce nel 1980: “E 4 anni dopo è nata mia sorella, che adesso è sposata a Rovetta con Mattia, ho due nipotini, uno di sei anni che si chiama Federico e Alessandro che di anni ne ha 3”. Scuole a Clusone, anche le superiori: “Liceo scientifico, i primi tre anni al Patronato sotto l’egida del Celeri di Lovere, poi il quarto e il quinto anno al Fantoni”.

Secchione? “Diciamo che me la cavavo, studiavo poco ma mi bastava per campare di rendita, ho avuto un momento difficile in terza superiore, non avevo più molta voglia, ma poi ho ripreso in mano la situazione e ho tirato dritto. I miei genitori sono stati chiari ‘devi decidere cosa fare della tua vita’”.

Dopo il diploma l’università a Dalmine: “Facoltà di ingegneria edile e subito dopo la laurea ho cominciato a lavorare a Trescore in uno studio, mi occupavo di pratiche ambientali, rifiuti e certificazioni ambientali e sicurezza sul lavoro. Dopo un anno ho lavorato per un’impresa di costruzioni a Bergamo e quando ho avuto la possibilità di avvicinarmi a casa ho preso la palla al balzo”.

Come ti sei avvicinato all’amministrazione? Qualcuno in casa aveva la passione? “Nessuno a casa. Ho cominciato leggendo Araberara, mi sono appassionato così, era l’unico strumento che parlava delle varie attività politiche del paese, riuscivo a capire ed entrare nelle varie dinamiche, e in effetti chi non è dentro la macchina comunale troppe volte è all’oscuro di ciò che succede in Comune e troppe cose si danno per scontate. Invece con Araberara riuscivo ad entrare in alcune dinamiche”. Quanti anni avevi? “25, mi ero laureato e lavoravo già, ho cominciato a frequentare i consigli comunali, non c’era nessuno, il sindaco era Guido Giudici. Finito il secondo mandato di Guido, era il 2010, mi sono avvicinato al gruppo di Paolo Olini e di Carlo Caffi, che era il capogruppo di quella compagine, all’inizio sono stato messo in panchina, non mi conoscevano, ero appena arrivato, poi mi hanno messo in lista ho preso 156 preferenze, alle spalle di Caffi che ne aveva prese 189”.

Da perfetto sconosciuto Massimo fa il botto e si prende subito un posto in giunta: “Assessore alla cultura, allo sport e alle politiche giovanili”. Da dove arrivavano tutte quelle preferenze? “Ero già uno degli organizzatori del Motor Party che contava tantissimi partecipanti, frequentavo il mondo dell’oratorio dove sono stato animatore del Cre, insomma, ero ben inserito nel tessuto del paese”. Entri in una giunta leghista, quindi eri leghista? “Allora ero tesserato, ero entrato con entusiasmo, l’alleanza politica era con PDL. Ma da subito c’è stata maretta, addirittura parte del mio gruppo era più vicina al PD di Moioli che alla Lega. Sono rimasto in giunta un anno e mezzo e ho visto troppe cose che non mi sono piaciute, quindi me ne sono andato. Ho cercato di risolvere alcune questioni dall’interno come indipendente, la mia passione per Clusone però è rimasta intatta. E così nel 2015 ho deciso di creare una lista civica, eravamo 4 liste, siamo arrivati secondi, è andata bene, con un distacco tutto sommato derivato da alcuni fattori particolari, altrimenti il gap non sarebbe stato incolmabile. Non avevamo nessun tipo di appoggi e avevamo contro la corazzata del centro destra”.

Massimo non si perde d’animo: “Cinque anni di minoranza mi sono serviti tantissimo, mi hanno permesso di approfondire in maniera diversa tematiche che altrimenti non avrei potuto affrontare. Spulciavo tutto e cercavo di tenere tutto sotto controllo. Siamo andati con il coltello tra i denti per alcune tematiche importanti come quella del Mirage”.

Non hai mai pensato di mollare? “Capita di avere momenti di stanchezza ma quando sei motivato vai avanti. C’è stato un momento, quando è arrivato il Covid, avevo appena annunciato la candidatura a gennaio e poi a febbraio è scoppiato il Covid, ho avuto momenti di smarrimento, sono stati momenti difficili, poi però ha prevalso la volontà di proseguire sul percorso intrapreso”. Basta Lega: “Basta, intraprendo la strada come indipendente civico”.

Massimo si illumina quando parla di Clusone, non ti interessa la politica? “Mi piace, ma in questo momento amo Clusone e penso solo all’amministrazione”. Ti piace Draghi? “Sì, è la persona che serviva adesso per ridare credibilità al paese”.

Vita privata? “Convivo a Clusone, ho una compagna, Mari, è di San Lorenzo di Rovetta. E poi sono un amante dello sport e in questi mesi l’ho trascurato e voglio riprendere. Mi piace la montagna, facevo anche enduro, ora non lo faccio più, ho venduto la moto, andavo in palestra, per 4 anni ho tenuto un corso di allenamento funzionale, ho fatto anche sei mesi di istruttore..

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