Questa è una storia che sembra uscita da un romanzo ottocentesco, di quelli in cui c’è il personaggio a tutto tondo, pieno di rancore col mondo intero, e vive il suo poco splendido isolamento covando la rivincita di delusioni ammassate nei lunghi anni di vita. Luigi Bigoni. 73 anni. Ex imbianchino. E adesso “piromane”. Una storiaccia. Era stato denunciato più volte per diversi episodi, ma l’unico caso che aveva avuto conseguenze era stato quello con delle commesse di un supermercato, sfociato in una condanna agli arresti domiciliari.
Il pensionato è stato arrestato il 30 marzo scorso: è lui, secondo l’accusa, ad aver appiccato l’ennesimo incendio al Ponte del Costone, che si divora tutta la montagna, fumo intenso su tutta la valle, elicotteri e mezzi antincendio, vigili del fuoco e insomma tutta la (costosa) macchina per spegnerlo.
“Incendio doloso”, si dice sempre in questi casi e la gente si chiede perché mai uno dovrebbe dar fuoco a un bosco, che gusto ci trovi, e quel “doloso” sembra a volte un’aggiunta gratuita, ma dai, nessuno fa queste cose, che interesse avrebbe? Un tempo sì, che magari poi su quei terreni ci costruivano, ma adesso le leggi lo impediscono, “nessuno fa niente senza un tornaconto”.
E trovarsi di fronte un personaggio come Luigi Bigoni, “piromane” accertato, ripreso, arrestato, spiazza un po’ tutti, come quando uno viene arrestato e i vicini ti dicono che gli sembrava “una persona così perbene”….
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