Carissimi amici, seguendo ogni minuto dalla lontana Calabria, sono vicino al vostro dolore, per la tempesta Coronavirus che ha colpito la bergamasca e la valle Seriana a me cara. Dopo 13 anni di residenza e lavoro da voi, tra Gazzaniga, Clusone, Rovetta, Gromo e Castione, da portalettere, cantoniere e autista bibliotecario, rimango legato a voi. Mi preme essere vicino al popolo bergamasco e a tutti voi, sentire che nella città adottiva, città che mi ha dato tanto, mi ha dato fiducia, mi ha offerto un’opportunità chiamata lavoro, da giovane emigrante che lascia la propria terra la Calabria.
E’ normale rimanere legato a una terra come Bergamo, terra che mi ha dato la dignità di lavorare per la vostra comunità che oggi sento mia comunità. Nel vedere tanta gente di quella terra che ci ha lasciato, sentire che non bastano le camere mortuarie dei nosocomi per riporre le vittime fa male il cuore, vederle sistemate nelle chiese fa pensare la gravità di questa pandemia, dimostra che è marcatamente reale…
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