CLUSONE – La regista Caterina e i suoi attori (dal professore all’operaio, dalla maestra all’ostetrica) e i teatri pieni con la Compagnia Controluce e la loro leggerezza

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Luca Mariani

Il teatro di Castione è freddo. Le poltrone del pubblico sono vuote, ma sul palco un via-vai chiassoso e simpatico riempie la sala. C’è un professore e una maestra, un’ostetrica e un operaio. Ci sono educatrici e un ingegnere. Sono Yuri, Giulia, Marco, Sonia, Valentina, Stefano, Ambra, Anna e Caterina. Sono attori e attrici, che guidati dalla loro regista Caterina provano e si divertono recitando “Il matrimonio perfetto”.

«È uno spettacolo piacevole e il tema leggero. Il pubblico ha apprezzato. Abbiamo percepito la voglia di stare rilassati, di non pensare a nulla e gustarsi uno spettacolo godibile. Tanti spettatori ci hanno ringraziato perché hanno passato due ore in serenità e ridendoValentina Carrara è sicura. L’opera che lei e gli altri sette attori della Compagnia Controluce hanno messo in scena a novembre è un’opera teatrale divertente, incalzante e imprevedibile.

Le due serate al teatro monsignor Tomasini di Clusone sono state un grande successo: «C’era così tanta gente che a malincuore siamo stati costretti a non fare entrate tutti, perché la platea era già pienissima.» Ricorda con orgoglio la regista Caterina Bergamini.

Anche per questo la Compagnia Controluce ritornerà in scena con la commedia in due atti di Robin Hawdon. L’appuntamento è per sabato 13 aprile alle ore 21 e il giorno successivo alle 15, al teatro Forzenigo di Villa d’Ogna. «È uno spettacolo comico, scritto alla fine degli anni Settanta. L’abbiamo leggermente messo in chiave moderna, per adattarlo ai nostri giorni. È una commedia dell’equivoco con un ritmo molto serrato dove si ride tutto lo spettacolo.» Spiega con delicata soddisfazione Caterina.

“Il matrimonio perfetto” è la seconda opera recitata dalla Compagnia Controluce. Nel 2019, un anno dopo aver creato questo gruppo teatrale, attrici e attori portano sul palco “Oscar” un’opera ambientata nel periodo del proibizionismo americano. «Facciamo tutti teatro da tantissimi anni. Più o meno abbiamo iniziato tutti in adolescenza.» Racconta ancora Caterina, con la sua voce soave e i capelli a caschetto neri in tinta con gli occhi: «Ci siamo ritrovati come affinità. Veniamo da esperienze di musical. Ci sono piaciute ma sentivamo il bisogno di fare qualcosa di più recitato, quindi abbiamo scelto insieme di fare questa esperienza dove davamo più importanza alla recitazione, tornando ad un teatro più classico, con al centro il divertimento e la comicità.»

Ma come una falce sull’erba verde arriva il covid. «Nonostante il lockdown siamo rimasti in contatto. Abbiamo fatto alcuni video di lettura ad alta voce che abbiamo proposto sul nostro canale instagram. Poi abbiamo girato e montato un video sulle note di “Vivere la vita” di Alessandro Mannarino.» Puntualizza ancora la regista clusonese.

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