“Sono stati cinque mesi lunghi, di attesa, di dolore, di angoscia, di dubbi e di domande. Il 23 marzo è squillato il telefono, avevano ritrovato il caschetto”, inizia così Marco a ricordare suo fratello Claudio. Claudio era scomparso il 5 ottobre, svanito nel nulla, di lui nessuna traccia. E a casa la sua famiglia ad aspettarlo con quella speranza di riabbracciarlo che si affievoliva col passare delle ore. I suoi fratelli, Marco e don Diego, la mamma, la moglie Chiara e il suo Simone.
“Il 5 ottobre ci è caduto il mondo addosso – ricorda Marco -. I primi giorni abbiamo vissuto nella speranza e il momento più brutto è stato quando abbiamo ricevuto la notizia che le ricerche si sarebbero fermate quattro o cinque giorni dopo”.
Guardare avanti è difficile e il tempo sembra scorrere lentamente. A volte si ferma, il respiro soffoca in gola: “Claudio ha compiuto 40 anni il 18 dicembre e quel giorno Chiara è salita alla Cappella Savina per lasciare una sua fotografia e la lettera che ha scritto nostro fratello Diego. Poi è arrivato il giorno di Natale, ho invitato tutti a casa mia”.
Al tavolo quel posto vuoto ha lasciato un sapore amaro… “C’era una sensazione strana, un silenzio che faceva male, non sapevamo nemmeno cosa dire o cosa fare”.
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